Ci si aspettava una terza opportunità di rateizzare le multe latte. Queste almeno le conclusioni alle quali gli osservatori erano giunti dopo le dichiarazioni del ministro dell'Agricoltura, Saverio Romano, che si era detto pronto a trovare una soluzione al problema. Poi è arrivato il commissariamento di Agea, istituzione che fra i suoi compiti annovera quello della verifica delle quote latte e del calcolo delle multe. E poco dopo la decisione, contenuta nelle pieghe della recente manovra finanziaria, di sospendere il mandato ad Equitalia per la riscossione delle multe divenute esigibili. Molti hanno interpretato questi due fatti come la risposta del ministro Romano al problema delle multe. Altro che rateizzazione, in pratica un rinvio “sine die ai debiti degli allevatori non in regola con il regime delle quote.

 

Coro di proteste

Immediate le prese di posizione contro questa eventualità. “Un provvedimento che ormai prelude ad un condono tombale – ha detto il presidente di Cia, Giuseppe Politi - che premia i furbi delle quote latte”. Una difesa di casta a discapito della maggioranza degli allevatori onesti, si legge in un documento di Confeuro. Una beffa per gli allevatori onesti, afferma il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi. E' ancora Guidi, insieme al suo vice Antonio Piva, che affida ad un comunicato il compito di chiedere al Governo lo stralcio del provvedimento sulle quote latte dal corpo della manovra. Al coro di proteste risponde una precisazione del ministero dell'Agricoltura nella quale si legge che le norme inserite nel decreto legge del 30 giugno non interrompono l'azione di recupero delle multe già avviate da Equitalia. In pratica, precisa il ministero, le cartelle esattoriali saranno trasferite ad Agea, che dovrà provvedere al recupero dei crediti. Una decisione presa in considerazione che Agea, essendo “organo pagatore nazionale”, costituisce l'ente competente nel settore agricolo e lattiero caseario.

 

Il compito di Agea

Ora si tratta di vedere se Agea è in grado di allargarsi dal pagamento delle provvidenze per l'agricoltura alla riscossione dei crediti. Le premesse non sembrano le migliori dopo la cura dimagrante imposta af Agea dai tagli al finanziamento pubblico e la conseguente riduzione del personale. Senza dimenticare che Agea è “attrezzata” per distribuire soldi e non per riscuoterne. A meno che dalle ingiunzioni di pagamento non si passi alle “trattenute alla fonte”, con una sorta di compensazione fra multe dovute e sostegni elargiti. Una strada però già abbandonata in passato. 

 

Chi paga e chi no

Pare proprio che gli “irriducubili” delle quote latte possano tirare un sospiro di sollievo. Anche se c'è da registrare  la presa di posizione del Quirinale che proprio sul tema delle quote latte ha chiesto un chiarimento prima di dare il via libera al decreto legge. La risposta è giunta dal ministro Giulio Tremonti con la precisazione che la riscossione delle multe sarà assicurata dalle ingiunzioni di pagamento. Ricordiamo che ad essere coinvolti nelle iscrizioni a ruolo sono (meglio dire erano?) 664 allevatori ai quali è chiesto il pagamento di 59 milioni di euro. Per i circa 12mila allevatori che invece hanno deciso di pagare il debito, anche se a rate, non resta che mettere mano al portafoglio, cosa che in molti già hanno fatto. Altri ancora hanno da tempo regolarizzato la loro posizione, sia pagando le multe sia acquistando quote (che oggi non valgono più nulla, o quasi...). Altri ancora, e non sono pochi, attendono che la loro posizione sia chiarita.