I castagni fioriscono a settembre a causa delle alte temperature estive. È l'ultimo allarme lanciato dal Cnr, Consiglio Nazionale per le Ricerche, che ha riscontrato fioriture fuori stagione che vengono segnalate per la prima volta molto a Nord del Paese in aree del Lario e della Valchiavenna. Le prime segnalazioni di fioriture settembrine di castagno riguardano il territorio della Campania e risalgono a dieci anni or sono: ma al momento non sembrano aver avuto conseguenze negative sulla produttività delle piante.


Le rilevazioni del Cnr ed Uninsubria

Nell'ambito del progetto denominato Avabicarel - "Analisi e valorizzazione della biodiversità del castagno nella Regione Lariana" - l'Istituto per la BioEconomia del Cnr e l'Università degli Studi dell'Insubria di Varese in collaborazione con diverse comunità montane, stanno studiando il patrimonio genetico di una decina di popolazioni di castagno lombarde, rilevanti sia per il loro pregio, sia per la loro diffusione.

 

I lavori prevedono indagini genetiche effettuate dal professor Giorgio Binelli del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita di Uninsubria e analisi morfologiche portate avanti dal dottor Claudio Cantini del Cnr-Ibe.

 

Proprio durante i lavori in corso sui territori lombardi è arrivata la segnalazione da parte dei tecnici del Consorzio Forestale di Prata Camportaccio della presenza, in Valchiavenna, di numerose piante di castagno in piena fioritura.

 

"Questo fenomeno rappresenta una importante e preoccupante anomalia in quanto la fioritura del castagno avviene nel mese di giugno, mentre a settembre i frutti già si preparano alla maturazione con varietà precoci che già aprono i ricci e fanno cadere le castagne a terra" si afferma in una nota stampa del Cnr.

 

"L'analisi dei rami fa capire come questa fioritura settembrina stia avvenendo sulla vegetazione formata nella primavera del 2022, coinvolgendo quindi le gemme che dovevano essere dormienti e che sarebbero dovute fiorire durante il prossimo anno" continua la nota. 

 

I ritmi naturali delle piante risultano fortemente stravolti e la colpa "può essere imputata alle anomalie stagionali. Fenomeni simili, infatti, sono già conosciuti su altre specie di interesse agrario ed erano stati notati anche sul castagno, in forma limitata, in varie zone del Centro Italiaaggiunge la nota.

 

"Gli anziani castanicoltori non ricordano un fenomeno simile" dice la dottoressa Laura Donin del Consorzio Forestale Prata Camportaccio. I dati rilevati dall'Osservatorio Siccità dell'Istituto per la Bioeconomia segnalano anche per le zone della Lombardia intorno al Lago di Como un periodo di forte stress a carico della vegetazione, iniziato già ai primi di giugno e proseguito per tutto il periodo estivo.

 

Ricorda Claudio Cantini che "Il forte stress idrico unito alle alte temperature hanno fatto saltare i meccanismi fisiologici di regolazione dei cicli naturali delle piante ed appena sono variate le condizioni climatiche, con accorciamento del fotoperiodo, sopravvenienza di piogge e abbassamento delle temperature notturne, le piante hanno reagito come fanno di solito al termine del periodo invernale: le gemme sono andate in fioritura interrompendo la dormienza".

 

Il problema è che questa seconda fioritura non comporta una seconda produzione, ma rappresenta un dispendioso e dannoso uso delle sostanze di riserva delle piante, una sorta di "sparo a vuoto". Infatti, le gemme che sono andate a fiore adesso non fioriranno il prossimo anno, abbattendo quindi la produttività.

 

Al momento la varietà Grussulée sembra quella più interessata dal fenomeno, che risulta assente sulle piante di Marrone. Il professor Binelli segnala come "la risposta a questi stress ambientali non è omogenea e come sia quindi importante evidenziare le differenze genetiche presenti a livello varietale, in modo da individuare le piante capaci di meglio reagire a questi andamenti stagionali anomali".

 

In futuro, saranno proprio le varietà che meglio si adattano a queste anomalie ad aiutare a garantire la sopravvivenza delle produzioni agricole e la redditività delle imprese, altrimenti messe in ginocchio dai mancati raccolti. Queste anomalie climatiche tendono a diventare sempre più frequenti, agendo su molti meccanismi fisiologici delle piante.

 

"La fioritura fuori epoca è solo uno dei fenomeni negativi notati a carico dei vegetali", ricorda Cantini. Gli andamenti termici di questi ultimi anni hanno infatti provocato alterazioni nel differenziamento a fiore delle gemme e nella successiva produzione di frutti, mentre altri danni sono stati causati dalla forte insolazione, dall'ozono e dalla aumentata evapotraspirazione.


La capacità di adattamento delle piante è duramente messa alla prova dalla velocità dei cambiamenti climatici; la biodiversità presente nelle specie agrarie e arboree potrà aiutare il settore ad individuare le piante più capaci di resistere o di reagire.


Fioriture settembrine al Sud osservate dieci anni fa

Il fenomeno della fioritura settembrina del castagno è noto da tempo negli areali meridionali: "Lo segnalai personalmente già dieci anni fa al professor Pio Federico Augusto Roversi del Crea di Firenze - racconta ad AgroNotizie® Giampaolo Rubinaccio, imprenditore castanicolo e agrotecnico in Campania e membro della Federazione Nazionale di Prodotto Frutta in Guscio di Confagricoltura


"Le osservazioni di queste fioriture settembrine sono continuate in questi anni in agro di Quindici, in provincia di Avellino, e sono già descritte in letteratura - continua Rubinaccio - e posso dire che in coincidenza con il manifestarsi dell'infestazione da cinipide del castagno sono sicuramente aumentate".

 

Sulla possibile capacità delle fioriture settembrine di incidere negativamente sulla produzione dell'autunno successivo Rubinaccio afferma: "Francamente non saprei, anche perché in questi anni la riduzione di produzione dei castagneti campani hanno avuto ben altre e tristemente note origini: dal cinipide del castagno agli attacchi di cidia e Gnomoniopsis Discula Pascoe".

 

Insomma con i cambiamenti climatici in atto e l'aumento del fenomeno delle fioriture settembrine, al Sud si va in terra sconosciuta: in futuro gli esiti produttivi negativi molto dipenderanno dal suo eventuale successivo intensificarsi ed all'estendersi a nuovi areali.

 

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