Con l'arrivo dell'estate e il seccarsi dell'erba si ripresenta inesorabile la piaga degli incendi, che nei giorni scorsi ha colpito la Sardegna soprattutto nei territori dell'Alto Oristanese e del Marghine.
Il 4 luglio 2016, al termine dell'emergenza, le autorità regionali della Sardegna hanno contato 4.050 ettari di pascoli e sugherete andati in fumo. Secondo un primo bollettino dei danni, sarebbe Sedilo (Oristano) il centro più colpito, con 2300 ettari bruciati, ovini, bovini ed equini morti o feriti e fabbricati rurali lesionati.

"Le fiamme di questi giorni - sottolinea il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu - hanno distrutto centinaia di ettari di pascolo e le scorte di foraggio di un'intera stagione, mettendo sul lastrico, oltre che gli agricoltori, diversi pastori e allevatori costretti a spese straordinarie per comprare foraggio e mangime per i propri animali. E' fondamentale un immediato intervento della Regione per il riconoscimento e il ristoro dei danni che possano almeno in parte attenuare le perdite".
 
Ma il ristoro dei danni sarà parziale ed indiretto, almeno a sentire quanto dichiarato dai vertici della Regione Sardegna.

"Ci attiviamo con i Comuni e con Agea per velocizzare i pagamenti del Psr, per le aziende colpite" ha annunciato l'assessore all'Agricoltura della Regione Sardegna, Elisabetta Falchi, spiegando che non sarà possibile erogare direttamente gli indennizzi perché "sono andati a fuoco i foraggi che erano ancora nei campi o erano stati raccolti e accatastati nei capannoni, poi le recinzioni ed i muretti a secco. Abbiamo difficoltà ad attivare interventi di supporto e di ristoro del danno poiché non si è trattato di una calamità naturale ma di un'azione dolosa, anche se il Psr potrà essere utile per ripristinare le recinzioni e i confini, una delle voci contemplate proprio dalla misura 4.1 di imminente pubblicazione".
 
Forte anche la polemica sull'efficienza e l'efficacia del sistema di allerta e spegnimento degli incendi, che ha visto impegnati numerosi elicotteri e Canadair. E Coldiretti Sardegna dice la sua anche su questo aspetto della vicenda.

"Siamo la prima Regione del Mediterraneo in cui si pratica l'allevamento al pascolo ed è assodato che chi lavora la terra sia il custode del territorio, - afferma il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba - a maggior ragione in un progetto di lotta agli incendi non si può prescindere dagli imprenditori agricoli, soprattutto nel ruolo di prevenzione ma anche di tutela del territorio".