Pioggia e ancora pioggia, un novembre piovoso come quello appena trascorso rappresenta un'eccezione che incide in modo pesante sulle semine.
Sia quelle già fatte, che nei casi più gravi rischiano di dover essere ripetute, sia per quelle ancora da fare. Il ritardo, come intuibile, può avere conseguenze importanti sui risultati finali.

Novembre, insieme a febbraio, è anche il mese durante il quale è possibile, nel rispetto delle indicazioni delle Regioni, provvedere all'impiego agronomico dei reflui zootecnici e dei digestati (ciò che resta degli effluenti dopo la trasformazione energetica).
Ma entrare nei campi per il loro spandimento è stato impossibile e ora le norme in vigore prevedono che per tutto il mese di dicembre e gennaio (con i campi solo teoricamente "gelati") sia vietato ogni spandimento.


L'emergenza

Le conseguenze non sono trascurabili. Da una parte si rende impossibile effettuare concimazioni in presemina nei terreni, che a causa del maltempo non sono ancora seminati.
Dall'altra il mancato spandimento ha portato all'esaurimento della capienza dei vasconi per lo stoccaggio dei reflui.

Una situazione difficile, che gli agricoltori, per il tramite delle loro organizzazioni agricole, hanno segnalato già nella prima metà di novembre, quando la situazione del maltempo lasciava presagire l'acuirsi di questi problemi.

In particolare dalle aree a maggiore vocazione zootecnica, come Lombardia ed Emilia Romagna, è partito un allarme rivolto sia al ministero per le Politiche agricole sia al ministero dell'Ambiente.
A lanciare questo appello due sigle sindacali, Confagricoltura e Coldiretti, che seppure ognuna con la propria distintività (difficile farle lavorare insieme...), hanno segnalato l'emergenza, proponendo l'apertura di "finestre" per l'utilizzazione agronomica dei reflui in dicembre e gennaio.


Quindici "finestre"

L'appello è stato raccolto da entrambi i dicasteri, quello agricolo e quello dell'ambiente, che hanno dato il via libera all'apertura di quindici "finestre", seguendo modalità (però ancora da definire) decise dalle singole Regioni.

Una disponibilità che ha raccolto il plauso del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, e di Giovanna Parmigiani, delegata per l'ambiente della Giunta di Confagricoltura, che hanno entrambi partecipato agli incontri con i vertici ministeriali.


Norme da rivedere

Ora si attende, si spera in tempi rapidi, un atto risolutivo dell'emergenza, ma la vicenda ha dato il via a una proposta di revisione delle norme che regolamentano questa materia.

Partendo dalla constatazione che novembre si sta dimostrando ad elevata piovosità, mentre al contempo dicembre e gennaio si presentano con temperature non particolarmente rigide, si propone una maggiore flessibilità nell'utilizzo dei reflui.
Gli agricoltori, questo uno dei suggerimenti, dovrebbero essere maggiormente responsabilizzati nella gestione degli effluenti zootecnici, ricordando che gli stessi agricoltori sono i primi ad avere a cuore la cura e la tutela dei terreni.