Nel complesso - evidenzia l’Anlac - guardando alla ripartizione della quota di spesa alimentare destinata all’acquisto delle varie tipologie di carni e confrontando i dati del 2008 e del 2013, i dati del monitoraggio confermano la tendenza da parte dei consumatori ad acquistare quantità maggiori di carne avicunicola.
All’interno di questo segmento - aggiunge l’Anlac - il volume di consumo delle carni cunicole passa da una quota di circa il 2,8% nel 2008 a poco meno del 2,7% nel 2013, mentre la quota in valore passa da 2,6% a 2,5%.
"Le quote di consumo di carne cunicola - dichiara il presidente dell’Anlac - sono, dunque, sostanzialmente stabili e già questo sconfessa le dichiarazioni false di molti commissari Cun che hanno sempre sostenuto cali dei consumi per favorire un abbassamento dei prezzi all’origine. La verità - conclude - è che attraverso l’uso anticoncorrenziale della leva import-export il comparto è sempre più concentrato nelle mani di tre gruppi industriali che praticano contratti a prestazioni abbinate (acquisto mangime-ritiro carne) vietati dal diritto europeo, in una deriva monopolizzante".
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Fonte: Anlac