Il Gruppo operativo per l'innovazione (E)mission - Ottimizzazione delle tecniche agronomiche e della gestione dei reflui per ridurre l'impatto ambientale degli allevamenti zootecnici - "per una zootecnia verde", finanziato nell'ambito della misura 16.1.01 del Psr 2014-2020 dalla Regione Emilia Romagna, ha contribuito ad affrontare la problematica delle perdite di azoto reattivo che possono avere impatti negativi su aria (protossido di azoto e ammoniaca) e acqua (nitrati).

Il progetto ha lavorato per individuare agrotecniche virtuose volte alla riduzione delle emissioni, per incrementare la sostenibilità di allevamenti zootecnici di due filiere molto importanti quali quella del Parmigiano Reggiano e quella del Grana Padano, in contesto di zona vulnerabile ai nitrati. Allo scopo sono stati presi in considerazione tempistiche e sistemi alternativi di distribuzione dei liquami e pratiche di alterazione minima del suolo rappresentate dai prati stabili (presso Grana d'Oro, una delle tre aziende agricole partner del Go, a Cavriago in provincia di Reggio Emilia) oppure dalla semina su sodo del mais in successione a cover crop (senape bianca e segale, presso Cerzoo, anch'essa partner del progetto a Piacenza).

La sperimentazione ha confermato come la tecnica classica di distribuzione superficiale dei liquami, con "ventaglio" in superficie, possa in certi casi favorire la perdita in aria di azoto sotto forma ammoniacale (fino al 30% del totale distribuito quando le temperature sono miti). In questo senso, anche un minimo interramento del liquame, purché il terreno abbia sufficiente capacità d'assorbimento, sembrerebbe essere particolarmente opportuno. L'interramento dei liquami, tuttavia, è sembrato favorire la formazione del protossido di azoto, rispetto allo spandimento superficiale, in special modo in condizioni di saturazione idrica.

La presenza di un cotico erboso permanente, come nel caso dell'azienda Grana d'Oro, costituisce una protezione di fondamentale importanza contro la lisciviazione dei nitrati, soprattutto quando la coltura è in fase di crescita attiva, durante il periodo primaverile; motivo per cui gli spandimenti autunno-invernali sembrano essere più problematici da questo punto di vista.

L'impiego di una botte spandiliquami dotata di organi interratori a dischi, benché concepita appositamente per l'impiego su prato, pare aver comunque sensibilmente danneggiato il cotico erboso, con conseguenti riduzioni nelle produzioni di foraggio, rispetto alla distribuzione superficiale. Dalla sperimentazione è emersa quindi la necessità di sviluppare macchine dotate di efficienza e, al contempo, versatilità di utilizzo, come può essere quello tanto diverso per un prato stabile da una coltura di mais.

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Tabella progetto Emission
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Le innovazioni della misura 16 del Psr
Piccoli progetti che cambiano dal basso l'agricoltura italiana

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