Per i veterinari è l'eterna sfida, per gli allevatori un'esosa tassa da pagare, nonché uno dei più frequenti motivi di ricorso agli antibiotici, quanto meno in una stalla da carne. Ci riferiamo naturalmente alla malattia respiratoria, la Brd per gli anglosassoni, un complesso di forme morbose che colpiscono il tratto respiratorio dei bovini e che riconoscono tra le loro cause determinanti un'ampia varietà di virus, batteri e altri patogeni.

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Oggi, in tempo di lotta alle antibiotico-resistenze e di uso razionale del farmaco, è indispensabile individuare esattamente il patogeno o i patogeni responsabili, per poi impostare una terapia antibiotica mirata. Ancora meglio giocare d'anticipo, con la prevenzione vaccinale. Ma in che modo? Se ne è parlato diffusamente a Bardolino (Vr), in occasione del primo congresso nazionale sul bovino da carne organizzato dalla Boehringer Ingelheim, a cui hanno partecipato numerosi i veterinari che prestano assistenza presso gli allevamenti da ingrasso, quelli in linea vacca vitello e nelle aziende di vitelli a carne bianca.

Negli allevamenti da latte la Brd colpisce la vitellaia, ma sempre più spesso anche le bovine adulte
Negli allevamenti da latte la Brd colpisce la vitellaia, ma sempre più spesso anche le bovine adulte


Lavaggio broncoalveolare

Di fronte alle manifestazioni di Brd, gli ostacoli che il buiatra deve superare prima di giungere a prescrivere una terapia mirata sono almeno tre: scegliere opportunamente i soggetti su cui prelevare un campione di materiale patologico; prelevare il campione, con una tecnica adeguata e ben eseguita; consegnare tempestivamente il campione correttamente conservato al laboratorio, in modo tale che il personale addetto possa formulare una diagnosi eziologica e un antibiogramma, passaggi propedeutici alla prescrizione di una terapia antibiotica mirata.

Per quanto riguarda il primo step, i veterinari sanno bene che i soggetti da campionare sono quelli ai primi sintomi e sono esercitati a individuarli. Anche le nuove tecnologie, però, possono dare una mano su questo fronte: è infatti dimostrato che tra i sintomi prodromici della malattia respiratoria ci sono anche il calo dell'attività motoria e il calo della ruminazione misurati dai sensori a collare oggi adottati in alcune stalle.
Secondo step, il prelievo del campione: a tal fine molti veterinari ricorrono abitualmente ai tamponi nasali o al limite il lavaggio trans-tracheale (praticato soprattutto in Piemonte), ma recentemente sta prendendo piede una nuova tecnica di prelievo, denominata lavaggio broncoalveolare, che secondo quanto detto a Bardolino rappresenta forse il metodo più appropriato, anche se invasivo: infatti, oltre a non richiedere strumenti costosi, se ben effettuato permette al laboratorio l'isolamento rapido del patogeno, nonché la tempestiva consegna al veterinario del risultato dell'antibiogramma (in 48-72 ore). Va comunque detto che anche i tamponi nasali, qualora opportunamente scelti tra i modelli commerciali a disposizione, campionati igienicamente e in numerosità adeguata, offrono buoni risultati. Fondamentale è la consegna rapida al laboratorio, soprattutto per la batteriologia.

Al congresso di Bardolino si è parlato anche di lavaggio broncoalveolare
Al congresso di Bardolino si è parlato anche di lavaggio broncoalveolare


Vaccino intranasale

Ma ci sono novità positive anche sul fronte della prevenzione della Brd. E non parliamo soltanto di misure gestionali (tra le ultime che si sono dimostrate efficaci ricordiamo l'uso dei destratificatori e la separazione dei box per mezzo di cancelli ciechi), ma anche di profilassi indiretta.

Proprio la Boehringer Ingelheim ha infatti lanciato un nuovo vaccino vivo attenuato a doppia valenza, efficace nel proteggere i bovini contro il virus sinciziale e quello della parainfluenza. Si tratta di un presidio da somministrare per via intranasale, perché è in grado di stimolare efficacemente l'immunità "mucosale" del tratto naso-faringeo, prevenendo così la colonizzazione del polmone da parte dei due virus (è garantita l'efficacia sui ceppi virali che circolano attualmente nei nostri allevamenti).

Tra gli elementi innovativi vi è anche il fatto che per la sua somministrazione viene fornito un kit comprendente un ugello e un imbuto di silicone color blu (blue stopper): l'ugello serve a spruzzare goccioline di vaccino dalle giuste dimensioni (tra i 30 e i 100 micron), in grado di raggiungere e stimolare la mucosa delle prime vie aeree, senza correre il rischio di essere deglutite o di andare negli alveoli polmonari; il blue stopper permette all'operatore di dare all'ugello la giusta inclinazione e il corretto posizionamento, e di mantenerlo in corso d'opera.

La somministrazione del vaccino è consigliata a partire dai dieci giorni di vita, ma può essere praticata a qualsiasi età/fase, per esempio anche sui ristalli che giungono in allevamento dopo un viaggio stressante; nei soggetti più irrequieti è bene eseguire la vaccinazione in presenza di corridoi e con l'ausilio di blocca-testa o altro mezzo idoneo di contenimento.
Il soggetto vaccinato rimane protetto per dodici settimane, dopodiché spetterà al veterinario stabilire se è opportuno o meno effettuare il richiamo, eventualmente realizzabile anche con un vaccino spento.

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a cura della redazione