Pecorino romano Dop ancora stabile ieri, 9 dicembre 2019, quando la Borsa merci di Milano ha confermato per la seconda seduta consecutiva le stesse quotazioni del 25 novembre, quando i prezzi del formaggio si erano leggermente ripresi, valori già ribaditi la prima volta il 2 dicembre scorso. Così il Pecorino romano con stagionatura almeno 5 mesi, alle condizioni di "Franco magazzino di stagionatura" ed Iva esclusa è stato nuovamente fissato in Borsa merci a Milano a 6,80 euro al chilogrammo sui minimi e 7,10 sui massimi, confermando l’incremento dell’1,5% sulla seduta del 18 novembre scorso. Un segnale che era parso positivo, atteso che il prezzo del latte ovino sardo sarà comunque parametrato al prezzo del principale formaggio dell’isola.

Ma la nuova fase di stabilità del prezzo del formaggio trova ulteriore conferma dopo che sono giunte due notizie di segno diverso: l’annuncio dell’imminenza dell’asta indigenti da 14 milioni da parte di Agea e la percezione che, forse, l’asta potrebbe essere inutile, viste le dichiarazioni rese dal direttore del Banco di Sardegna Giovanni Cuccurese il 29 ottobre al vertice di Cagliari sul settore ovicaprino sardo, presenti la ministra alle politiche agricole, Teresa Bellanova e l’assessora all’Agricoltura Gabriella Murgia, sull’ormai superata crisi di sovrapproduzione del romano e dell’inconsistenza delle giacenze nei locali di stagionatura dei caseifici.

Nonostante il consolidarsi di queste notizie il prezzo – invece di aumentare, come sarebbe stato lecito attendersi - a questo punto entra in una nuova fase di stasi, probabilmente determinata dall’incertezza dovuta alla mancanza di un Piano di regolazione dell’offerta di formaggio, mentre oramai la campagna lattiero casearia è in pieno svolgimento. E se in questo momento un prezzo stabile può dare qualche preoccupazione sul corrispettivo fronte prezzo latte all'ovile, il vero rischio, per l'intera filiera, pastori in testa, è che i caseifici - liberi da ogni vincolo - siano tentati dall’inseguire nuovamente i prezzi di mercato, ove mai questi ripartissero al rialzo.
 

Novità dal Consorzio di tutela

Intanto da Cagliari giungono segnali vaghi. Salvatore Palitta, presidente del Consorzio di tutela, il 5 dicembre, durante il suo discorso all’evento di chiusura dei bandi cluster per l’agroalimentare organizzato dall'Agenzia Sardegna Ricerche alla Manifattura Tabacchi, ha parlato di diversificazione produttiva per il Pecorino romano, quale chiave del suo percorso di crescita e miglioramento qualitativo. Palitta intende puntare ora sul segmento Horeca, riproducendo sul mercato domestico quanto già fatto sul mercato Usa, citato come esempio positivo. Dove il formaggio non arriva quasi mai intero, poiché viene venduto per lo più già grattugiato, veste che gli consente di dribblare anche i dazi suppletivi del 25% ottenuti da Trump in sede di Wto su una lunga lista di prodotti Ue, a causa dell'esito del caso Airbus-Boeing.

Palitta inoltre cita i risultati del lavoro di collaborazione con l’agenzia Agris, e l’Agenzia Sardegna Ricerche per la definizione di un nuovo disciplinare di produzione, che a breve verrà portato all’attenzione dei produttori per una sua definitiva approvazione, e successivamente sottoposto alle verifiche del Mipaaft e della Commissione Ue.

“Nel sistema disciplinare sono inseriti alcuni elementi di innovazione che hanno saputo essere tradotti in norma grazie al lavoro di collaborazione e interazione tra ricerca e produzione”, ha detto Palitta. “Il miglioramento qualitativo, attraverso la modifica del Disciplinare, servirà a comunicare al consumatore l’evoluzione di un prodotto tradizionale nelle sue varie declinazioni, per incontrare le nuove esigenze di consumo e agevolare la scelta consapevole dei consumatori”.

L’evoluzione del prodotto che passa attraverso l’adeguamento del Disciplinare è una sfida importante, che va portata a termine mantenendo ed esaltando i legami con il territorio di provenienza, per esempio introducendo l’elenco delle razze idonee alla produzione di latte destinato alla Dop, dove la razza Sarda ha una prevalenza territoriale nazionale. “Gli altri elementi importanti che valutiamo sono il modello di alimentazione degli allevamenti, il mantenimento delle pratiche di sostenibilità ambientale, le fasi tecnologiche della trasformazione tradizionale rese ripetibili e oggettivamente misurabili, i processi di stagionatura differenziata, i requisiti di salubrità e tracciabilità rapportati agli standard internazionali.

"Il nostro obiettivo -
ha concluso Palitta - è dunque quello di rafforzare la tipicità e l’alta qualità del prodotto attraverso la ricerca, l’innovazione e la costante condivisione della conoscenza”. Tutte cose importanti sicuramente e nel medio termine, ma del Piano di regolazione dell' offerta per la campagna lattiero casearia in corso e per le prossime due nessuna traccia. Né arrivano ancora dal Mipaaf i segnali chiesti dal Consorzio, in ordine alle modifiche alla normativa sulla pianificazione produttiva dei formaggi a denominazione di origine.