Possibilità a breve per riprendere le esportazioni di suini verso il continente e nuove opportunità per gli allevamenti, con un forte incentivo all'emersione di quelli irregolari. Sono questi gli elementi emersi il 17 maggio a Urzulei durante il convegno "Un nuovo Piano strategico per il rilancio del comparto suinicolo regionale" promosso dalla Regione Sardegna, dall'Istituto Zooprofilattico della Sardegna, dal Centro di Referenza Nazionale per le Produzioni Biologiche dell'Izs Sardegna e dal Comune di Urzulei.

 

"Siamo qui a testimoniare, ancora una volta, quanto la Regione sia vicina al settore suinicolo ormai in sofferenza da troppi anni a causa delle restrizioni. L'obiettivo che ci siamo posti è ormai vicino e attendiamo le indicazioni dell'Unione Europea per la ripresa dell'export, un traguardo fondamentale per un comparto importantissimo, in particolare per l'economia delle zone interne della nostra Isola" ha dichiarato l'assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, intervenuto nel corso dell'incontro a cui hanno partecipato gli allevatori e gli amministratori locali dell'area sub barbaricina dell'Ogliastra. Al centro dell'attenzione il nuovo Piano di Contrasto alla Peste Suina Africana e le prospettive per il settore suinicolo in relazione ai nuovi scenari.

 

Tra le novità del Piano peste 2022-2023, ci sono le nuove politiche di incentivo all'emersione degli allevamenti irregolari, la semplificazione per le aziende certificate - la cui certificazione non sarà più temporanea, ma condizionata al mantenimento dei requisiti che verranno verificati attraverso controlli randomizzati - e nessuno stop, previo controllo veterinario, alla movimentazione dei capi per le aziende certificate che si trovano in un'area in cui siano stati rilevati focolai.

 

"È bene ricordare che il commissario europeo Stella Kyriakides - ha sottolineato l'assessore Nieddu - dichiarò di non avere nessuna preclusione verso la Sardegna, a fronte di un'indagine che confermasse il quadro ottimale sul fronte della diffusione della peste suina nell'Isola e delle misure in campo".

 

L'assessore Nieddu ha a questo punto sottolineato: "Questo quadro è stato certificato dall'ultimo audit. Abbiamo soddisfatto tutte le richieste dell'Europa, incluse le misure di sorveglianza del brado e del selvatico, aspetti in precedenza ritenuti carenti. Siamo all'ultimo miglio di una battaglia che dura da troppo tempo, costata grandi sacrifici a intere comunità che vivono nel nostro territorio".

L'assessore alla Sanità ha infine concluso dicendo: "Ora ci aspettiamo che le restrizioni imposte alla Sardegna vengano finalmente meno consentendo il rilancio di un comparto, quello suinicolo sardo, che rappresenta un'eccellenza anche sul piano della qualità delle produzioni".

 

Confagricoltura, Regione e Governo devono fare di più

"È bene che la Regione Sardegna e il Governo si attivino subito con la Commissione Europea affinché si superino le restrizioni sulle vendite oltre mare di carni suine, salumi e animali vivi". Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele, intervenendo a Urzulei durante il convegno.

 

La richiesta di valorizzazione del comparto isolano lanciata da Mele fa seguito al quadro epidemiologico in cui versa oggi il territorio regionale dove da oltre tre anni e mezzo non si ha traccia della malattia in corso nei suini domestici e da oltre tre anni nei cinghiali.

 

Un quadro che potrebbe permettere alla Sardegna di chiedere con determinazione la dichiarazione ufficiale dell'eradicazione della malattia che invece imperversa ormai in buona parte dell'Europa e sulla Penisola, tra Liguria, Piemonte e Lazio. "Dobbiamo fare tutto il possibile - ha aggiunto Mele - per sostenere un comparto così importante per lo sviluppo della zootecnia sarda".