La vertenza sul prezzo del latte ovino in Sardegna diventa nazionale, e il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, a seguito della dimostrazione Coldiretti romana di ieri, ha anticipato a domani un tavolo nazionale straordinario e urgente del latte ovino direttamente al palazzo del Viminale. Perché a placare la protesta dei pastori sardi non era bastata la solenne promessa del ministro alle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, di convocare il tavolo nazionale del latte ovino per il 21 febbraio prossimo e di portare le istanze dei pastori sardi a Bruxelles il prossimo 19 febbraio, quando si terrà il Consiglio europeo sui temi della competitività e del mercato interno. Centinaio, sbarcato a Decimomannu l’11 febbraio scorso - insieme al premier Giuseppe Conte e al ministro per il Mezzogiorno, Barbara Lezzi - non solo non era riuscito a placare la protesta, ma non aveva incontrato l'assessore all'Agricoltura della Regione Sardegna, Pier Luigi Caria, generando uno sgarbo istituzionale.

Intanto, a certificare la insostenibile situazione dei pastori sardi giunge proprio l’11 febbraio una nota stampa dell’Ismea sui prezzi ed i costi di produzione del latte ovino in Sardegna. Secondo le rilevazioni dell’Ismea “Il prezzo del latte ovino in Sardegna ha subito un ulteriore calo nelle prime settimane di febbraio, attestandosi sui 60 centesimi/litro (iva inclusa). Nel mese di gennaio il prezzo medio registrato è stato pari a 62 centesimi/lito iva inclusa – continua la nota - corrispondenti a 56 centesimi iva esclusa. Nello stesso mese i costi di produzione iva esclusa hanno raggiunto i 70 centesimi/litro, segnando un margine negativo per le aziende produttrici di 14 centesimi/litro.
In questo clima rovente, oggi pomeriggio si tiene a Cagliari il tavolo del latte convocato dalla Regione Sardegna per mano dell'assessore Caria, al quale non sarà presente Coldiretti Sardegna.
 

Salvini convoca i pastori al Viminale

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini a fine mattinata di ieri ha convocato d'urgenza la delegazione dei pastori sardi presente a Roma per la manifestazione Coldiretti, nel tentativo di fermare la protesta, che invece è continuata per tutta la giornata in Sardegna ed in particolare a Nuoro, dove l'intera città si è fermata per dare manforte ai pastori.
La delegazione, dopo avere spiegato le ragioni della protesta, ha chiesto l'anticipazione dell'incontro del 21 febbraio prossimo a giovedì 14 insieme al ministro per le Politiche agricole Centinaio proprio per la difficile situazione sociale che si sta formando in Sardegna. La delegazione ha chiesto la possibilità di coinvolgere al tavolo di giovedì oltre a tutte le organizzazioni di categoria anche alcuni rappresentanti dei presidi spontanei nati in Sardegna.
"Il tavolo sarà decisivo: all'attenzione del ministro Salvini e degli altri rappresentanti del governo ci sarà la definizione della vertenza con l'impegno a definire un prezzo stabile e dignitoso per la prossima campagna. Di contro il ministro Salvini a fronte di un impegno diretto ha chiesto a tutti i presidi di allentare la tensione al fine di potere riportare serenità nelle campagne" è scritto in una nota di Coldiretti Sardegna di ieri sera.
 

La nota ufficiale di Centinaio da Cagliari

Prologo della convocazione di ieri è l’incontro con i pastori in Sardegna del ministro Centinaio, che da Cagliari affidava ad un comunicato stampa ufficiale i suoi intendimenti: "Abbiamo parlato con i pastori e le associazioni di categoria, l'idea è quella di aprire un tavolo di filiera subito per il 21 di febbraio al ministero dove siano presenti tutti i rappresentanti: pastori, associazioni di categoria e trasformatori".
Sul tavolo gli allevatori porranno una richiesta di prezzo minimo di 90 centesimi al litro, stante i costi di produzione ormai attestati a 70 centesimi e certificati da Ismea. Si tratta di un prezzo minimo ben superiore anche ai 70 centesimi in acconto e salvo revisione proposto da Coldiretti Sardegna a dicembre, che ha ormai definito tale cifra inattuale e superata dalle attuali condizioni di mercato. Ma tale forma di contrattazione dovrebbe avere come sede oggi pomeriggio Cagliari e non Roma domani e con regia di Regione Sardegna e non del ministero dell'Interno o del Mipaaft.
Non solo, il confronto aperto dal ministro Centinaio l'11 febbraio direttamente con i manifestanti non ha avuto alcun conforto istituzionale in Sardegna: poiché Centinaio a Cagliari non ha incontrato l'assessore all'Agricoltura della regione, Caria. Due cose che lette congiuntamente hanno assunto i connotati di uno sgarbo istituzionale, ulteriormente aggravato dalla convocazione al Viminale.

