Sono molti i parametri che si possono prendere in esame per “misurare” lo stato di salute di un comparto produttivo.
Andamento della produzione, fatturato, prezzi di mercato e via elencando. Nel caso della zootecnia ce n'è uno che forse più di altri ci dà il polso della situazione: il consumo di mangimi.
Un indicatore utile per avere un quadro di massima e al contempo di dettaglio, specie per specie.

Allora i “numeri” della produzione di mangimi diffusi in occasione della recente assemblea di Assalzoo, l'associazione che riunisce le imprese del settore, mostrano un comparto che ha chiuso il 2019 in salute, pur con qualche ombra.

Il presidente di Assalzoo, Marcello Veronesi, nel commentare la situazione del settore, ha messo in evidenza come nell'insieme la produzione di mangimi nel corso del 2019 abbia mostrato una buona capacità di tenuta rispetto all'anno precedente.
La produzione complessiva di mangimi è aumentata di 184mila tonnellate, portando il totale a 14,66 milioni di tonnellate, con una crescita dell'1,3%.
 

Meglio di tutti gli avicoli

Una crescita trainata in particolare dal segmento avicolo, che da solo assorbe il 40% dell'intera produzione mangimistica, giungendo a impiegare quasi sei milioni di tonnellate di mangimi.

In questo comparto il consumo di mangimi nel 2019 è cresciuto dell'1,8%.
Entrando nel dettaglio delle diverse categorie, le maggiori crescite sono state registrate dalle galline ovaiole (+2,7%), seguite dai tacchini (+2%) e dai broiler (+1,2%).
 

Suini, avanti adagio

Il comparto suinicolo, al secondo posto nella graduatoria dei segmenti della zootecnia per consumo di mangime (25,5% del totale), ha mostrato una leggera tendenza all'aumento, assorbendo 14mila tonnellate in più rispetto al 2018.
Un aumento che si ferma a un modesto +0,4%, che può essere interpretato come un segnale di “tenuta” per questo settore.

Ma non si può dimenticare che mentre nella prima parte del 2019 il settore suinicolo ha vissuto un periodo di forte aumento della domanda, e dunque dei prezzi di mercato, è poi scivolato in una profonda crisi, proseguita nel 2020.
Gli esiti si vedranno nel prossimo consuntivo sul consumo di mangimi.
 

Bene i bovini

Il settore bovino, quasi a pari merito con quello suinicolo in quanto a consumo di mangimi (23,7%), ha chiuso il 2019 con numeri in sensibile progressione.

Nel 2019 sono arrivate nella mangiatoia dei bovini 68mila tonnellate in più di mangimi, per un totale di 3,467 milioni di tonnellate.
Un aumento medio di circa il 2%, che arriva al più 2,4% nel caso delle vacche da latte mentre si ferma a un più 1,5% per i bovini da carne.
 

Conigli in caduta

C'è tuttavia qualche settore in sofferenza, quello dell'allevamento di conigli (-3,4%), dell'acquacoltura (-7,2%), degli equini (-7,6%).

Comparti, in particolare quello dei conigli, alle prese con una profonda crisi che si trascina da tempo, come già AgroNotizie ha avuto occasione di approfondire.


Le prossime tappe

Ma la sfida più grande che tutta la zootecnia dovrà affrontare è rappresentata dalle conseguenze dell'emergenza sanitaria.

La grave crisi dei consumi ed economica scaturita dalla pandemia da coronavirus, ha messo in evidenza il presidente di Assalzoo, rende necessario un patto fra tutti i componenti della filiera.
Occorre - ha dichiarato Marcello Veronesi - un vero e proprio coordinamento di tutta la filiera al fine di trasformare la crisi che stiamo vivendo in una occasione di rilancio dell'agricoltura, della zootecnia e delle produzioni alimentari italiane.

Una sfida, è stato ricordato, che si muoverà lungo i binari della sostenibilità, percorso nel quale il settore mangimistico è da tempo impegnato per favorire la riduzione dell'impatto ambientale dell'allevamento, in quanto modello efficiente di economia circolare.
 
Produzione 2019 di mangimi composti

Quantità in migliaia di tonnellate
(Fonte ©Assalzoo)