Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale numero 89 del 15 aprile, la ricetta elettronica veterinaria è ora obbligatoria per la prescrizione di farmaci destinati agli animali.

Una rivoluzione per gli allevamenti e per gli stessi medici veterinari, che già da qualche tempo erano alle prese con le prove di applicazione del nuovo sistema.
Le ricette elettroniche avrebbero dovuto prendere il via nel settembre dello scorso anno, come anticipato da AgroNotizie, ma la complessità del passaggio ha suggerito il rinvio agli inizi del 2019.
Poi le inevitabili complicazioni burocratiche, l'indispensabile passaggio dalla Corte dei Conti, ne hanno ritardato la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Ma ora è fatta, dal 16 aprile la ricetta elettronica veterinaria è divenuta un obbligo, con rare eccezioni.
 

Stop agli archivi

I vantaggi sono molti: per allevamenti, veterinari, farmacie e Asl si mette fine agli archivi dove conservare le ricette su carta, finalizzati a tracciare l'impiego dei farmaci, ma di fatto complicati da gestire e ancor più da controllare.

Ora tutto si riduce a un numero con il quale l'allevatore potrà ottenere i farmaci necessari secondo la prescrizione del suo veterinario.
Quest'ultimo, che si sarà già accreditato sul portale Vetinfo, dove confluiranno tutti i dati, potrà compilare la ricetta su un qualunque computer collegato a internet, come pure un tablet o uno smartphone.

Molte le indicazioni che la ricetta dovrà contenere, come ad esempio nome del farmaco, indicazioni terapeutiche, dati dell'allevamento e degli animali ai quali è destinato.
L'accettazione della ricetta dal sistema informatico darà origine a quel numero (unico per ogni ricetta) che sarà il “lasciapassare” per ottenere dalla farmacia o dal grossista il farmaco richiesto.
 

Tutto sotto controllo

Oltre alla semplificazione degli archivi, di fatto “rottamati”, ci sarà un controllo immediato sulla ricetta e sul suo impiego.
Le indicazioni terapeutiche forniranno indicazioni per monitorare lo stato di salute del sistema zootecnico, fornendo strumenti preziosi per la farmacovigilanza.

Ne consegue che ogni allevamento, per ottenere una prescrizione veterinaria, deve essere a sua volta iscritto nella Banca dati nazionale dell'anagrafe zootecnica del ministero della Salute.

Si avvia anche a soluzione l'enigma sul reale consumo di antibiotici in campo veterinario, oggi indicato fra le cause della crescita dei microrganismi resistenti a questi farmaci.
 

Zootecnia italiana, eccellenza europea

Alla ricetta elettronica veterinaria si affianca il recente sistema Classyfarm, grazie al quale ogni allevamento è “catalogato” in base alla sua condizione di “rischio” sanitario.

Come ricordato da AgroNotizie, il sistema è su base volontaria e si avvale della figura del veterinario aziendale, nuova figura professionale alla quale l'allevatore può affidarsi per la gestione sanitaria del suo allevamento.

Dalla elaborazione dei dati inseriti in Classyfarm ogni allevatore avrà un'indicazione precisa delle aree sulle quali intervenire per ottimizzare la sua azienda sotto il profilo sanitario e non solo.
Un aiuto per gli allevamenti, ma soprattutto un rafforzamento delle reti di sorveglianza epidemiologica, che insieme alla ricetta elettronica veterinaria consentirà alla zootecnia italiana di aumentare i suoi già ottimi livelli di eccellenza sul fronte della sicurezza e della qualità delle produzioni animali.