Il 19 marzo scorso, Francesco Saverio Abate, capo del Dipartimento per le Politiche competitive della qualità del ministero delle Politiche agricole, con un proprio decreto, ha adottato una modifica temporanea del disciplinare di produzione della mozzarella di bufala campana Dop, introducendo la possibilità – entro determinati limiti – di utilizzare il latte congelato per la produzione tutelata e di fatto sospendendo la norma che prevede l’utilizzo di solo latte fresco entro le 60 ore dalla prima mungitura.

La modifica temporanea era stata richiesta il 18 marzo scorso dallo stesso Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop, per tentare di ovviare alla crisi di domanda che affligge il comparto e che ha determinato la quasi totale saturazione dei congelatori nella disponibilità dei caseifici, a seguito di un crollo della trasformazione del latte in mozzarella - secondo quanto riferisce Assolatte - del 60% nelle prime due settimane di marzo 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019.

Il Mipaaf ha concesso la deroga ad alcune precise condizioni. In particolare l’inizio delle operazioni di congelamento del latte utilizzabile poi per la produzione di mozzarella Dop sono da considerare in concomitanza dall’inizio dell’emergenza sanitaria Covid-19. Quindi non può essere utilizzato latte congelato in precedenza.

I quantitativi che possono essere destinati al congelamento non possono superare complessivamente il quantitativo di latte utilizzato per produrre la Mozzarella di bufala campana Dop nello stesso mese dello scorso anno sottratta la quota di latte fresco utilizzata nel rispettivo mese del 2020. I caseifici dovranno comunicare all’ente di controllo DQA la volontà di usufruire della deroga al disciplinare e i dati a misura del latte congelabile ed utilizzabile in deroga saranno quelli risultati dalla piattaforma dell’ente terzo.

Fin qui le limitazioni, per altro plausibili. Ma c’è un cavillo che rende quasi inutilizzabile la deroga, almeno al momento. Il decreto dispone infatti che le modalità di incarto della mozzarella prodotta in deroga al disciplinare vigente saranno stabilite in successivo atto del Mipaaf, che allo stato non è ancora stato emanato.
 

Agrocepi, si può fare di più

“Ben vengano le scelte che possano aiutare il settore in questa fase drammatica - dichiara a riguardo il presidente nazionale Agrocepi, Corrado Martinangeloseppure bisognerebbe meglio armonizzare tutte le norme in vigore a partire da quelle introdotte nel 2014 per evitare possibili degenerazioni. Il nuovo decreto adottato in ogni caso dovrà servire ad evitare la riduzione del prezzo del latte agli allevatori e aiutare i caseifici a smaltire il latte in una fase di calo del consumo dei prodotti caseari, ma bisogna fare di più”.

Agrocepi ha formulato alcune proposte per aiutare la filiera ad uscire dalla crisi. Eccole:
  1. Mantenere alto il controllo di tracciabilità introdotto nel 2014;
  2. Verificare con i frigoriferi già saturi di latte congelato, come smaltire le nuove produzioni di latte, vista la crisi sulle vendite dei prodotti trasformati;
  3. Utilizzare per i prodotti da bufala e anche per le altre produzioni di latte diverso, le misure per gli indigenti per smaltire le diverse produzioni oltre il latte fresco;
  4. Definire aiuti straordinari per il ristoro di allevatori e caseifici per mancato fatturato alla luce delle modifiche europee sugli aiuti di Stato;
  5. Sostenere con altri aiuti strutturali e duraturi progetti di filiera per il settore latte , con incentivi fiscali e di altra natura, per sostenere l’ aggregazione anche in relazione al piano di internazionalizzazione introdotto con il Decreto Cura Italia.