La Giunta regionale della Sardegna il 31 agosto scorso - su proposta del vicepresidente Alessandro Zedda, di concerto con gli assessori alla Sanità e all'Agricoltura - ha approvato la delibera 36/51 con la quale ha adottato il Piano di eradicazione della peste suina africana in Regione Sardegna per il 2021-2022, che farà parte integrante del Piano nazionale di sorveglianza e prevenzione della peste suina africana.

Con la delibera si è dato mandato alla Unità di progetto in collaborazione con il Sevizio sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dell'assessorato dell'Igiene e sanità e dell'Assistenza sociale per l'attuazione del piano attraverso un programma operativo.

La delibera richiama l'esigenza prioritaria di proseguire le azioni di depopolamento previste sui capi di maiali bradi, ove presenti, dando mandato al responsabile dell'Unità di progetto di predisporre una pianificazione degli interventi, la cui attuazione costituisce obiettivo prioritario delle strutture del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna e dell'Agenzia Forestas. Inoltre si dovrà attivare un programma per la sorveglianza passiva nei cinghiali di concerto con le Aziende socio sanitarie locali.

Il Piano di eradicazione 2021-2022 era nato nella scorsa primavera a Roma, dopo che l'Unione europea, nonostante i risultati raggiunti dalla Regione Sardegna con l'Unità di Progetto - zero capi positivi al virus da gennaio 2019 in avanti tra i maiali, con un solo caso in esemplare brado nel Goceano - aveva ritenuto di non autorizzare l'export di carni suine dall'isola, anche a causa del diffondersi dell'allarme Psa nel resto dell'Unione. Il testo del Piano di eradicazione - allegato al Piano di vigilanza nazionale per la Psa - era giunto a Bruxelles nello scorso luglio da Roma per l'approvazione da parte della Commissione Europea e per l'accesso alle misure di cofinanziamento.

Nel frattempo, il ministero della Salute aveva raccomandato alla Regione Sardegna, sin dal 17 marzo 2021, nelle more dell'adozione del nuovo Piano 2021-2022 "di proseguire l'applicazione delle attività come previste dal piano 2020". Per altro, il Piano di eradicazione 2020 era stato prorogato fino al 15 maggio per gli effetti della crisi generata dalla pandemia da Covid-19.

Resta il fatto che nella delibera di adozione del nuovo Piano si legge: "Da oltre 25 mesi non si riscontra alcuna presenza virale nei cinghiali (ultimo riscontro: 8 aprile 2019 in Goceano). Questi risultati, estremamente favorevoli in tutte e tre le popolazioni suine della Sardegna (cinghiali selvatici, suini bradi, suini regolarmente allevati Ndr), non erano mai stati raggiunti dal 1978, anno di prima apparizione della Psa nell'isola, ad oggi".

E ancora "Anche nella popolazione selvatica la situazione è in forte miglioramento, come indicato dai dati raccolti nel corso della stagione venatoria 2019-2020 ed in particolare in quella 2020-2021 e grazie alla sorveglianza passiva, che confermano che la malattia si sta avviando all'eradicazione dai cinghiali in assenza di altre fonti di infezione, che in passato erano costituite dai maiali bradi ed anche dai suini domestici. La presenza di sieropositività nei cinghiali nel 2019-2020 era pari a 1,24%, nel corso del 2020-2021 si è attestata allo 0,49%".

Intanto, per la peste suina africana le mappe dell'Osservatorio epidemiologico veterinario regionale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna segnalano al 19 agosto 2021 ancora 4 focolai attivi di Psa in selvatici.

Si continuerà pertanto ad analizzare ogni carcassa di selvatico abbattuto e tentare di tenere sotto controllo la situazione, per evitare il virus passi nuovamente tra i maiali regolarmente allevati.