Altra battuta d'arresto sul mercato dei suini, che dopo il lieve recupero dei mesi scorsi vede i prezzi dei suini da macello arretrare nuovamente.
Chi non si ferma sono invece i costi di produzione, spinti verso l'alto dalle tensioni sui mercati delle materie prime per l'alimentazione, soia in particolare.
Un mix dal quale la suinicoltura esce vedendo ulteriormente erodere i suoi margini, come conferma l'indice Crefis, il Centro di ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, diretto da Gabriele Canali.
In aprile, infatti, la redditività degli allevamenti presenta una variazione congiunturale pari a -6,4%. Anche il dato tendenziale della redditività (ovvero il confronto tra i valori di quest'anno e gli stessi dell'anno precedente) risulta in forte calo: -16.9%.
 

Il prezzo dei suini

Passando ad analizzare il mercato, riscontriamo che il prezzo medio mensile dei suini da macello destinati al circuito tutelato nella tipologia pesante in aprile è stato pari a 1,378 euro/kg, segnando un -2,2% rispetto al mese precedente, mentre il dato tendenziale resta positivo (+6%).
"La crisi perdurante nella filiera del suino pesante tutelato italiano diviene evidente se si nota che i prezzi italiani sono scesi al di sotto di quelli spagnoli, pari a 1,460 €/kg peso vivo ad aprile" è il commento di Gabriele Canali.
Quotazioni in crescita, sempre ad aprile, per i suini da allevamento; in particolare i suinetti da 30 kg hanno fatto registrare una quotazione di 3,620 euro/kg, con variazioni congiunturale e tendenziale positive (rispettivamente a +9% e +8,8%).


Va meglio per i macelli

In modesta crescita in aprile la redditività del segmento della macellazione, una situazione relativamente favorevole dovuta al calo dei prezzi dei suini da macello.
L'indice Crefis fa infatti registrare una variazione congiunturale pari a +1,6%, mentre è negativo il confronto con la situazione dello stesso periodo dell'anno scorso (-6,7%).  
Per ciò che concerne il mercato, possiamo rilevare una sostanziale stabilità, rispetto a marzo, dei prezzi delle cosce fresche (tipologia pesante) destinate a produzioni tipiche, ferme a 3,984 euro/kg con una variazione congiunturale pari a +0,04% e tendenziale a +15,7%.

Sono invece in aumento le quotazioni delle cosce fresche della tipologia pesante destinate a produzioni non tipiche, con un prezzo medio mensile di 3,378 euro/kg per una variazione congiunturale a +1,1% (e tendenziale a +17,2%).
In controtendenza, sempre in aprile, le quotazioni dei lombi che hanno subito una battuta d'arresto.
In particolare, il prezzo del taglio Padova è sceso dell'1,7% rispetto al mese precedente, fermandosi a 3,490 euro/kg, mentre la quotazione del lombo taglio Bologna è diminuita del 9% (2,980 euro/kg).
Le variazioni tendenziali sono risultate negative per entrambi i prodotti: -15,1% e -16,3%% rispettivamente.
 

Le due facce del prosciutto

Passando a esaminare la redditività del segmento della stagionatura, in aprile possiamo notare andamenti contrapposti tra il prodotto Dop e quello generico.
Il Prosciutto di Parma Dop segna un aumento dell'indice Crefis sia a livello congiunturale, +17,8%, che a livello tendenziale, + 1,4%.
Ricordiamo però che questa situazione è il frutto degli approvvigionamenti vantaggiosi delle cosce avvenuti l'anno scorso, mentre il segmento della stagionatura dei prodotti tutelati, dal punto di vista dei prezzi di vendita, rimane in profonda sofferenza.
E dunque non inganni il dato relativo al differenziale di redditività tra le produzioni Dop e quelle non tipiche, anche se per la prima volta da ottobre 2020 torna a essere positivo (+14,2%), a favore cioè del prodotto tutelato.

Come dicevamo, è in calo congiunturale l'indice di redditività dei prosciutti generici (-8,2%), per effetto degli elevati costi d'acquisto delle cosce fresche a inizio stagionatura e della stabilità delle quotazioni del prodotto stagionato. Il dato tendenziale resta però positivo (+17,9%).
Per quanto riguarda il mercato, in aprile la quotazione media mensile del Parma Dop pesante stagionato è rimasta stabile rispetto al mese precedente e pari a 7,850 euro/kg, ma risulta ancora in calo il dato tendenziale (-2,5%).
Stesso andamento per i prezzi del prodotto non tutelato (sempre tipologia pesante) che ad aprile rimangono stabili rispetto a marzo a 6,175 euro/kg, mentre segnano una variazione negativa se confrontati con i valori dello stesso periodo del 2020 (-1,6%).