Nord Italia in campo per fermare l'emergenza peste suina africana che incombe nei territori fra il Piacentino, il Piemonte, la Lombardia e la Liguria. Emilia Romagna e Piemonte spingono con nuove misure le azioni di contrasto.

 

Emilia Romagna

Peste suina, Regione in campo per la prevenzione

Il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha firmato un'ordinanza per il controllo della diffusione della peste suina africana nei cinghiali selvatici e proteggere i suini allevati. L'ordinanza riguarda in prima istanza il territorio dei comuni di Zerba e Ottone, nel Piacentino, che fanno parte della zona di restrizione dal Regolamento della Commissione Europea.

 

"La comparsa di altri in casi a Roma oltre che in Piemonte e Liguria ricorda che la malattia si può trasmettere anche a lunghe distanze - sottolinea in una nota la Regione - avanzi di cibo prodotto da animali infetti o attrezzature, abbigliamento, calzature contaminate in ambienti infetti possono rappresentare un veicolo di infezione per cinghiali selvatici o suini domestici dell'intero territorio regionale. Tutti i cittadini hanno un ruolo fondamentale per poter identificare precocemente la malattia e intervenire rapidamente con le misure di controllo e sono invitati a segnalare eventuali cinghiali morti o resti".


Piemonte

Peste suina, in campo con tutte le soluzioni possibili

Incontro del sottosegretario alla Salute Andrea Costa con il commissario straordinario per l'emergenza peste suina Angelo Ferrari e il vicepresidente della Regione Piemonte insieme all'assessore regionale all'Agricoltura. Al centro del vertice la definizione delle possibili azioni dopo l'avvenuto posizionamento della rete sia sulle attività di depopolamento che su quello di eradicamento.

 

Il sottosegretario ha espresso l'impegno ad operare per la riduzione dei cinghiali che stanno compromettendo le semine e quindi i futuri raccolti, confinandoli nel loro habitat e liberando così le città e i campi. Dai vertici regionali del Piemonte hanno sottolineato l'importanza di valutare un ampliamento dell'attività venatoria che è in corso di valutazione al Governo e che potrà essere attuata nelle zone non coinvolte dalle ristrettezze della Psa. Massima collaborazione con Ispra, pur tenendo presente che una serie di attività non sono derogabili e si chiede un intervento che aiuti a risolvere urgentemente il problema.