Quello che andiamo ad affrontare è un argomento inusuale, complesso e anche, perché non dirlo, triste: l'eutanasia per le api. Cioè quali sono le tecniche da usare per sopprimere un alveare, cercando di ridurre al minino le sofferenze per le api, qualora ce ne sia la necessità.

Di solito infatti si parla di come curare le api, di come salvaguardarle, ma nella tecnica apistica possono esserci situazioni in cui è necessario dover sopprimere un alveare, o in cui questa soppressione è obbligatoria per legge.

Ma come si deve sopprimere un alveare? Quali sono le procedure da seguire e le tecniche da usare? Per farcelo spiegare abbiamo intervistato Franco Mutinelli, responsabile del Centro di referenza nazionale per l'apicoltura dell'Izs delle Venezie, che ha recentemente pubblicato un articolo sulla rivista scientifica Journal of apicultural research.

Mutinelli, perché ha sentito l'esigenza di scrivere questo articolo?
"L'attenzione nei confronti del benessere degli animali di allevamento, d'affezione e utilizzati a fini scientifici è notevolmente cresciuta negli ultimi trent'anni ed è stata accompagnata anche dalla emanazione e revisione di specifiche norme e raccomandazioni a livello internazionale, di Unione europea e nazionale. La direttiva 2010/63/Ue sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, recepita in Italia dal decreto legislativo 26/2014, riguarda i vertebrati ma, per la prima volta, anche i cefalopodi vivi (invertebrati) utilizzati nella sperimentazione animale ricadono nel suo ambito di applicazione. Non esiste invece una normativa specifica che si occupi del benessere degli invertebrati, api da miele incluse. Ho ritenuto quindi opportuno affrontare questo tema partendo da quella procedura, l'eutanasia appunto, che in diverse condizioni è necessario eseguire anche in apicoltura".

Quando è necessario ricorrere all'eutanasia sugli alveari?
"La condizione più nota per gli addetti al settore è quando si verifica un focolaio di malattia infettiva come la peste americana (Regolamento di polizia veterinaria, dpr 320/1954 e successive modifiche e integrazioni) a seguito del quale e per evitare l'ulteriore diffusione della malattia si procede alla eutanasia (soppressione è il termine correntemente utilizzato) delle api e alla distruzione degli alveari e di altro materiale apistico infetto o a rischio. Altra condizione ancora che potrebbe richiedere il ricorso all'eutanasia delle api è il ritrovamento di uno sciame in un luogo non accessibile a consentirne il recupero e con rischio per la salute pubblica".
Franco Mutinelli
Franco Mutinelli, Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie

Le api mellifere, contrariamente a quanto si pensa non sono una specie protetta né in Italia né in Europa. Ma molte persone si chiedono, anche giustamente se è necessaria una autorizzazione per ucciderle?
"Gli esempi di condizioni per cui è richiesta l'eutanasia delle api sopra citati sono caratterizzati da un elemento comune ossia la tutela della salute delle api stesse (focolaio di malattia, api di origine sconosciuta) o della salute pubblica (api non gestibili). In questi casi sono i servizi veterinari delle Asl piuttosto che dei posti di controllo frontalieri che hanno la competenza e l'autorità per decidere in questo senso con una precisa base normativa (prevenzione delle malattie o tutela della salute pubblica)".

Nel suo articolo ha preso in considerazione vari metodi utilizzati per sopprimere un alveare. Sono tutti utilizzabili dal punto di vista giuridico?
"L'elenco che ho predisposto è piuttosto lungo e riporta esempi provenienti da diversi continenti e contesti apistici. Nel mondo le principali sostanze utilizzate per la soppressione degli alveari sono:  l'anidride solforosa, la benzina o il gasolio, l'alcol isopropilico, il ghiaccio secco, l'acqua saponata e i piretroidi di sintesi.

Tuttavia, solo in alcuni casi, cito ad esempio Regno Unito, Stati Uniti, Canada e Australia, abbiamo un riconoscimento ufficiale della procedura per l'eutanasia degli alveari. Nell'Unione europea e anche in Italia non c’è una base giuridica per tale procedura. Di fatto, nel caso di un focolaio di malattia infettiva o infestante si applica la procedura più semplice, realizzabile in loco e di immediata efficacia che si basa sullo storico di questo settore. Si ricorda che il loro utilizzo deve sempre avvenire sotto la supervisione dell'autorità competente e nel rispetto delle misure di sicurezza per gli operatori".


E quali sono i più corretti da usare per ridurre al minimo le sofferenze delle api?
"L'eutanasia degli alveari si esegue sigillandoli alla sera, quando le api sono rientrate, e bruciando le pastiglie di zolfo (le stesse utilizzate per la bonifica dei favi da melario nei confronti della tarma della cera) poste sul fondo dell'arnia. L'anidride solforosa prodotta per combustione del dischetto di zolfo satura l'alveare e soffoca le api molto rapidamente. Nel caso in cui il numero di alveari da sopprimere sia elevato, si ricorre alla bombola di anidride solforosa che però può essere utilizzata solo da personale esperto e autorizzato. Il ricorso all'anidride solforosa deriva dalla sua efficacia e praticità d'uso, dal basso costo e dalla facile reperibilità del principio attivo utilizzato, nonché dal suo utilizzo storico nel settore per questa finalità. Tuttavia, non esiste un'autorizzazione specifica in questo senso. Ad oggi questa situazione si rileva anche nel resto dell'Unione europea.

Nel caso di sciami non recuperabili perché situati in luoghi non accessibili o dei controlli alla frontiera si può ricorrere più semplicemente ad insetticidi a base di piretroidi. E' chiaro quindi che la scelta della procedura dipende dal contesto in cui viene richiesta, senza ovviamente trascurare gli aspetti della sicurezza degli operatori che la eseguono. Naturalmente se parliamo di alveari si opera in ambiente aperto e quindi in condizioni favorevoli anche per l'utilizzo dell'anidride solforosa come descritto sopra".


Per la legge chi può effettuare la soppressione?
"Nei contesti sopra ricordati l'eutanasia può essere eseguita dall'apicoltore o dagli specifici servizi di disinfestazione dell'Asl con la supervisione del servizio veterinario".

Una volta soppresso un alveare, come deve essere smaltito?
"I principi alla base della gestione di un focolaio di malattia infettiva o infestante richiedono che la soppressione e la distruzione del materiale infetto avvenga possibilmente in loco, evitando inutili spostamenti dello stesso che potrebbero costituire a loro volta una fonte di diffusione della malattia. Di conseguenza gli alveari una volta soppresse le api vengono distrutti con il fuoco e le ceneri interrate (regolamento Ue 1069/2009). E' buona norma quindi predisporre uno scavo prima di iniziare le operazioni cosicché si possa poi procedere immediatamente ad interrare le ceneri.

Nel caso di sciami non recuperabili che vengono soppressi mediante piretroidi è opportuno rimuovere le api morte e tutto il materiale asportabile che andrà distrutto, o sigillare l'accesso (ad esempio uno sciame all'interno del muro di una abitazione) in modo da evitare la dispersione dell'insetticida nell'ambiente".