Da Macomer (Nuoro) il Consorzio per la tutela dell'Agnello di Sardegna Igp ha annunciato ieri, 21 giugno 2018, che si costituirà parte civile non appena saranno chiuse le indagini scaturite dall'operazione "Miel di Sardegna" avviata nel mese di aprile dagli uffici territoriali competenti dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi del ministero per le Politiche agricole, in collaborazione con gli agenti vigilatori del Consorzio. Operazione che aveva portato al sequestro di un ingente quantitativo di agnelli (miel in rumeno) provenienti dalla Romania che stavano per essere spacciati per Agnello di Sardegna Igp, con un ritorno economico stimato in un milione di euro.

Sempre ieri, da Caserta, il Consorzio di tutela della Mozzarella di bufala campana Dop ha annunciato di aver avviato l'operazione "E…state senza pensieri" con l'obiettivo di aumentare i controlli sul noto latticino Dop nelle principali località turistiche italiane, in sinergia con tutte le forze dell'ordine preposte.
L'incremento dell'attività di vigilanza è partito dal Salento, poi ha coinvolto Ischia e Capri, capitali del turismo internazionale, in collaborazione con il Reparto per la tutela agroalimentare dell'Arma dei Carabinieri di Salerno. Così si intende tutelare i turisti-consumatori dai rischi di frodi e contraffazioni della bufala campana, che aumentano durante il periodo estivo nei luoghi di maggiore afflusso.
 

Agnello di Sardegna Igp parte civile contro chi froda i consumatori

Il Consorzio dell'Agnello di Sardegna Igp si costituirà parte civile nel processo per lo scandalo degli agnelli rumeni spacciati come sardi. Una nota del Consorzio ha reso noto ieri che il Consiglio di amministrazione del Contas il 3 maggio 2018, pochi giorni dopo la scoperta di 12mila agnelli provenienti dalla Romania, ma pronti per essere venduti in Italia con il marchio Agnello di Sardegna Igp, ha deliberato all'unanimità che si costituirà parte civile non appena saranno chiuse le indagini nei confronti dei presunti responsabili della frode in commercio.

Il tarocco era stato smascherato nei primi giorni dell'aprile scorso da un'ispezione della Repressione frodi in collaborazione con il Consorzio dell'Agnello Igp in alcune delle maggiori piattaforme di carne della Gdo del Centro-Nord Italia, mercato più remunerativo nel periodo pasquale, all'interno dell'operazione "Miel di Sardegna". Una truffa sulla quale sono in corso delle indagini, per un valore stimato in oltre un milione di euro.

"Una scelta, quella di costituirsi parte civile, condivisa da tutti e che ci vedrà in prima linea nella difesa della nostra eccellenza da uno dei reati più temuti: per sei italiani su dieci è più grave dei reati fiscali" sottolinea il presidente del Contas Battista Cualbu. "Porteremo fino in fondo le ragioni di tutti i sardi che da questo tipo di truffa vedono violato il proprio lavoro, la propria identità culinaria, oltre che la salute stessa dei consumatori che acquistano un agnello, convinti che sia sardo certificato Igp, quindi allevato seguendo un preciso disciplinare, del quale in realtà non si conoscono le condizioni in cui è stato allevato, macellato e conservato. E il tutto fatto infangando il nome del nostro agnello Igp e dunque di tutta la Sardegna".
 

Mozzarella, la vigilanza controlla le località più gettonate dal turismo

I primi risultati dell'operazione "E…state sereni" del Consorzio tutela Mozzarella di bufala campana sono già arrivati. Sull’'sola di Ischia, infatti, sono stati verificati numerosi punti vendita nelle località di Ischia Porto, Barano e Forio. Sono stati sequestrati e inviati a distruzione oltre 60 chili di prodotti alimentari. Si tratta di false mozzarelle Dop e varie forme di formaggio stagionato di latte di bufala.
In una gastronomia del Porto è stata scoperta "mozzarella di bufala" venduta sfusa, senza etichettatura. Nel mirino sono finiti produttori, distributori ed esercizi commerciali, a cui è stato contestato l'articolo 18 del Regolamento Ue 178/2002, che sanziona la vendita di prodotti privi di ogni informazione al consumatore, necessaria a questi per risalirne all'origine. Nello specifico, i prodotti lattiero-caseari non erano confezionati e perciò mancanti di denominazione di vendita, lotto e scadenza, nonché privi di sigillo di garanzia obbligatorio.

A Capri invece sono stati sequestrati 20 chili di presunto formaggio, anche di bufala, su un totale di 200 chili di prodotti alimentari di vario genere. Sono stati inoltre prelevati campioni di mozzarella di bufala trovata in commercio per verificare il rispetto del disciplinare della Dop. In totale nelle due isole campane sono state elevate sanzioni per oltre 6mila euro, mentre il valore della merce posta sotto sequestro è pari a circa 5mila euro.

Anche la Puglia è stata coinvolta nell'attività di repressione. La sezione vigilanza del Consorzio ha effettuato una serie di prelievi a Lecce. A stabilire la vera natura del prodotto controllato saranno le analisi che l'organismo di tutela ha affidato al laboratorio di Salerno dell'Istituto centrale qualità e repressione frodi del ministero delle Politiche agricole.

"La sicurezza dei consumatori è uno dei principali obiettivi del Consorzio" commenta il direttore Pier Maria Saccani. "Dobbiamo tutelare la Mozzarella di Bufala Campana Dop  e più in generale tutto il nostro territorio, che è meta turistica estiva sempre più apprezzata. Ringraziamo i Carabinieri del Reparto per la tutela agroalimentare, così come tutte le forze dell'ordine impegnate nei controlli sulle produzioni Dop e Igp, per il prezioso lavoro svolto sul territorio. La nostra azione continuerà anche nei prossimi mesi in altri luoghi simbolo dell'estate italiana".