Creare una bioraffineria toscana articolata con diversi poli per lo sviluppo dei coprodotti di quattro colture innovative: camelina, canapa, cartamo e lino; con questo obiettivo nasce Cobraf-coprodotti per bioraffinerie.

Le 5 aziende agricole partner di Cobraf operano nei territori del pisano , nel padule di Fucecchio (Fi) e in Valdichiana aretina. Le loro produzioni tradizionali, cereali soprattutto, risentono della crisi del comparto, che ha provocato un calo record della produzione di grano duro (-41%). Per questo motivo alcune aziende hanno iniziato a introdurre colture innovative in rotazione coi cereali col duplice obiettivo di diversificare le opportunità di reddito e favorire un miglioramento della qualità dei suoli e della resilienza degli agroecosistemi.

La scelta delle quattro colture è dettata dal fatto che sono tutte oleaginose con elevate proprietà nutrizionali e salutistiche, in grado di fornire più coprodotti a partire dagli acidi grassi polinsaturi contenuti nei semi e molti altri metaboliti presenti nei semi, ma anche nelle infiorescenze, come vitamine, proteine, polifenoli, terpeni, glucosilati, cannabinoidi, ecc. Il settore della nutraceutica e cosmetica rappresenta infatti uno dei settori a più alto valore aggiunto per le aziende agricole.
 
Quattro colture innovative: camelina, canapa, cartamo e lino
Lo sviluppo dei coprodotti averrà a partire da quattro colture innovative: il lino (Linum usitatissimum), il cartamo (Carthamus tinctorius), la canapa (Cannabis sativa) e la camelina (Camelina sativa)
(Fonte foto: Chimica Verde Bionet)

Per coprodotti si intendono tutti i possibili prodotti alternativi o complementari ricavabili dal seme e dalle altre parti della pianta delle quattro colture, come  ad esempio: olio alimentare, oli per cosmesi, panelli per l'alimentazione animale, ma anche adesivanti per legno (ricavabili dal panello), materiali da costruzione (dal canupolo ossia paglia di canapa).

Inoltre, dalle paglie di canapa si possono ottenere prodotti specifici come compositi per camper; dalle infiorescenze della canapa si possono estrarre cannabinoidi Cbd e terpeni; dal fiore di cartamo si può estrarre un colorante per le tinture per capelli.

Con il progetto Cobraf si stanno mettendo a punto le tecniche di raccolta e post-raccolta e le tecniche di estrazione. Il progetto è tuttora in corso ma ci sono già alcuni risultati interessanti.

Le quattro colture sono state introdotte nelle aziende partner e sono stati definiti protocolli di coltivazione tecnico-operativi diversi in base ai diversi contesti pedoclimatici; il tutto con l'impiego di tecniche di agricoltura sostenibile, adatte alle aziende agricole integrate e a quelle biologiche certificate.

Le prove in campo si sono svolte nel 2019 e 2020: per il lino con le varietà Sideral e Kaolin; per la canapa con Futura 75 monoica e Carmagnola dioica; per il cartamo con Sabina e CW990L; per la camelina sono state utilizzate sette varietà. Le quattro colture si sono mostrate tutte rustiche, richiedendo un basso input di prodotti chimici, di acqua e con una buona resistenza alle malattie; sono inoltre risultate facilmente meccanizzabili. Le prove si sono svolte sia presso campi dimostrativi del Disaaa dell'Università di Pisa sia direttamente in campo presso le aziende partner.
 
Prove di campo canapa
Le prove in campo si sono svolte nel 2019 e 2020, per la canapa con le varietà Futura 75 monoica e Carmagnola dioica
(Fonte foto: Chimica Verde Bionet)

Successivamente alla raccolta è stata effettuata una caratterizzazione qualitativa in entrata e in uscita della fase estrattiva, utile per valorizzare e individuare le applicazioni più interessanti delle varie parti, tutto ciò nonostante i problemi legati nel 2020 al Covid 19.

Sui fiori di cartamo essiccati sono state condotte prove relative all'estrazione di composti coloranti (cartamina e chinocalconi) ed è stata validata l'applicabilità di questi estratti coloranti in campo cosmetico con aziende toscane del settore.

In merito ai cannabinoidi della canapa, nella biomassa analizzata, fornita da 3 su 4 aziende (var. Futura), il Cbd riscontrato era superiore al 2%. Attualmente si sta valutando la possibilità di estrarre il Cbd delle foglie, ma anche dai residui di trebbiatura o dalle piante in pre-fioritura quando impiegate per ottenere la fibra. Tutto ciò per sfruttare al massimo le potenzialità delle pianta nella varie fasi di coltivazione.

Visita la pagina dedicata a Cobraf o chiedi maggiori informazioni al contatto: info.chimicaverde@gmail.com
 
Cobraf-coprodotti per bioraffinerie
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