Dalla A di acciughe sotto sale del mar Ligure alla Z di Zampone di Modena. Sono tanti i prodotti italiani che possono fregiarsi di una delle denominazioni di origine previste dalle attuali normative, ovvero Doc, Docg, Igt, Dop e Igp. Tutti ne conoscono il significato, ma un breve “ripasso” può essere utile. Doc,  Docg e Igt (rispettivamente Denominazione di origine controllata,  Denominazione di origine controllata e garantita e Indicazione geografica tipica) sono marchi che vengono attribuiti ai  vini in funzione dell’area di produzione e della loro qualità. Dop e Igp (rispettivamente Denominazione di origine protetta e Indicazione geografica protetta) sono marchi attribuiti a prodotti agricoli e alimentari prodotti in aree delimitate e con particolari caratteristiche.

Marchi a garanzia dei consumatori, ma anche dei produttori che attraverso questi marchi possono conquistare nuovi mercati e spuntare, se possibile, prezzi più alti. Salvo cadere preda delle contraffazioni e delle imitazioni, un problema che riguarda molti prodotti a indicazioni protetta.

 

Il più copiato

A guidare la classifica dei prodotti agroalimentari più copiati figura il Parmigiano-Reggiano che per fronteggiare il problema ha messo a punto una banca dati dei casi di agropirateria presi in esame dai Consorzi di tutela delle Dop e delle Igp a livello internazionale. Presentata a Roma l’11 dicembre nell’ambito del convegno “La salvaguardia dell’immagine e la tutela legale in campo nazionale comunitario ed internazionale delle Indicazioni Geografiche”, questa banca dati propone un’ampia casistica alla quale fare riferimento per agevolare i compiti di difesa e aumentare l’efficacia delle azioni di tutela.

"Spesso – ha sottolineato il direttore del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, Leo Bertozzi i nomi dei nostri prodotti sono usurpati e usati in modo scorretto, come del resto ben dimostra la lunga vertenza sul “parmesan.  Il nostro Consorzio, grazie al contributo del Mipaaf, ha voluto mettere il proprio significativo bagaglio di esperienza e conoscenza al servizio delle altre Indicazioni Geografiche per contrastare le usurpazioni e le situazioni di concorrenza sleale".

“Il progetto – ha spiegato Giorgio Capovani, responsabile dei Servizi istituzionali del Consorzio del Parmigiano-Reggiano – propone la realizzazione di strumenti operativi comuni, realizzando innanzitutto una rete di informazioni accessibile ed utilizzabile da tutti i Consorzi, che potranno contestualmente contribuire ad implementarla.”

 

Esempi pratici

Nel corso del convegno  Paolo Veronesi (legale della Società Italiana Brevetti) ha presentato le modalità per depositare i marchi secondo le tipologie consentite nei vari Paesi,  per la maggior tutela dei prodotti a indicazione geografica (Dop e Igp) nonché le azioni necessarie affinché i marchi depositati siano difesi da imitazioni e usurpazioni.

Di grande interesse i casi pratici presentati da Giorgio Bocedi (studio GB Avvocati di Reggio Emilia), partendo dall’esperienza vissuta dal Parmigiano-Reggiano e mettendo l'accento sulle varie azioni e le diverse procedure da seguire per muoversi a livello legale sia in ambito Ue che sui mercati extracomunitari.

I numerosi interventi hanno poi sottolineato la necessità di puntare alla massima collaborazione tra i consorzi di tutela e l’assegnazione di una specifica priorità alle informazioni di carattere legale utili alla protezione delle Indicazioni Geografiche e dei marchi. L’obiettivo è quello di valorizzare le indicazioni geografiche a livello internazionale, contrastando le imitazioni e la concorrenza scorretta che viene messa in atto da imprese inserite nel commercio mondiale.