La fusariosi, causata dal fungo patogeno Fusarium oxysporum f. sp. lactucae, può rappresentare per la coltivazione della lattuga una delle maggiori preoccupazioni per agricoltori e tecnici. Questo a causa dei gravi danni che può provocare alla parte vegetale della coltura, generando danni commerciali al prodotto. In Italia il patogeno è stato individuato per la prima volta in Lombardia nel 2001 e da allora si è sviluppato in tutta Italia. Tutte le tipologie di lattuga possono essere colpite dagli attacchi del patogeno: Cappuccio, Iceberg, Romana, Gentilina, Batavia, Foglia di Quercia, eccetera. 

 

"Le piante malate - come segnalato in alcune pubblicazioni presenti su Veneto Agricoltura -, a seconda della gravità dell'infezione, presentano crescita stentata, clorosi delle foglie e appassimenti. Il colletto dei cespi sintomatici, se sezionati, mostrano imbrunimenti e arrossamenti vascolari, segnale della presenza e diffusione del patogeno. Se non controllato debitamente questo fungo è in grado di apportare danni importanti, anche totali, alle coltivazioni con conseguente perdita di reddito da parte dell'agricoltore".


Dall'infezione ai sintomi

Il fungo si conserva durante l'inverno nel terreno, dove può rimanere vitale anche per molti anni grazie ai suoi organi di resistenza (clamidospore). In primavera, con l'innalzamento delle temperature medie e con l'aumento dell'umidità relativa, le spore si riattivano e possono raggiungere le foglie basali e quelle esterne della lattuga iniziando il loro processo d'infestazione. I sintomi iniziali consistono in una crescita stentata e asimmetrica delle piante, in una clorosi fogliare e, nei casi più gravi, un rapido avvizzimento della pianta. Le piante infette mostrano, in sezione, evidenti imbrunimenti o arrossamenti vascolari. Con il progredire della malattia spesso si formano delle cavità a livello dei vasi che di fatto bloccano il flusso della linfa e conseguentemente portano al disseccamento dei tessuti. Se non controllato debitamente questo fungo è quindi in grado di creare danni importanti con conseguente perdita di reddito da parte dell'agricoltore.


La propagazione di seme infetto, verso l'interno dell'azienda, rappresenta il principale veicolo di diffusione del patogeno a lunga distanza, senza dimenticare come le stesse spore possano essere trasportate dal vento e dalle gocce d'acqua. Mentre lo sviluppo della malattia all'interno dell'azienda avviene attraverso il trasporto ai campi esenti nel corso di varie operazioni colturali: i residui di terra presenti sulle trattrici, le macchine operatrici o le calzature usate dagli operatori agricoli.

 

Tutte le tipologie di lattuga possono essere colpite dal Fusarium

Sono tante le tipologie di lattuga in Italia: tutte possono essere colpite dal Fusarium

(Fonte foto: Consorzio di Tutela dell'Insalata di Lusia Igp)

 

Proviamo a difenderci

Il Fusarium oxysporum f. sp. lactucae è un fungo difficile da controllare: sia perché sopravvive per anni nel suolo e sia perché una volta che ha infettato la pianta la cura non ha grande efficacia. La vera grande difesa è data dalla prevenzione, che cerca di abbattere il potenziale d'inoculo. Ma come fare quest'ultima? Attraverso molteplici strumenti e un approccio integrato: l'impiego di semi o piantine sane e certificate, sanificazione di attrezzi e mezzi, uso di tecniche colturali adatte, uso di cultivar resistenti, l'uso di una rotazione colturale, disinfezione del terreno o del substrato di coltivazione (attraverso varie tecniche), l'uso di fungicidi durante la coltivazione (fonte Gullino et al, 2012). Non esiste quindi la cura delle cure.

 

Un aiuto arriva dalla genetica

Parallelamente ad una razionale gestione agronomica della coltura vengono usate varietà resistenti (o anche parzialmente resistenti) per difendersi al meglio da questa avversità. Attualmente è la scelta tecnicamente ed economicamente più consigliabile, anche se essa presuppone una continua attività di valutazione del materiale vegetale immesso sul mercato e un costante monitoraggio delle razze del patogeno presenti. Oggi le maggiori aziende sementiere del settore hanno nel proprio catalogo varietà che presentano una naturale resistenza genetica al Fusarium e alle sue razze. Per maggiori informazioni è possibile consultare Plantgest®, dove troverai la descrizione di alcune di queste varietà.

 

 

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Oggi sono poche le sostanze attive che possono essere usate per difendersi dal Fusarium

(Fonte foto: TonyPrats - Pixabay)

 

La disinfezione del suolo

Una puntuale disinfezione del terreno è sicuramente un buon inizio quando si decide di coltivare lattuga. Sono diverse le modalità con cui attuare questa tecnica e ognuna di loro presenta dei pro e dei contro. Interessanti risultati arrivano dalla combinazione della solarizzazione con della biofumigazione. La prima prevede di coprire il suolo durante i mesi più caldi (luglio e agosto) con film plastici che lascino passare la radiazione solare e impediscano al calore di disperdersi. I limiti della tecnica sono dati dalla necessità di non poter utilizzare il terreno per un periodo di circa 20-30 giorni, a causa della presenza dei teli e dell'attività in corso, e di una disinfezione superficiale. Per aumentare l'efficacia della solarizzazione, prima di stendere i film plastici, si possono stendere sul terreno biofumiganti pelletatti, come quelli a base di Brassicaceae, che sono in grado durante il loro processo di degradazione di liberare gas ad azione antimicrobica.

 

Esiste sempre la più tradizionale sterilizzazione del terreno con il vapore: un terreno sottoposto a temperature di 55/60°C per un periodo di almeno 30 gg abbatte la densità di inoculo del 80/90%. Si tratta tuttavia di una tecnica che, sebbene efficace, è molto poco diffusa in quanto richiede l'impiego di macchinari particolari e l'ingente utilizzo di combustibili fossili il cui costo non è conciliabile con la redditività dell'azienda. 

 

Recentemente si è testato in vitro l'uso di antagonisti al Fusarium (noti anche come BCAs-biological control agents): Trichoderma gamsii, Fusarium oxysporum IF23, Bacillus subtilis, Streptomyces griseoviridis (Mondaini et al e Bjelic et al, 2018). In agricoltura sono sempre più utilizzati man mano che la ricerca li rende disponibili sul mercato e sicuramente hanno un impatto sull'ambiente molto ridotto.

 

L'uso degli agrofarmaci

Ricordiamo che oggi in commercio esistono pochi agrofarmaci (e sostanze attive) che sono registrati per l'uso su lattuga e Fusarium, a causa anche dei processi di revisione delle sostanze attive e di armonizzazione dei residui a livello europeo. Questo limita sicuramente gli strumenti a disposizione dell'agricoltore e, contemporaneamente, sta favorendo lo sviluppare di ceppi resistenti a causa dell'uso ripetuto nel tempo degli stessi principi attivi. Per saperne di più è possibile consultare Fitogest® (la registrazione è gratuita e con la stesse credenziali si può accedere a tutti i servizi di Image Line Network, compreso Plantgest® e AgroNotizie).

 

Plantgest® è un marchio registrato da Image Line Srl Unipersonale

Fitogest® è un marchio registrato da Image Line Srl Unipersonale