Novembre si è chiuso con un modesto aumento, appena un +0,9%, della redditività degli allevamenti suinicoli.
È quanto emerge dalla rilevazioni del Crefis, il Centro per le Ricerche Economiche sulle Filiere Sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, diretto da Gabriele Canali.

Due gli elementi che hanno consentito questo recupero: la riduzione dei prezzi delle materie prime per l'alimentazione e l'incremento dei prezzi dei suini pesanti da macello.
Rimane negativa la variazione tendenziale, ovvero il confronto tra i prezzi di quest'anno e quelli dello stesso periodo del 2020: -17,3%.


I prezzi

Ma vediamo meglio l'andamento del mercato a novembre: il prezzo medio mensile dei suini da macello della tipologia pesante destinati al circuito tutelato è stato pari a 1,536 euro/chilogrammo con un aumento dello 0,9% rispetto al mese precedente. Anche il valore della variazione tendenziale torna a essere positivo.
In calo invece la quotazione dei suini da allevamento di 30 chilogrammi: 2,023 euro/chilogrammo per una variazione congiunturale del -6% e un dato tendenziale pari a -7%.


I macelli

In calo a novembre la redditività della macellazione su base congiunturale, con l'indice Crefis sceso dell'1,4%; una dinamica negativa dovuta alla diminuzione delle quotazioni dei lombi in concomitanza all'aumento dei prezzi dei capi da macello.
Sfavorevole anche il dato tendenziale che mostra il confronto tra i prezzi di quest'anno rispetto a quelli del 2020: -3,7%.

Passando ad analizzare il mercato dei tagli freschi del mese di novembre troviamo i prezzi delle cosce della tipologia pesante destinate a produzioni tipiche saliti a 4,780 euro/chilogrammo per una variazione mese su mese del +0,6%.

Positivo anche il dato tendenziale, che attualmente risulta essere il valore rilevato più alto da aprile 2018, pari a +20,7%. Stabili invece le quotazioni medie mensili delle cosce fresche pesanti destinate a produzioni non tipiche con il valore fermo a 4,090 euro/chilogrammo; rimane però positiva la variazione tendenziale (+25,7%).

Sfavorevole invece la situazione dei prezzi dei lombi che risultano in calo a livello congiunturale: per il taglio Padova si è registrato un valore di 3,125 euro/chilogrammo (-2,3%) mentre il taglio Bologna ha quotato 3,025 euro/chilogrammo (-2,4%). Rimangono positive le variazioni tendenziali per entrambi i prodotti: +0,8% e +3,9%, rispettivamente.


La stagionatura

Passando al comparto della stagionatura la redditività mostra andamenti differenti secondo la tipologia di prodotto.
Per il prosciutto Dop pesante l'indice Crefis di redditività è in aumento sia su base mensile (+1,3%) che su base annua (+28,9%).
Il prodotto pesante non tutelato mostra invece una redditività pressoché stabile a livello congiunturale (+0,1%) mentre rimane negativo il valore tendenziale pari a -13,3%.
Dato questo andamento il gap di redditività tra le produzioni Dop e quelle non tipiche risulta ancora a favore delle prime con un dato in ulteriore aumento e pari a +24%.

Infine, uno sguardo al mercato dei prosciutti stagionati che vede, sempre a novembre, il prodotto tutelato pesante in fase favorevole con prezzi medi mensili in aumento su base congiunturale (+2,2%) per un valore di 9,125 euro/chilogrammo; ancor meglio la dinamica tendenziale che segna una variazione pari a +16,2%.
Positivo l'andamento dei prezzi anche del prodotto pesante non tutelato che ha raggiunto un valore di 6,275 euro/chilogrammo: +1,2% rispetto a ottobre e +1,6% nei confronti dell'anno scorso.