In questi giorni è stata lanciata da alcuni quotidiani nazionali, in particolare da La Repubblica e Il Messagero, la notizia dell'arrivo del calabrone gigante (Vespa mandarinia Smith) negli Stati Uniti, mettendo in risalto la pericolosità per l'uomo e per le api.

E per quanto gli articoli dei due giornali nazionali siano scritti correttamente e, al di là del colore dei toni, riportino chiaramente che il problema ad oggi è solo negli Usa (in realtà anche in Canada), la notizia è ovviamente rimbalzata velocemente sui social creando un certo subbuglio e qualche allarmismo.

Così tra confusioni di specie, di nomi, di abusi del termine killer e di foto sbagliate, si è diffusa una certa mania 'vespistica' e sono iniziate ad arrivare segnalazioni di calabroni più o meno giganti da diverse parti d'Italia.

Facciamo allora un po' di chiarezza e diciamo subito che Vespa mandarinia in Italia non c'è.
 

Chi è Vespa mandarinia

Vespa mandarinia Smith, detta anche calabrone gigante asiatico, è il calabrone più grande finora conosciuto, con operaie di una lunghezza di circa 50 mm. Originario dell'Estremo Oriente, è particolarmente diffuso in Giappone ma si può trovare in tutta la zona costiera del Sud Est asiatico, sia in zone temperate che subtropicali.

Oltre alle dimensioni è ben riconoscibile dal capo largo e completamente giallo su cui spiccano due occhi prominenti di colore scuro.

Esemplari di Vespa mandarinia
Due esemplari di Vespa mandarinia Smith
(Fonte foto: Alpsdake - Wikipedia)

Come tutti i calabroni forma colonie che durano solo un anno. Una regina feconda sverna, poi a primavera va in cerca di un posto in cui fare il nido (solitamente sottoterra) e inizia a deporre le uova e ad allevare nuovi individui che poi la affiancheranno nella raccolta del cibo e nella cura della covata, fino a che la regina che ha fondato il nido inizierà a dedicarsi solo alla deposizione delle uova.

Poi tra la fine dell'estate e l'autunno nasceranno nuove regine che andranno ad accoppiarsi e cercare un posto dove passare l'inverno, mentre la colonia si disgrega e le operaie e i maschi andranno incontro alla morte.

Come tutti i calabroni anche Vespa mandarinia Smith, usa come base proteica per le sue larve proteine animali che si procura anche cacciando altri insetti. In Giappone le prede principali sono coleotteri, ma non disprezza certo le api da miele, che vivendo in gruppo hanno il vantaggio (per il calabrone) di trovarsi in molte in una località ben definita. Per i calabroni, insomma, trovare un alveare è un po' come andare a caccia in un pollaio.

Una specie di api da miele asiatica, Apis cerana japonica Rad., ha sviluppato una tattica di difesa contro la Vespa mandarinia, avvolgendo in gran numero il calabrone appena entrato nell'alveare e generando un forte calore grazie alla attività muscolare in modo da cuocerlo letteralmente vivo.

Una tattica splendidamente documentata in un video del National Geographic, ma non ancora sviluppata dalle api da miele europee (Apis mellifera L.) che si ritrovano così indifese.
 

Vespa mandarinia in Nord America

Nel 2019 Vespa mandarinia è stata ritrovata per la prima volta in Nord America in due zone sulla costa del Pacifico: una nella British Columbia in Canada e una nello Stato di Washington in Usa, arrivata con tutta probabilità in modo accidentale con un trasporto marittimo. E ora con la nuova primavera sale l'allarme per l'attività delle regine di andare a fondare nuovi nidi e sta scattando un programma di monitoraggio e di eradicazione.
 

I calabroni in Italia

Oggi, ripetiamo, Vespa mandarinia non è in Italia e nemmeno in Europa. Questo non vuol dire che non potrà mai arrivarci, ma al momento l'eventualità è molto poco probabile e possibile solo con il cosiddetto trasporto passivo, cioè portata dall'uomo (accidentalmente si spera), visto che per quanto gigante sia, la trasvolata dell'Altantico da sola non ce la fa a farla.

Oggi in Italia sono presenti tre specie di calabroni: Vespa crabro L., diffusa su tutto il territorio nazionale, Vespa orientalis L., diffusa nel Sud Italia, e Vespa velutina Lepeletier, arrivata in Italia nel 2012 e diffusa in Liguria e in alcune zone del Piemonte e della Toscana.

Tutti questi calabroni sono predatori delle api da miele per quanto i danni maggiori siano fatti da Vespa orientalis e soprattutto da Vespa velutina, in veloce espansione e per cui è in atto una rete di monitoraggio nazionale detta appunto StopVelutina.

Queste tre specie hanno colori e dimensioni diverse e sono ben distinguibili tra loro.

Foto di tre esemplari tipo dei calabroni presenti in Italia
Da sinistra in ordine di lettura: un esemplare di Vespa crabro, uno di Vespa orientalis e uno di Vespa velutina
(Fonte foto: Wikipedia)

Vespa crabro ha una dimensione dai 30 mm a i 50 mm nelle regine e intorno ai 30 mm nelle operaie e nei maschi e ha una colorazione a bande nere e gialle (alle volta aranciate) nell'addome.

Vespa orientalis va dai 50 mm nelle regine a 30-35 mm nelle operaie e nei maschi ed è di colore marrone-rossastro con una sola larga banda gialla sull'addome.

Vespa velutina è la più piccola delle tre, va da 35 mm nelle regine ai 20-25 mm nelle operaie e nei maschi e ha una colorazione prevalentemente nera, con una sfumatura gialla infondo all'addome e la parte terminale delle zampe visibilmente gialla.

Ci sono poi tutta una serie di altri insetti che spesso vengono scambiati per calabroni, e anche per calabroni giganti, ma che non sono né giganti né calabroni, ma sono spesso apoidei (api solitarie) del genere Xylocopa o del genere Scolia o ditteri (mosche) della famiglia dei sirfidi.
Esemplari di Xylocopa, Scolia e Milesia
Da sinistra: un esemplare del genere Xylocopa, uno del genere Scolia e uno del genere Milesia
(Fonte foto: Wikipedia)

Se quindi qualcuno vede un insetto che gli sembra strano, non lo uccida (per evitare stragi inutili magari di insetti utili), al limite provi a fotografarlo e ad inviare la segnalazione alla rete StopVelutina.

Se poi qualcuno vuol partecipare alla campagna di monitoraggio nazionale, non gli resterà che seguire le semplici modalità indicate sul sito di StopVelutina.