Per la prima volta un nido di Vespa velutina è stato trovato in Toscana. A darne la notizia è stato Stefano Fenucci dell'associazione Toscana miele che ha effettuato un primo sopralluogo sul posto.

Il nido, di circa un metro di diametro, si trova su un albero in un giardino privato, a diversi metri di altezza, in località Cinquale, nel comune di Montignoso in provincia di Massa Carrara, in un territorio dove ormai gli avvistamenti di Vespa velutina sono sempre più frequenti.

Il nido è stato scoperto dal proprietario del giardino, Thomas Mutti, che lo ha notato sul suo albero ora che ha perso tutte le foglie. Notato il nido ha contattato Federico Cappa dell'Università di Firenze, uno dei referenti regionale della Rete StopVelutina, che a sua volta ha fatto partire la segnalazione ufficiale e organizzato il primo sopralluogo.

Il nido è ancora abitato e con una attività di volo che fa registrare circa una trentina di calabroni in entrata e una trentina in uscita ogni due minuti, secondo quanto osservato nel primo sopralluogo.

Nei prossimi giorni la colonia di calabroni sarà abbattuta da tecnici specializzati di Toscana miele, secondo le procedure autorizzate e poi il nido verrà rimosso. Per queste operazioni sono già stati contattati sia i vigili del fuoco sia l'amministrazione comunale, per poter fornire una piattaforma aerea per l'intervento e per chiudere l'area durante le fasi di lavoro per evitare pericoli per la popolazione.

Il fatto che il nido sia stato notato solo in pieno autunno sui rami ormai spogli, quando con tutta probabilità era presente sull'albero da diversi mesi in una zona quotidianamente frequentata da persone, mostra come sia difficile localizzare e distruggere i nidi di Vespa velutina.

Una difficoltà che rallenta il contrasto alla diffusione di questo calabrone sul territorio e che rende le attività di ricerca e distruzione dei nidi un metodo troppo lento e dispendioso, seppur valido.

Nuove prospettive stanno già arrivando, come nel caso del metodo Z, una tecnica brevettata già adottata e validata in via sperimentale anche dal Crea Agricoltura e ambiente, che prevede l'abbattimento delle colonie di calabroni mediante il trasporto nel nido di sostanze insetticide trasportate dai calabroni stessi.