"Il nostro obiettivo è di fare sedere al tavolo di filiera anche la grande distribuzione - ha aggiunto il ministro Centinaio nella nota- spero che anche da parte dei pastori vi sia la volontà di interrompere i presidi almeno fino al 21 di febbraio, e vediamo chi ha buona volontà e chi no. Bisogna anche capire se i Consorzi hanno tutelato i consorziati e quindi i produttori, se le quote sono state rispettate e se il consorzio è in regola. Faremo dei controlli".
Il ministro si riferisce alle quote di produzione di formaggio contenute nel Piano di regolazione dell’offerta di formaggio Pecorino romano Dop, varato con decreto del ministro Maurizio Martina nel marzo 2016 e ora in scadenza e che potrebbero non essere state rispettate, anche perché le sanzioni per chi le viola sono piuttosto blande.

Centinaio chiude annunciando: "Il 19 febbraio porterò la questione latte a Bruxelles, lavoreremo per dare vita ad un organismo, da convocare due volte all'anno, per monitorare il prezzo del latte". Ma le prime dichiarazioni dei manifestanti, rese dopo l’incontro con il ministro, erano nel senso della continuazione della protesta.
 “Sono tutti molto disponibili, ci hanno ascoltato per un’ora, ma siamo lontani dal trovare una soluzione. Il Governo è attento, e noi lo ringraziamo – dice il leader della protesta dei pastori, Felice Floris - però ci servono risposte in tempi brevi. Per questo - annuncia - i presidi si intensificheranno nei prossimi giorni: noi non molliamo". Cosa poi avvenuta fino a ieri, quando Salvini ha convocato il tavolo di domani al Viminale.
 

La nececessità di riprogrammare la produzione di formaggio

E’ del tutto evidente che, come per altro annunciato giorni fa dal presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop, Salvatore Palitta, la questione del prezzo del latte non si può affrontare senza mettere mano alla programmazione produttiva del formaggio, quella vigente è ormai vicina alla scadenza, e le soluzioni per superare la fase di iperproduzione di Pecorino Romano, che ha depresso i pezzi di mercato di questo formaggio, riflettendosi sui prezzi del latte all'ovile, sta ora nelle mani di operazioni di sottrazione dal mercato di questa tipologia di formaggio: si ipotizza il ricorso ad un’asta in favore degli indigenti.

Intanto, dal Tavolo di Cagliari di oggi, oltre all'accordo sul prezzo minimo, potrebbe anche essere prospettato il nuovo il Piano di regolazione dell'offerta di Pecorino romano, che toccherà poi al ministro rendere esecutivo con un decreto, per il quale però si devono prevedere tempi lunghi. Nel frattempo occorrerà avere contezza comunque delle quote produttive future, anche solo per poter immaginare i prezzi e un nuovo sistema di sanzioni per rendere effettive le quote di produzione.
 

Un litro di latte ovino costa meno di un litro di acqua minerale

"Mentre la produzione di latte ovino cresce, i consumi interni e le esportazioni calano drammaticamente, e le remunerazioni ai pastori ristagnano, con prezzi compresi tra i 55 e i 60 centesimi al litro, che non bastano nemmeno a coprire i costi di produzione e sono ben lontani dalla forbice richiesta dai produttori, compresa tra 90 centesimi e 1 euro al litro". Così il presidente della Copagri, Franco Verrascina, che fa notare "allo stato attuale un litro di acqua minerale ha un costo maggiore di un litro di latte".

''La Sardegna - precisa Verrascina - conta circa 12mila aziende agropastorali, le quali allevano 2,6 milioni di pecore, corrispondenti a quasi la metà del patrimonio ovino italiano, che forniscono oltre 3 milioni di quintali di latte, più del 50% del quale destinato alla produzione del Pecorino Romano, formaggio a denominazione d'origine conosciuto in tutto il mondo ed esportato prevalentemente negli Stati Uniti", sottolinea il presidente della Copagri.
 

Agrocepi, convocheremo conferenza pubblica

Secondo il presidente nazionale di Agrocepi, Corrado Martinangelo, la vertenza latte, ma anche quella sull'olivicoltura, vanno affrontate in maniera unitaria e condivisa. “Sarebbe auspicabile – ha dichiarato Martinangelo - una grande mobilitazione unitaria di tutte le organizzazioni di settore e non iniziative di singole identità”.
Per Martinangelo, inoltre, dalla protesta occorre subito passare alla proposta attraverso un’analisi della situazione generale dell’agricoltura italiana in un contesto europeo: “Agrocepi – ha concluso Martinangelo - coglie l’occasione per annunciare una conferenza pubblica, che si svolgerà nelle prossime settimane, nel corso della quale saranno invitate tutte le organizzazioni di rappresentanza del settore agricolo per una riflessione comune su Italia, Europa e agricoltura”.