Rientra l'allarme per il prezzo del latte scattato nei primi mesi dell'anno con la disdetta da parte industriale degli accordi sottoscritti per la campagna in corso.

Eravamo a inizio primavera e il prezzo del latte spot, quello venduto fuori contratto, sembrava in caduta libera.
Così il gruppo francese Lactalis alla guida di Italatte decideva di scendere dai 41,5 centesimi di euro al litro a soli 40 centesimi.
Lasciando però uno spiraglio aperto per eventuali successivi conguagli, come già aveva anticipato AgroNotizie.
Poi il mercato del latte ha ripreso quota e ora Italatte è tornata sui suoi passi, anche se solo in parte.
 

L'accordo

In un recente incontro fra Italatte (suoi i marchi Galbani, Cademartori, Invernizzi e Parmalat) e le rappresentanze agricole, si è deciso di procedere a una reintegrazione del prezzo corrisposto agli allevatori nei mesi scorsi, fissando al contempo le quotazioni sino alla fine dell'anno.

In dettaglio, agli allevatori saranno integrati 1,57 centesimi al litro per i mesi da gennaio ad aprile e 0,5 centesimi per le consegne di maggio.
Ma per tutti gli altri mesi, dunque da giugno sino a dicembre, il prezzo sarà fermo a 40 centesimi al litro.

La media del prezzo per il 2019 si colloca così a 40,5 centesimi al litro, non molto distante dal prezzo "imposto" da Lactalis.
Un livello che comunque le organizzazioni agricole hanno salutato con favore, forse nel timore che il mercato possa tornare a scendere, come pare indicare la frenata del prezzo del latte spot registrata sulla piazza di Lodi in questi ultimi giorni.
 

Il prezzo del latte Spot negli ultimi tre anni (Fonte Assolatte)


I dettagli

L'accordo con Italatte, che rappresenta un punto di riferimento per tutto il comparto lattiero caseario, riguarda anche la campagna produttiva del prossimo anno con la conferma della indicizzazione del prezzo.

Il calcolo è basato per il 70% sullla media delle quotazioni europee del latte (con partenza da 37 centesimi al litro) e per il rimanente 30% sul prezzo del Grana padano (con fascia di oscillazione fra 6,60 e 7,05 euro al chilo).

Con l'inizio di agosto del 2020 sarà poi introdotta una importante novità legata al benessere animale, con una penalizzazione per le stalle che non soddisfano i parametri richiesti.
Il metro di misura sarà quello messo a punto dal CReNBA, il Centro di referenza nazionale per il benessere animale che fa capo all'Istituto zooprofilattico Ubertini.