Il 2018 si era aperto con importanti novità per gli allevatori italiani.
Nei primi mesi dello scorso anno prendeva infatti avvio il decreto destinato a modificare la disciplina della riproduzione animale.

Una rivoluzione che ha preso le mosse dal regolamento comunitario del giugno 2016 (1012/2016) destinato a uniformare le norme in tema di selezione zootecnica fra i paesi membri.
In base a questo regolamento, come anticipato a suo tempo da AgroNotizie, qualunque associazione di allevatori può essere riconosciuta come ente selezionatore, purché alla stessa possano aderire direttamente gli allevatori.
 

Il nuovo assetto

Prima di questa norma tutto il sistema zootecnico italiano aveva come fulcro l'Associazione italiana allevatori (Aia), nella quale confluiscono le realtà territoriali (provinciali e regionali o di specie), che a loro volta raccolgono l'adesione dei produttori.

Era facile intuire che i primi enti selezionatori che si sarebbero affacciati sullo scenario della zootecnia italiana sarebbero state le associazioni nazionali di specie o di razza del mondo Aia.
 

La svolta

Così è stato, sebbene in tempi meno rapidi rispetto a quanto ci si sarebbe potuto aspettare.
A fine dicembre 2018 l'associazione degli allevatori di bovini di razza Pezzata Rossa italiana (Anapri) ha deciso di abbandonare i vecchi schemi associativi.

Ora gli allevatori potranno aderire direttamente ad Anapri, senza la "mediazione" delle associazioni periferiche di Aia.
Non avendo più legami con Anapri e dunque nel rispetto delle nuove norme, alle Apa (Associazioni provinciali allevatori, ormai poche) e alle Ara (Associazioni regionali allevatori) potranno essere affidati i compiti di raccolta dei dati funzionali degli animali, indispensabili ai fini selettivi.


Le sfide

Come ricordato dal presidente di Anapri, Franco Moras e dal direttore Daniele Vicario, in occasione dell'assemblea straordinaria che ha apportato questi cambiamenti, le sfide ora da affrontare sono particolarmente impegnative.

Gli allevatori coinvolti in questa trasformazione sono oltre 3mila, diffusi sull'intero territorio nazionale. Importante è anche il numero di vacche iscritte al libro genealogico della razza, che conta circa 60mila capi.
 

Carne e latte

Fra gli obiettivi che attendono Anapri nella sua nuova veste c'è l'ulteriore miglioramento dei già buoni risultati ottenuti sul fronte della produzione di latte, che ha visto passare la media produttiva dai 66 quintali di dieci anni fa agli attuali 71.
Senza dimenticare il "capitolo carne", altro punto di eccellenza per questa razza.

A questo proposito è opportuno ricordare la presentazione al ministero dell'Agricoltura del disciplinare di etichettatura facoltativa per certificare i prodotti a marchio "Solo di Pezzata Rossa".
Vale per la carne, ma anche per il latte, particolarmente apprezzato nella trasformazione casearia.
 

I progetti

I programmi della "nuova" Anapri sono ambiziosi.
La selezione è già da sola assai impegnativa specie per una razza (c'è chi la chiama Italian Simmental) che deve competere a livello globale.

Trovare spazio sul mercato, anche solo italiano, per un proprio marchio distintivo è poi compito persino più arduo. Non resta che augurare buon lavoro.