Dopo le dure parole della Gip di Roma, Paola di Nicola, che ha bollato come non veritieri i dati a fondamento delle quote latte (AgroNotizie ne ha parlato a lungo) e dopo i pronunciamenti della Corte di giustizia europea e infine del Consiglio di Stato italiano, che ha confermato gli errori commessi in passato, gli "esattori" di Agea hanno rallentato le loro visite agli allevatori ancora in debito con l'Erario.

C'è attesa per conoscere come finirà la vicenda, in bilico fra un riconteggio delle quote e il desiderio non espresso di lasciare tutto com'è.
Ma per molti allevatori il problema delle multe è più che mai vivo, dovendo far fronte alle richieste di pagamento passate, pretese prima da Aima e oggi da Agea.
 

La vicenda

E' questa la situazione di un allevatore piemontese, che alle ingiunzioni di pagamento ha risposto facendo ricorso al parere dei giudici, convinto che le somme richieste non fossero dovute, sia per la "forma", sia per la "sostanza".

Assistito dall'avvocato Alberto Rizzo di Bra, in provincia di Cuneo, questo allevatore ha contestato anzitutto che la cartella esattoriale gli fosse stata notificata senza rispettare le formalità previste dalla legge.
Trattandosi poi di multe che risalivano agli anni 96 e 97, l'efficacia delle multe avrebbe dovuto essere annullata per il sopravvenire dei tempi di prescrizione, essendo passati assai più di dieci anni.
 

Le risposte

Nessuna concessione da parte di Agea, che portava a sua ragione come la prescrizione non potesse applicarsi perché i provvedimenti di ingiunzione del pagamento erano stati oggetto di ricorso da parte del primo acquirente del latte, ricorsi conclusisi solo nel 2012, dunque meno di dieci anni addietro.

Finalmente, con sentenza dello scorso settembre, il Tribunale di Asti ha chiarito ogni cosa.
Si è partiti dalla "forma" di presentazione della cartella, riconoscendo che non costituiva motivo per annullare il debito dovuto da parte dell'allevatore. La contestazione, per di più, sarebbe dovuta avvenire entro i venti giorni dal ricevimento della stessa cartella. Ritardi non sono ammessi.


La prescrizione

Diverso il discorso per la prescrizione. Occorre infatti ricordare che una sentenza della Cassazione a Sezioni Unite del 2016 ha ampliato l'ambito di applicazione della prescrizione breve, che abbassa da dieci a cinque gli anni necessari.

"Un nuovo orientamento - si legge nella sentenza firmata dalla Giudice di Asti, Anna Tivinella - che ha esteso i margini difensivi del cittadino, il quale potrà chiedere al giudice l'estinzione del credito statale per intervenuta prescrizione breve...anche...per qualsiasi atto amministrativo".
 

Stop alla multa

Forte di questo presupposto, la sentenza del Tribunale di Asti si conclude con un'affermazione perentoria: "...il diritto è prescritto non avendo la convenuta (Agea, ndr) dimostrato di avere interrotto la prescrizione con atti successivi...".

Dunque la multa non va pagata e le spese processuali sono in capo alla stessa Agea. "La sentenza - commenta l'avvocato Alberto Rizzo - è stata accolta dal mio cliente come un'autentica liberazione, dopo anni vissuti con l'ansia di dover corrispondere somme ritenute giustamente come non dovute".
 

Il nodo prescrizione

Ora si apre uno spiraglio per i molti allevatori che si trovassero in situazioni analoghe e che potrebbero accedere all'istituto della prescrizione breve.

Una conquista di civiltà, commenta Rizzo, che vede mobilitata tutta l'Avvocatura italiana contro le proposte in discussione in questi giorni, che vorrebbero ridurre l'efficacia della prescrizione, aprendo le porte a un improponibile "fine giudizio mai".