È ancora fresco l'inchiostro con il quale è stato firmato l'accordo fra organizzazioni agricole e industria lattiero casearia per fissare il prezzo del latte sino alla fine del 2019.

Come già approfondito da AgroNotizie, è previsto un conguaglio per i primi mesi dell'anno e un prezzo di 40 centesimi per i mesi da giugno a dicembre.
Per chi ama le statistiche, il prezzo medio del latte in questo 2019 sarà pari a 40,5 centesimi di euro al litro. E il prossimo anno si continuerà ad applicare l'indicizzazione, tenendo conto del prezzo medio del latte in Europa e dell'andamento di alcuni grandi formaggi.

Per cogliere qualche scenario di come potrà evolvere il mercato non resta che dare un'occhiata a cosa accade in Europa e nel resto del mondo. Come sempre ci vengono in aiuto le analisi sul mercato lattiero condotte dalla Commissione europea.

Dopo un lungo periodo di crescita dei prezzi medi europei, che continua ininterrottamente dal mese di maggio, le quotazioni hanno iniziato a segnare il passo e fra settembre e ottobre si sono stabilizzate sui 34,4 euro al quintale, cedendo qualche centesimo nelle ultime settimane.
 


Le quotazioni nella Ue

Come si può notare dal grafico di raffronto dell'andamento delle quotazioni negli ultimi tre anni, il prezzo medio europeo del 2019 è inferiore sia a quello del 2018 sia a quello del 2017.

Questo per quanto riguarda il prezzo medio europeo, ma la situazione è assai diversificata da paese a paese.
Balza subito all'occhio la netta differenza fra l'andamento del prezzo in Danimarca e in Italia.
Mentre in Danimarca nel 2019 si è avuta una riduzione del prezzo del 10%, nello stesso periodo in Italia si è assistito ad un aumento del 12%.
 
 

Il latte spot

Ora tuttavia anche il mercato italiano sta segnalando qualche cedimento.
Lo si nota dal grafico elaborato da Assolatte sull'andamento del prezzo del latte spot, quello venduto fuori contratto.

Le quotazioni hanno infatti proseguito la discesa iniziata in settembre e ora si collocano a 44,12 euro al quintale, lo 0,8% in meno del prezzo toccato nello stesso periodo dell'anno precedente.
 

Andamento del prezzo del latte spot (fonte Assolatte)
 

La produzione in Italia

Quale scenario tenderà a prevalere? Quello della Danimarca con prezzi calanti o quello italiano con prezzi più alti?
Difficile dare una risposta a questo quesito, ma un aiuto ci può venire dall'andamento della produzione di latte.

Anche in questo caso ci vengono in soccorso le elaborazioni di Assolatte sulle consegne degli ultimi mesi e il raffronto con gli anni precedenti.
Balza all'occhio la caduta della produzione nella tarda primavera, proprio quando i prezzi hanno iniziato a correre.
Poi la produzione si è stabilizzata, invertendo il segno da negativo a positivo e immediata è stata la risposta sui prezzi, che hanno iniziato a calare.

Nell'ultima parte dell'anno le consegne di latte tendono a crescere e ciò potrebbe influire sui prezzi, che a loro volta saranno spinti verso il basso.
Ma molto dipenderà da quanto la crescita attesa si discosterà dagli anni precedenti.
 

Andamento delle consegne di latte (fonte Assolatte)


I mercati mondiali

Questo il quadro italiano, ma è anche importante osservare cosa accade a livello internazionale.
A fine ottobre i prezzi dei principali prodotti lattiero caseari, burro, latte in polvere scremato e intero e cheddar sono quasi tutti in aumento, segno di una domanda che salvo qualche eccezione sembra mantenersi attiva.
 


Il ruolo della Cina

Sulla tenuta dei prezzi di questi prodotti lattiero caseari sembrano tuttavia giocare un ruolo di rilievo le importazioni cinesi.
Significativo l'aumento dei flussi verso Pechino di latte in polvere intero e scremato, come pure, sebbene con numeri meno importanti, sono in aumento le importazioni di formaggi e caseinati.

Il dettaglio dei flussi di provenienza mette poi in evidenza come questi aumenti abbiano favorito il prodotto proveniente dall'Unione Europea.
Al momento non ci sono segnali di un cambiamento di questo scenario, ma è bene tener conto che un mutamento delle politiche di import da parte di Pechino avrebbe importanti riflessi sui mercati lattiero caseari.
 
 

Costi in aumento

Il latte, al pari di tutte le commodity agricole, ha forti legami con l'andamento del prezzo del petrolio e con i mercati valutari, in particolare nel rapporto di cambio tra euro e dollaro, moneta quest'ultima utilizzata prevalentemente negli scambi commerciali internazionali.

Il risultato si traduce nell'aumento dei costi per l'energia e in un significativo aumento dei costi per l'alimentazione degli animali.
Entrambi elementi che incidono sulla redditività degli allevamenti, che dunque si devono monitorare con attenzione per la possibile evoluzione dei prezzi del latte.
 
 

La "Carta dei valori"

Quello del prezzo e di conseguenza della redditività degli allevamenti è uno snodo cruciale.
E' di questi giorni la firma della "Carta dei valori del latte" da parte degli allevatori europei riuniti in Emb (European milk board). Un impegno verso la sostenibilità delle produzioni, pensando ad ambiente, tutela del territorio, benessere degli animali e qualità del prodotto.

Grandi responsabilità e obiettivi importanti, raggiungibili però solo se i prezzi del latte coprono l'intero costo di produzione.
Altrimenti solo buoni propositi che non possono pesare totalmente sulle spalle degli allevatori, ai quali si chiede un servizio per la collettività che va equamente retribuito.
Compito difficile quello delle previsioni di mercato.
Un aiuto può venire dall'esame delle tendenze in atto. Ma occorre conoscere i "numeri del latte" e in tempi di mercati globali lo sguardo deve allargarsi a livello internazionale.
Le fonti non mancano e AgroNotizie le raccoglie per dare ai lettori gli strumenti per orientarsi.