Da una parte l'aumento della popolazione mondiale, dall'altra l'impatto ambientale degli allevamenti (comunque inferiore a quanto si vorrebbe far credere), inducono le autorità comunitarie a interrogarsi su come aumentare la disponibilità di proteine nobili.
Alla carne di bovini, suini e avicoli si vorrebbero allora affiancare altre fonti proteiche.
Va in questa direzione la recente approvazione da parte di Efsa, l'Ente Europeo per la sicurezza alimentare, all'impiego di farine proteiche ottenute dagli insetti per l'alimentazione degli animali e anche per l'alimentazione dell'uomo.

Un capitolo a parte è quello della carne prodotta in laboratorio con varie metodologie.
Fra queste l'uso di numerose essenze vegetali opportunamente lavorate e variamente arricchite oppure la produzione di simil carne attraverso complessi processi di moltiplicazione cellulare in vitro.
In entrambi i casi alimenti che subiscono profondi e importanti processi di lavorazione, sovente energivori. 

Concorrenza sleale

L'interesse verso questi "novel food", come vengono definiti utilizzando un termine anglosassone, è in crescita anche grazie a iniziative marketing che ne esaltano qualità e prerogative non sempre coerenti con la realtà. Sovente affiancate da una pressante campagna di demonizzazione della carne naturale.
In ballo ci sono peraltro rilevanti interessi economici, trattandosi di prodotti che almeno in teoria promettono margini molto interessanti per chi li produce.
Non per nulla gli investimenti in questo settore vedono nomi noti dello "star system" mondiale.
Motivo in più per essere sorpresi dalla decisione della Commissione Europea di destinare risorse ad alcune aziende private impegnate nella produzione dei sostituivi della carne. 

Una scelta che ha sollevato molte perplessità da parte degli operatori, che nella carne sintetica vedono un concorrente sleale.
Perplessità espresse anche da Paolo De Castro, europarlamentare ben noto per il suo impegno sui temi dell'agricoltura e già ministro per le Politiche Agricole, che insieme a Pina Picierno ha presentato un'interrogazione in sede europea sulle motivazioni che hanno suggerito di fornire un sostegno alle proposte di produzione di carne sintetica. 


L'interrogazione 

"La Commissione Europea - affermano De Castro e Picierno - spieghi su quali basi e per quali ragioni il progetto 'Feed for Meat' delle aziende olandesi Nutreco e Mosa Meat hanno recentemente ricevuto una sostanziale sovvenzione di 2 milioni di euro dal programma React-Eu con l'obiettivo di sviluppare la produzione alimentare cellulare e la produzione di carne sintetica.
Sono necessarie risposte dettagliate soprattutto perché, allo stato attuale, sono sconosciuti o non comprovati gli aspetti benefici, dal punto di vista del benessere animale o di salute umana, del consumo e della produzione di carne sintetica.
Senza dimenticare che il programma React-Eu è uno strumento creato per stimolare la ripresa economica dopo la grave crisi causata dal covid-19 nelle regioni europee più colpite".

"Non si comprende dunque - dichiarano i due europarlamentari - il nesso logico con un impegno finanziario così corposo per produrre carne sintetica. La produzione di carne in laboratorio, tra l'altro, determina conseguenze nefaste a più livelli.
L'impatto ambientale, derivante dall'intenso consumo energetico e di risorse, rischia di essere più elevato di quello generato dagli allevamenti, mettendo così a repentaglio la vita nelle zone rurali e distorcendo la concorrenza con gli agricoltori europei".

Quanto loro, siamo ansiosi di conoscere le risposte che la Commissione Europea vorrà fornire.