Accade con frequenza che il legislatore italiano prenda "in prestito" una legge in fase di approvazione per inserirvi provvedimenti che poco o nulla hanno a che fare con le finalità della norma principale che si sta approvando.
Questa volta ad essere coinvolte sono le quote latte e alcuni altri provvedimenti che interessano il mondo agricolo. 
Il decreto, in via di conversione, è quello che prende il nome di "Ucraina bis" o "Taglia-Prezzi", argomento assai lontano dalle  quote latte.


L’emendamento è stato presentato da un gruppo di parlamentari che ha fatto proprie le istanze degli allevatori ancora in debito con lo Stato. 
In ballo ci sono cifre da capogiro (si parla di complessivi 800 milioni di euro), la cui riscossione forzosa potrebbe in molti casi mettere in forse la sopravvivenza degli stessi allevamenti. Tanto più in questa complicata situazione di mercato.


L’emendamento

Ecco allora che nelle 2881 pagine (duemilaottocentottantuno!) del documento di conversione, arriva un emendamento che dice: "Successivamente all'iscrizione a ruolo, il produttore interessato può presentare all’Agea, per il tramite dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione, la richiesta di rateizzazione di cui all'articolo 8-quater, a pena di decadenza, entro sessanta giorni dalla notifica, da parte della stessa Agenzia, del primo atto di riscossione utile, inclusi quelli della procedura cautelare o esecutiva, eventualmente intrapresa".
In altre parole c’è la conferma che all’arrivo della cartella esattoriale invece di passare in banca (sempre che si abbiano risorse  economiche a sufficienza…) si può chiedere una riapertura della rateizzazione, che già si era vista negli anni precedenti.


La domanda

In presenza di questa richiesta, purché tempestiva, l’Agenzia delle entrate è tenuta a sospendere le procedure per la riscossione.

Anche chi avesse già ricevuto le cartelle esattoriali potrà fare richiesta di rateizzazione.
Che succede nel caso la richiesta di rateizzazione sia respinta da Agea?
Semplicemente si riaprono le pratiche per la riscossione.
All’opposto, se la domanda viene accolta, è previsto che sia Agea a riscuotere le rate, per poi trasferire il dovuto all’Agenzia delle entrate.
Il versamento della prima rata comporterà la cessazione di ogni attività di riscossione forzosa. Spetterà ad Agea il compito di darne informazione all’Agenzia delle entrate.


Stop ai contenziosi

Condizione indispensabile affinché la domanda di rateizzazione venga accolta, è la rinuncia da parte del produttore di latte a ogni azione giudiziaria, anche quelle eventualmente pendenti di fronte agli organi giudicanti amministrativi.
Attenti poi al rispetto delle scadenze.
Nel caso che anche una sola rata non sia pagata, il debito rimanente diventerà immediatamente riscuotibile in un’unica soluzione

 

C’è chi dice no

Dopo l’avvenuta approvazione del Senato, non resta che attendere l’ultima tappa con il passaggio alla Camera in seconda lettura per la conversione in legge del decreto, cosa che avvenire entro il 20 maggio
Difficilmente ci saranno grosse novità, ma non tutti guardano con favore questa nuova opportunità di rateizzazione delle multe.
Secondo il presidente di Copagri, Franco Verrascina, piuttosto che riaprire il capitolo delle multe latte, sarebbe necessario tenere conto dei pronunciamenti della Corte di Giustizia Europea in merito agli errori nel computo delle multe stesse.
Cosa che avrebbe suggerito di interrompere ogni azione di recupero in attesa dei necessari ricalcoli.
Meglio ancora sarebbe una soluzione definitiva di questa annosa vicenda che non accenna a concludersi.