In Sardegna il virus della lingua blu è arrivato nel 2000 e da allora non se n'è più andato, colpendo a ripetizione allevamenti di ovini.
In questi giorni si registrano nuovi episodi della malattia, conosciuta anche con il nome di lingua blu o febbre catarrale, che stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza degli allevamenti in diverse aree dell'isola, dove si lamenta la perdita di circa tremila capi.

Nulla in confronto all'epidemia del 2013, con quasi seimila focolai e la perdita di circa 30mila capi, ma è alto il timore che con la prossima primavera possa aversi un aumento dei casi.
E poi non va dimenticato che la lingua blu non è confinata in Sardegna, ma si è presentata in molte altre regioni.

Oggi desta molta preoccupazione la presenza di un nuovo sierotipo, il numero 3, che mai prima d'ora era stato segnalato in Italia o in Europa.
 

Un nuovo sierotipo

A confermarne la presenza è l'Istituto zooprofilattico di Teramo, Centro di referenza nazionale per questa malattia, nei cui laboratori è stata individuata la presenza del sierotipo 3 del virus in un allevamento in provincia di Trapani.

Immediate tutte le misure per mettere sotto controllo il focolaio, la cui scoperta è stata subito comunicata all'Organizzazione mondiale della sanità animale (Oie).

E' la prima volta che questo ceppo del virus viene identificato in Europa, dove invece sono già presenti altri sierotipi, come il BTV-1, 2,4,8,9 e 16.
 

Un arrivo previsto

L'arrivo del nuovo ceppo non ha colto di sorpresa i ricercatori dello Zooprofilattico di Teramo, che da tempo svolge attività di sorveglianza nei confronti di questa patologia, in collaborazione con istituti di ricerca di altri paesi, in particolare del Nord Africa.

Già a fine 2016 era stata osservata la presenza dello stesso virus in Tunisia, nella penisola di Capo Bon, un area relativamente vicina alle coste della Sicilia.
C'erano dunque molte possibilità che il BTV-3 potesse arrivare in Italia e nei laboratori dello Zooprofilattico si era al lavoro per sviluppare nuovi test diagnostici per la tempestiva individuazione del nuovo ceppo.


Rapidità

E' stato così possibile diagnosticare in tempi rapidi la presenza del nuovo ceppo, condizione fondamentale per contenere la diffusione del virus.

Ricordiamo che la blue tongue si trasmette da un animale all'altro grazie ad un insetto vettore, del genere Culicoides, un 'parente' della zanzara, che può essere ancora attivo nelle aree più temperate della penisola, come nel caso della Sicilia.

L'arrivo della stagione più fredda è di aiuto nella lotta alla blue tongue, ma centrale resta la collaborazione fra allevatori e autorità sanitarie.
 

I sintomi

I principali sintomi della malattia (si veda in proposito l'approfondimento di AgroNotizie su questo argomento) sono febbre, inappetenza e scolo nasale e poi gonfiore delle palpebre e del sottomandibola.
La lingua può diventare bluastra (cianotica), da cui il nome della malattia.
Nei casi iperacuti si ha morte per asfissia, causata da imponente edema polmonare.

Al primo sospetto è bene chiedere l'aiuto del veterinario. Solo così si può controllarne la diffusione ed evitare danni maggiori.