L'allevamento di polli più grande d'Europa si trova in Ucraina, dove la Mhp ha un impianto di produzione all'interno del quale vivono 18 milioni di uccelli. Animali allevati grazie alle granaglie coltivate dalla stessa azienda su 370mila ettari di campi. Una superficie pari alla Valle d'Aosta. L'allevamento dell'oligarca ucraino Yuriy Kosiuk, patron della Mhp, sforna ogni giorno circa mille tonnellate di carne che soddisfano la metà del fabbisogno nazionale e che in parte vengono esportate, anche in Europa.

Nel 2016 l'Ucraina, in bilico tra la Federazione russa e l'Unione europea, ha stipulato con Bruxelles un accordo commerciale che prevedeva, tra le altre cose, quote di import di carne di pollo. Kiev può infatti esportare in Ue 20mila tonnellate di carne di pollo, tra cui il pregiato petto, e altre 20mila tonnellate di interiora e carcasse, meno richieste. Nell'accordo è previsto anche che l'Ucraina possa esportare in Europa a dazio zero e senza quote anche un particolare taglio: il petto con l'osso dell'ala.

Mhp ha così iniziato ad esportare il petto con l'osso in Olanda, Slovacchia e Polonia. Una volta arrivati negli stabilimenti del Gruppo in Europa ai tagli viene tolto l'osso e i petti vengono immessi sul mercato. Kosiuk ha sfruttato questo stratagemma per aggirare le restrizioni imposte dall'Europa. Secondo i dati della Commissione Ue le esportazioni del petto con l'osso sono passate da zero nel 2015 a 3.500 tonnellate nel 2016, a 27mila tonnellate nel 2017.

La notizia, svelata dal quotidiano Politico, ha generato preoccupazione tra gli allevatori Nord europei che temono la concorrenza ucraina. La pratica di Mhp, fanno sapere da Bruxelles, è totalmente legale, anche se non rispetta lo spirito dell'accordo commerciale tra Ue e Kiev.

Anche Unaitalia (Unione nazionale filiere agroalimentari carni e uova), contattata da AgroNotizie, ha espresso preoccupazione. eLa situazione che si è venuta a creare a seguito dell'accordo firmato ed implementato tra UE e Ucraina è seria e preoccupa molto anche il settore avicolo italiano", ha dichiarato Antonio Forlini, da poco eletto presidente di Unaitalia.

"Se da un lato l'Italia è un mercato chiuso, in cui la cosiddetta 'barriera del fresco' e l'autosufficienza produttiva garantiscono un certo grado di difesa dalle importazioni, dall'altro questo imponente flusso commerciale mette a rischio la stabilità dei mercati Ue, quindi indirettamente anche l'Italia", spiega Forlini. "L'import dall'Ucraina potrebbe minare la stabilità e la capacità di trovare collocazione sul mercato per aziende europee di piccola e media dimensione e a lungo termine potrebbe fare breccia anche nel nostro paese".

I consumi di carne di pollo sono in continua crescita a livello globale e anche gli europei la privilegiano rispetto a quella di altri animali. Il Brasile è il leader nella produzione, ma non è indenne a scandali. A fine 2017 l'inchiesta 'carne fraca' ha portato in manette imprenditori e funzionari pubblici che avrebbero falsificato i certificati sanitari di prodotti destinati all'esportazione. Come conseguenza l'Ue ha chiuso (temporaneamente) le sue frontiere al paese sudamericano.

"Quando si parla di accordi di libero scambio, il settore avicolo europeo è in una posizione delicata poiché paesi terzi, Ucraina in questo caso, ma anche Brasile e Thailandia, producono con differenti regimi fiscali e vincoli legislativi in materia di alimentazione, benessere animale e sicurezza alimentare. Ed essendo produttori di materie prime per l'alimentazione degli animali hanno costi di produzione inferiori", ha dichiarato Forlini.

Secondo Unaitalia le esportazioni ucraine verso stabilimenti di proprietà di Mhp acquistati su territorio europeo potrebbero raggiungere oltre 60mila tonnellate entro la fine del 2018. Esportazioni effettuate utilizzando un codice doganale lasciato a dazio zero e senza quota.