Il prezzo medio del latte nell'Unione europea è oggi identico a quello di 12 mesi fa: 34,4 euro al quintale.
Parrebbe un dato indicativo di una situazione di stabilità, mentre al contrario il settore lattiero caseario è agitato da forze contrapposte.

Da una parte il calo dei consumi, come conseguenza dell'emergenza sanitaria e la chiusura dei punti di ristoro collettivo. Dall'altra l'aumento degli acquisti domestici di latte a media e lunga conservazione, che ha preso il posto del latte fresco.

Poi i nuovi modelli alimentari, che sembrano spingere verso un'alimentazione più equilibrata e sana, dove latte e prodotti caseari possono offrire un'innegabile qualità salutistica.
Vedremo poi quali saranno gli effetti, si spera duraturi, della riapertura degli esercizi di ristorazione. Già qualche segnale arriva sul prezzo del latte spot, che mostra timidi cenni di ripresa.
 

Il latte nella Ue

Ma andiamo con ordine, iniziando dal mercato lattiero della Ue, utilizzando i dati messi a disposizione della Commissione europea.
Il prezzo medio rilevato nel mese di marzo, il più recente disponibile, si colloca come già detto a 34,4 euro per quintale.

Il confronto con il mese precedente evidenzia una flessione del 2,2%, che nel caso del burro si spinge sino a un meno 4,5%.
Cresce però il prezzo del cheddar, il formaggio preso a riferimento negli scambi commerciali internazionali. Segno di una ripresa dei consumi? Lo si vedrà nelle settimane successive.
 
  

Il latte nel mondo

Uno sguardo al mercato statunitense, aggiornato alla prima decade di maggio, mostra una significativa impennata del prezzo del cheddar (+23,9%).
In crescita anche il burro e sostanzialmente stabile il latte in polvere nelle sue componenti intero e scremato. Stabile anche il mercato europeo e solo per le produzioni targate Oceania prevale il segno meno.
 
 

Quanto latte c'è

Un'occhiata all'andamento della produzione di latte nella Ue desta qualche apprensione.
Nei primi due mesi dei quest'anno la produzione di latte è aumentata del 3,3%, provocando un'impennata nelle giacenze di latte in polvere, oggi sostenute dalle agevolazioni comunitarie all'ammasso, delle quali ha dato anticipazione AgroNotizie.
In modo analogo si sono comportati i formaggi.
Una maggiore presenza di prodotto che in assenza di una ripresa dei consumi potrebbe pesare sui prezzi.
 


Attenti alla Cina

Più latte nella Ue e riduzione dell'import di prodotti caseari da parte della Cina, sono entrambi elementi da tenere in considerazione per formulare ipotesi sull'evoluzione del mercato.

La maggiore richiesta di formaggi da parte del mercato cinese potrà assorbire solo in parte le conseguenze della contemporanea riduzione registrata dal latte in polvere.
Peraltro l'aumentato import di formaggi da parte di Pechino non riguarda il prodotto di origine europea.
 
 

Il latte in Italia

Questo il quadro internazionale, ma in Italia qual è la situazione del latte? Iniziamo dalla produzione, ricorrendo alle analisi pubblicate da Assolatte, l'associazione che riunisce la gran parte delle industrie del settore.

I dati più recenti sulle consegne di latte risalgono a febbraio, con una produzione di oltre un milione di tonnellate.
Ma ciò che conta è il significativo aumento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, con un più 5,7%. Superiore anche alla media europea.
Aumento che arriva proprio in prossimità delle prime fasi dell'emergenza da coronavirus e la conseguente caduta dei consumi.
 

Andamento delle consegne di latte in Italia
(Fonte: ©Assolatte)

Fragilità diffuse

Non stupisce allora che il prezzo del latte spot, già in flessione da inizio anno, sia sceso settimana dopo settimana, evidenziando la fragilità del settore sia nella parte produttiva, quella degli allevatori, sia industriale, quella della trasformazione.
Da una parte magazzini pieni, dall'altra vacche da mungere ogni giorno, senza sosta.
 

Andamento del prezzo del latte spot negli ultimi tre anni
(Fonte: ©Assolatte)

Il prezzo del latte spot

Solo in queste ultime settimane il prezzo del latte spot ha interrotto la caduta che durava da settimane.
Nella seconda decade di maggio ha quotato 31,75 euro al quintale, poco meno di due euro in più rispetto alla decade precedente.
Ma quasi il 20% in meno rispetto a 12 mesi prima.

Ancor meglio hanno fatto i prezzi del latte spot tedesco (28 euro al quintale, variazione del 10,9%) e quello francese (30,25 euro al quintale, variazione del 10%).
Segnali incoraggianti, ma non risolutivi.
Entrambi, come quello italiano, mantengono differenze percentuali a due cifre con l'anno precedente.

Per una svolta decisiva bisognerà attendere ancora. E in buona parte sarà legata all'evoluzione dell'emergenza coronavirus e al suo impatto sui consumi.
Compito difficile quello delle previsioni di mercato.
Un aiuto può venire dall'esame delle tendenze in atto. Ma occorre conoscere i "numeri del latte" e in tempi di mercati globali lo sguardo deve allargarsi a livello internazionale.
Le fonti non mancano e AgroNotizie le raccoglie per dare ai lettori gli strumenti per orientarsi.