Primi, timidi, segnali di ripresa per la redditività degli allevamenti suinicoli. Merito dell'aumento dei prezzi di mercato per i suini pesanti e del contemporaneo calo in giugno dei prezzi delle materie prime per l'alimentazione degli animali.
L'indice di redditività degli allevamenti monitorato dal Crefis, il Centro per le ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, diretto da Gabriele Canali, registra così una variazione positiva del 7,9% su base congiunturale, cioè rispetto a maggio, e dell'8,1% su base tendenziale nel confronto con l'anno precedente.
 

I mercati

Sul fronte dei mercati, si registrano, come accennato, quotazioni in crescita per quanto riguarda i capi da macello pesanti destinati al circuito tutelato che mostrano, in giugno, un prezzo medio di 1,558 euro/kg per un aumento dell'11,1% rispetto al mese precedente.

Molto positiva anche la variazione tendenziale (+49%), ma ciò deriva soprattutto dal fatto che il confronto avviene con le basse quotazioni dello stesso periodo del 2020, dovute alla pandemia.
In calo invece, sempre a giugno, i prezzi dei suinetti da allevamento di 30 kg la cui quotazione scende a 3,716 euro/kg con una variazione mese su mese pari a -0,8%; resta comunque ampiamente positiva la variazione tendenziale che si è attestata a +71,2%.
 

Peggiorano i macelli

Passando al segmento della macellazione, in giugno notiamo un ulteriore calo di redditività così come evidenziano gli indici Crefis: -5,3% su base congiunturale e -22% su base tendenziale. Ciò è dovuto all'aumento dei prezzi dei capi da macello che ha vanificato l'incremento, che pur si è registrato, delle quotazioni delle cosce fresche e dei lombi.
In particolare, è evidente l'aumento congiunturale dei prezzi delle cosce fresche della tipologia pesante destinate a prodotto Dop: 4,203 euro/kg per una variazione mese su mese del +4% e del +29,1% rispetto ai valori dello stesso periodo del 2020.

Anche le quotazioni delle cosce fresche pesanti destinate a prodotto generico a giugno risultano in aumento del 4,6% a livello congiunturale per un valore di 3,603 euro/kg che si traduce in una variazione tendenziale del +33,7%.
Infine, sempre a giugno, anche i prezzi dei lombi risultano in ascesa: a partire dalla tipologia taglio Padova che registra un incremento congiunturale del 9,3% per un valore di 3,688 euro/kg; così come positivo è il raffronto con le quotazioni dello stesso periodo del 2020: +12,6%.
 

La dicotomia dei prosciutti

Per quanto riguarda la redditività del segmento della stagionatura, sempre nel periodo preso in esame e per la tipologia di prosciutto pesante, si nota un andamento opposto tra il prodotto tutelato e quello generico.
Da un lato, infatti, continua ad aumentare la redditività dei prosciutti Dop (+2,9% la variazione congiunturale e +16,5% la variazione tendenziale) che hanno raggiunto i valori più alti dal 2019, e non soltanto per l'influenza favorevole dei prezzi delle cosce acquistate a inizio stagionatura, ma anche per un miglioramento della tonicità di mercato del prodotto stagionato.
Dall'altro lato, la redditività dei prodotti non tutelati segnala ancora dati in calo, con un indice Crefis di -0,3% nel raffronto mese su mese (si mantiene ancora positivo però il dato tendenziale che è pari al +20,2%).
Questa situazione ha ulteriormente ampliato il gap di redditività tra le due tipologie di prosciutti a favore del prodotto tutelato: +31,6%.

Sul fronte dei mercati, il Prosciutto di Parma Dop pesante a giugno ha fatto registrare quotazioni medie mensili in crescita del 2,8% mese su mese, raggiungendo il valore di 8,125 euro/kg, con un confronto con i prezzi dello stesso periodo dell'anno scorso a +4,2%.
Diverso l'andamento per il prodotto generico che ha visto le proprie quotazioni sostanzialmente stabili a 6,175 euro/kg; la variazione tendenziale, comunque si mantiene positiva e pari a +1,6%.