A Bari il 21 gennaio scorso, durante la videoconferenza convocata dall'assessore alle Risorse agroalimentari di Regione Puglia, Donato Pentassuglia, erano presenti al tavolo tutti gli attori della filiera del latte. Nel corso degli interventi i presidenti di Copagri Puglia, Tommaso Battista, e di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro, hanno evidenziato che gli allevatori della murgia barese e tarantina stanno ricevendo dai caseifici richiesta di fatturazione di saldo relativamente al periodo di marzo e aprile 2020.

Il saldo che viene applicato è pari a 2 centesimi al litro rispetto alla riduzione che, per quel periodo, è stata in media di 4 centesimi al litro. Una scorrettezza tanto più grave, considerato che solo i caseifici hanno ottenuto i ristori sulla misura 21 del Piano di sviluppo rurale Puglia 2014-2020. Così le confederazioni pugliesi di Confagricoltura e Copagri hanno chiesto all'assessore Pentassuglia di por mano ad un bando sulla stessa misura 21 per venire incontro alle esigenze degli allevatori vaccini filiera latte, dato che la liquidità della misura d'emergenza del Psr non è ancora stata tutta impegnata. Pentassuglia si è impegnato a valutare tale possibilità con la Commissione europea.

I presidenti di Copagri e Confagricoltura hanno denunciato e ribadito la gravità del modus operandi di alcuni caseifici, tenuto conto che la Regione Puglia, lo scorso ottobre, aveva attivato un bando dedicato alle imprese di trasformazione lattiero-casearie gravemente colpite dal blocco delle vendite causato dalle misure restrittive contro il Covid-19 dei mesi di marzo e aprile.

L'avviso pubblico, con una dotazione complessiva di 800mila euro, prevedeva ristori in favore dei trasformatori che avrebbero dovuto assicurare il pagamento del saldo agli allevatori in base ai prezzi del mese di febbraio 2020. Infatti la legge regionale in questione, la n 13 del 15 maggio 2020 all'articolo 3, comma 6, così recita: "La Regione eroga un aiuto a fondo perduto in favore dei trasformatori con sede in Puglia che ritirano il latte pugliese, sulla base dei prezzi praticati sino a febbraio 2020, esclusivamente dagli allevatori con attività ubicate sul territorio regionale".

Battista e Lazzàro, ancora una volta, hanno richiesto all'assessore di intervenire a favore del settore zootecnico attraverso la misura 21 per l'emergenza Covid-19, in quanto, oltre ai settori floricolo, vitivinicolo e agriturismi, è un comparto che ha subito gravi ripercussioni in termini di produzione, a seguito della chiusura del canale Horeca a causa dell'emergenza Covid-19.

"Il Programma di sviluppo rurale Puglia 2014-2020 continua a non considerare la zootecnia come un settore degno di attenzione. Infatti, nel Psr non era stata indicata alcuna misura in favore del benessere animale, nonostante gli impegni assunti ad inserirla. Tra l'altro, la Puglia risulta essere unica regione in tutta Italia a non aver adottato provvedimenti in tal senso" hanno ricordato Battista e Lazzàro.

"Oggi, dunque, chiediamo di inserire nella misura 21 Covid la zootecnia - hanno concluso, sottolineando - dei 32 milioni di euro messi a disposizione della Commissione europea, mancano all'appello 13 milioni di euro, al netto dei settori per i quali sono stati emessi i bandi della stessa misura 21".

Alla richiesta di Battista e Lazzàro l'assessore Pentassuglia si è impegnato a confrontarsi con la Commissione europea per fare un bando in favore della zootecnia nell'ambito della misura 21 con risorse a definirsi.