Le previsioni per la campagna corilicola italiana 2021-2022 registrano un vistoso calo produttivo negli areali vocati: -55% in Piemonte, -70% in Lazio e Campania e addirittura -80% in Sicilia. Lo ha sottolineato il coordinamento di Agrinsieme, che è intervenuto il 30 settembre scorso all'annuale incontro bilaterale sulle nocciole tra i paesi dell'Unione Europea e la Turchia. Tutto questo accade nonostante da alcuni anni si registri un incremento della coltura del nocciolo in Italia, secondo produttore mondiale dopo la Turchia e primo europeo: c'è stato un aumento di circa 5mila ettari investiti, dal 2018 ad oggi. Del resto, a trainare gli investimenti ci sono proprio le nocciole, che incontrano sempre più il favore del consumatore attento alla salute e al benessere.

"La bilaterale è un appuntamento importante per l'approfondimento degli andamenti produttivi del settore e per il confronto sull'armonizzazione delle regole fra Ue e Turchia" pone in evidenza il coordinamento che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, informando che alla riunione hanno preso parte delegazioni di Turchia, Italia, Francia, Spagna e rappresentanti della Dg Agri della Commissione Europea.

Sul calo produttivo - ad avviso di Agrinsieme - hanno pesato i sempre più evidenti effetti del cambiamento climatico e l'anomalo andamento meteo, caratterizzato da gelate primaverili, prolungata siccità, temperature superiori alla media stagionale e scarsa impollinazione, ma anche altri fattori, quali i danni prodotti dagli attacchi parassitari di cimice asiatica e cimice del nocciolo e quelli causati dalla fauna selvatica alle colture. Da una parte, quindi, il forte calo produttivo, dall'altra l'incremento dei costi di produzione.

Tutto ciò - conclude il coordinamento - sta intaccando in modo preoccupante la redditività delle imprese, anche se nonostante questi fattori avversi la qualità delle nocciole è buona, i prezzi sono in recupero e l'andamento degli investimenti corilicoli resta in costante crescita soprattutto nelle aree di nuova coltivazione, quali Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Basilicata e Calabria.

Da quanto emerso nell'incontro bilaterale, per l'Italia le previsioni di produzione di nocciole in guscio per la campagna 2021-2022 sono di circa 45mila-48mila tonnellate (a fronte delle 136mila della scorsa annata); in calo anche la Francia, e la Spagna (-55%). Turchia in aumento: il Ministero dell'Agricoltura di Istanbul stima un raccolto di 700mila tonnellate a fronte delle 665mila tonnellate della campagna precedente. Le previsioni di consumo mondiale sono in crescita.

Su tanto è intervenuto Fabrizio Marzano, presidente di Confagricoltura Campania: "A ben vedere urge adottare una strategia comune tra i paesi coriliferi Ue per quanto riguarda le avversità climatiche, i problemi fitosanitari e le strategie di difesa di questa coltura, che solo in Campania esprime un potenziale produttivo di circa 45mila tonnellate, pari ad un terzo del raccolto potenziale nazionale". E su tanto Confagricoltura Campania elaborerà un documento regionale di sintesi, che presenterà all'assessore all'Agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo.