La produzione di mele, inclusiva dei dati finali delle varietà più tardive, si assesta a poco oltre i due milioni di tonnellate, con una riduzione del 4% rispetto al 2020 ed una piena conferma delle previsioni di agosto. È quanto emerso dalla consueta riunione del Comitato Marketing di Assomela dello scorso 14 dicembre, sull'analisi dei dati aggiornati, ormai definitivi, sulla situazione produttiva; è stato inoltre valutato l'andamento del mercato nel mese di novembre.

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Regioni

A livello regionale, l'Alto Adige si porta a 934.799 tonnellate in recupero rispetto al 2020, mentre il Trentino si ferma a 510.010, in leggero arretramento rispetto alla produzione dell'anno precedente.


Il Veneto risulta certamente la regione più colpita dagli effetti delle gelate di aprile (-26% sul 2020), con un volume di mele inclusivo di industria in regresso del 31,5%, che arriva però al 49% per le mele da mercato fresco.


Una contrazione importante si rileva anche per il Piemonte (-15%), mentre Emilia Romagna e Friuli sono sostanzialmente stabili.


Varietà

A livello varietale, si riducono le produzioni di praticamente tutte le varietà, con punte del -29,3% per la Granny Smith, -20% per il Red Delicious, -35% per la Renetta e - 10,7% per la Fuji. Golden Delicious, che da quattro anni vede un calo generale in produzione, è in leggero aumento (+3%) ed ancora di più il gruppo delle "nuove varietà", che passa da 70.402 a 128.675 tonnellate in soli due anni.

Si confermano per tutte le cultivar e in tutte le aree produttive una generale ottima qualità del prodotto, con calibri leggermente inferiori alla media per alcune varietà. Come già stimato in novembre, la quantità di merce destinata al mercato fresco si attesta di poco sotto ad 1,8 milioni di tonnellate, terza produzione più bassa dell'ultimo decennio.

Il Comitato Marketing ha analizzato anche la situazione del settore biologico, che arriva a 189.974 tonnellate di produzione, in perfetto allineamento con il 2020.


Vendite

I dati di vendita di novembre, considerate le due settimane circa di ritardo nella partenza della stagione commerciale, confermano una sufficiente dinamicità del mercato, con un decumulo regolare e buone vendite in generale per quasi tutte le varietà.

Nel caso della Red Delicious e della Granny Smith le giacenze risultano tra le più basse di sempre, ma anche per la Golden la situazione appare promettente. Il mercato interno e quello europeo sono piuttosto recettivi, mentre l'export verso mercati extra Ue, pur connotati da una buona domanda, sono condizionati da ormai noti problemi di costo e disponibilità di mezzi di trasporto e container.

L'export e l'accesso ai mercati si sono confermanti elementi strategici nelle politiche commerciali del settore. I dati elaborati da Ismea indicano un export in costante recupero, che si avvicina ormai ad 1 milione di tonnellate per 918milioni di euro. Nei dati si confermano la Germania, Spagna, Egitto e Medio Oriente come aree di alto interesse, ma anche il Sud America è in crescita, così come l'India dove sbarcano 44mila tonnellate di mele italiane e con primissimi segnali sui nuovi mercati, come Thailandia, Vietnam e Taiwan.

Le vendite cumulate da inizio stagione ammontano a 425.771 tonnellate pari a circa 42.577 tonnellate a settimana, in linea con le vendite delle prime settimane della stagione 2020-2021 ma rispondenti ai piani di decumulo delle Op.

La stagione è partita in maniera fluida con quotazioni giudicate al momento buone dagli operatori, anche se non per tutte le varietà e referenze. La campagna di vendita, tuttavia, è appena iniziata e andrà analizzata con cautela, considerando lo scenario internazionale, le difficoltà della logistica, i costi delle materie prime e del packaging in particolare e le nuove tensioni geopolitiche tra Unione Europea, Russia e Bielorussia che impediranno l'accesso delle mele polacche in Bielorussia con un conseguente appesantimento sul mercato comunitario.

Il Comitato Marketing ha anche valutato alcuni progetti comuni di particolare significato, indirizzati a studiare le dinamiche del carbonio (carbon footprint) nella produzione e distribuzione della mela, così come il tema delle plastiche e microplastiche, che potrebbe divenire strategico nel prossimo futuro.