Prezzi in ribasso e costi in aumento. Si può sintetizzare così la situazione del comparto suinicolo che continua a veder peggiorare la sua performance economica.
E' quanto emerge dalle analisi del Crefis, il Centro di ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, diretto da Gabriele Canali.

L'indice Crefis di redditività degli allevamenti di suini scende così del 5,1% a marzo rispetto a febbraio (variazione congiunturale); per contro è molto positiva (+29,3%) la variazione tendenziale, cioè rispetto a marzo 2019: una eredità del lungo periodo favorevole vissuto lo scorso anno dagli allevatori di suini.


Le quotazioni dei suini

Passando ai mercati, a febbraio le quotazioni dei suini pesanti da macello del circuito tutelato si sono fermate a 1,527 euro/kg, con un calo del 4,4% su febbraio; così come sono scesi i prezzi dei suini pesanti destinati a prodotti generici: 1,424 euro/kg con una variazione del -4,7% su febbraio.

La dinamica positiva del mercato registrata nel corso del 2019 lascia però il segno nelle variazioni tendenziali ancora ampiamente positive: +32,1% e +34% rispettivamente per i suini del circuito tutelato e quelli del non tutelato.

Salgono a marzo, seguendo l’andamento tipico stagionale, le quotazioni dei suini da allevamento; i prezzi dei suinetti di 30 kg, in particolare, segnano un aumento del 4,9% rispetto a febbraio, arrivando a 3,875 euro/kg; anche in questo caso la variazione tendenziale è ampiamente positiva: +43,3%.


Migliorano i macelli

Recupera ancora, a marzo, la redditività dell'industria di macellazione dei suini.
Secondo l'indice Crefis: +7,6% rispetto a febbraio, grazie soprattutto alla diminuzione congiunturale della quotazione dei suini da macello e all’aumento del prezzo dei lombi; a livello tendenziale, tuttavia, il dato è ancora ampiamente sfavorevole: -10,9% marzo 2020 su marzo 2019.

Come accennato, il prezzo dei lombi freschi a marzo si impenna fino a 3,925 euro/kg (taglio Padova), con un balzo del 15% rispetto al mese precedente e del 26,1% su base tendenziale, probabilmente a seguito dell’aumento della domanda presso i punti vendita della Gdo, determinata dalla pandemia di Covid-19.

Scendono invece le quotazioni delle cosce fresche pesanti, sia quelle per prosciutti Dop, che arrivano a 4,058 euro/kg (-5,4% rispetto a febbraio, ma +12,2% su marzo 2019), sia quelle per prosciutti non tipici, che si fermano a 3,475 euro/kg (-5,8% e +11% le variazioni congiunturale e tendenziale).


Bene i prosciutti

Prosegue a marzo la fase positiva della stagionatura del Prosciutto di Parma.
Cresce del 3,1% la redditività delle cosce stagionate pesanti, grazie soprattutto al prezzo relativamente basso del taglio fresco registrato dodici mesi prima, cioè al momento dell'acquisto da parte degli stagionatori.
Scende invece la redditività dei prosciutti stagionati generici (-5,6%).

Molto buone le variazioni tendenziali: +42,6% per il Parma Dop e +14,5% per i generici. Positivo (+23,9%) risulta anche il gap di redditività a favore della filiera Dop, soprattutto per il prosciutto pesante.


Uno sguardo ai mercati dei prosciutti stagionati: a marzo il prezzo del Parma pesante è risultato stabile a 8,050 euro/kg, con uno scostamento tendenziale del +1,1%.
Ferme a marzo anche le quotazioni dei prosciutti generici stagionati; in particolare il prezzo del prodotto di peso 9 kg e oltre non si è mosso da 6,275 euro/kg, per una variazione tendenziale pari a +4,6%.