Leggera flessione del prezzo del latte spot, che nella seduta del 19 luglio quota 40 euro al quintale, segnando una variazione in negativo dello 0,3%. Ma il confronto con l'anno precedente, come si apprezza nelle rilevazioni di Assolatte, si mantiene positivo.
Nel rapporto con le quotazioni per le altre provenienze, quella tedesca e quella francese, si nota il ritorno alla "normalità", con il prodotto nazionale che ora presenta quotazioni superiori rispetto al prodotto di importazione.
Positivo anche per quest'ultimo il dato tendenziale, visto che i prezzi si mantengono con decisione più alti rispetto allo scorso anno.
 


I prezzi nella Ue…

La pur modesta flessione delle quotazioni del latte spot sembra interrompere il buon andamento di mercato vissuto nelle ultime settimane dal mondo del latte.
Un segnale negativo che trova sponda nelle rilevazioni della Commissione europea, anche se va notato che i dati più recenti si fermano però al mese di maggio.
In effetti mentre il prezzo medio del latte europeo segna ancora spunti al rialzo, si fanno notare le cadute sui prodotti lattieri, dal latte in povere al burro, tutti con il segno meno, con la sola eccezione del cheddar, il formaggio di riferimento nei commerci internazionali.
 


…e nel mondo

Allargando lo sguardo ai mercati mondiali la situazione non cambia.
Sia in Oceania che negli Usa, si registrano flessioni significative delle quotazioni e in questo caso i dati sono assai più recenti, in quanto risalgono alla prima decade di luglio.
 
 

C'è più latte nel mondo…

Una delle spiegazioni di questa debolezza del mercato la si riscontra negli aumenti della produzione di latte nei principali paesi produttori.
Nuova Zelanda e Usa mostrano aumenti di oltre il 2% nei primi cinque mesi dell'anno. In aumento anche la produzione australiana, sebbene più contenuta (più 1%).
 


…e in Italia

Anche la produzione italiana di latte continua da inizio anno a crescere, quasi senza interruzione.
Nei primi quattro mesi del 2021 la quantità di atte prodotta è giunta a un totale di 4,465 milioni di tonnellate, con un aumento dell'1,69% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Un aumento della produzione che ha coinciso con la caduta dei consumi di latte fresco in seguito all'emergenza sanitaria.
E' solo grazie alla trasformazione casearia, canale che assorbe la maggior parte della produzione di latte italiano, se i prezzi sul mercato interno non ne hanno risentito più del dovuto.
 

Andamento delle consegne di latte in Italia
(Fonte ©Assolatte)


Il mercato dei "Grana"

Osservando l'andamento del prezzo del Grana Padano, che da solo assorbe una quota rilevante del latte prodotto nella vasta area di produzione di questa Dop, si nota come alla leggera flessione delle quotazioni nei primi mesi dell'anno sia poi seguita una fase di stabilità che dura tutt'ora.
Le quotazioni medie rilevate da Ismea per il mese di giugno collocano il prezzo a 8,02 euro al chilo.
Stabile il confronto con il mese precedente e positivo (+9,3%) il dato tendenziale.

Situazione ancora più favorevole è quella che si registra per il Parmigiano Reggiano dove i prezzi sono stabili o in leggero aumento e con un forte divario positivo nel confronto annuale (+30,1%).
E finché questi due grandi "Grana" continuano ad avere il favore del mercato, il latte italiano non ha molto da temere. Purché si presti attenzione a non esagerare con la produzione di materia prima.
 

Andamento medio mensile dei prezzi del Parmigiano Reggiano
(Fonte: ©Ismea)

Compito difficile quello delle previsioni di mercato.
Un aiuto può venire dall'esame delle tendenze in atto. Ma occorre conoscere i "numeri del latte" e in tempi di mercati globali lo sguardo deve allargarsi a livello internazionale.
Le fonti non mancano e AgroNotizie le raccoglie per dare ai lettori gli strumenti per orientarsi.