Anche nel 2020 l'Italia si conferma leader europeo nella moltiplicazione delle sementi orticole ed aromatiche con oltre 22.800 ettari, così come comunicato recentemente da Assosementi. Rispetto all'anno precedente i valori sono rimasti stabili. "Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti - dice Roberto Morelato, presidente della sezione Sementi da orto di Assosementi -, che evidenziano la vocazione e la qualità del nostro paese. Confidiamo che l'elevata professionalità del settore, assieme ad una proficua collaborazione con le autorità di controllo, possa consentire di confermare l'Italia tra i paesi leader nel settore anche per i prossimi anni".

Oltre che per la quantità di superfici coltivate a piante da seme l'Italia è leader anche nella qualità del seme prodotto, che viene garantita dalle aziende sementiere grazie alla professionalità ed alla certificazione. La semente certificata è il fulcro di un sistema produttivo orientato alla qualità ed alla rintracciabilità. Grazie a questo seme certificato gli agricoltori possono contare sull'alta germinabilità, sulla sanità del seme e sulla tracciabilità del raccolto. Il tutto nel rispetto dell'ambiente e della legalità. Il seme è certificato dal Crea-Centro di ricerca difesa e sperimentazione sezione Difesa e certificazione, un ente pubblico vigilato dal Mipaaf che esegue controlli ed ispezioni per verificare che le piante ed i semi non presentino patologie e che soddisfino i requisiti richiesti. Ma quali sono i vantaggi di utilizzare un seme certificato rispetto ad uno autoprodotto? Sono la sua economicità (costa di più ma la spesa si ripaga velocemente), purezza fisica (all'interno dei sacchi non ci sono semi di altre specie e varietà), sanità (le sementi sono prive delle principali patologie) e germinabilità (assicurare un'alta germinabilità - fino al +30% rispetto alle sementi aziendali - che vuol dire minore seme per ettaro).

Tra i vari elementi quello della sanità è sicuramente molto importante, in quanto permette di coltivare le piante in sicurezza ed ottenere produzioni finali e reddito. Prevenire per poi non dover curare. Nel pomodoro oggi il cancro batterico (Clavibacter michiganensis subsp. michiganensis) rappresenta la batteriosi più temibile: un organismo che l'Efsa ha indicato pericoloso e da quarantena. Oggi le sostanze attive registrate per combattere questa avversità hanno azione collaterale e preventiva: Cimoxanil, Fosetil Alluminio, Metalaxil M, Idrossido di rame, Ossicloruro di rame, Ossido di rame, Solfato di rame neutralizzato, Solfato tribasico di rame. Per maggiori informazioni sulle sostanze attive e sui prodotti commerciali è possibile consultare Fitogest.


 
Certificato Gspp per la Isi Sementi per semi di pomodoro sani dal Cancro batterico
Isi Sementi è la prima azienda sementiera made in Italy con certificato Gspp per Cancro batterico del pomodoro
(Fonte foto Isi Sementi)

In caso di focolaio da Clavibacter ai coltivatori di pomodori non resta che rimuovere subito le piante malate e quelle circostanti. Senza dimenticare i danni diretti alla produzione. Una malattia che rappresenta quindi una vera minaccia economica. Poiché la diffusione avviene attraverso l'uso di semi contaminati e trapianti infetti, nonché attraverso il suolo, l'unica vera difesa è la prevenzione che porta ad avere semi e piante che ne garantiscono l'assenza. Su questo fronte l'azienda Isi Sementi di Fidenza (Pr) ha ottenuto recentemente la certificazione Gspp-Good Seed and Plant Practices, uno standard di controllo che si applica a semi e piantine di pomodoro con l'obiettivo di prevenire contaminazioni dai patogeni. "Siamo particolarmente fieri di questo importante traguardo - afferma Angelo Boni, presidente di Isi Sementi -. Siamo la prima azienda sementiera italiana che ottiene questo riconoscimento. Questa prestigiosa idoneità s'inserisce in un ristretto gruppo di aziende di livello internazionale, passo per noi fondamentale nella strada che abbiamo intrapreso con l'obiettivo di migliorare continuamente sia per qualità di prodotto che nel servizio al cliente".

Lo standard si basa sulle conoscenze più avanzate e sull'applicazione di protocolli molto rigorosi durante tutto il processo di produzione, lavorazione e commercializzazione. Processi che vengono periodicamente verificati da audit indipendenti. La certificazione riguarda due siti produttivi e l'intero processo di produzione e lavorazione del seme, incluse le fasi di priming e pillolatura. "L'ottenimento della conformità allo standard Gspp - afferma Paolo Boni, chairman of the Board di Isi Sementi - arriva nell'anno in cui celebriamo il 40° anno di attività, ed è per noi motivo di grande orgoglio. Si tratta di un risultato importante che apre nuove opportunità di mercato ed è frutto di un impegno costante che conferma quanto crediamo nel miglioramento continuo, per fornire ai clienti soluzioni di sempre maggior qualità. Vogliamo ringraziare tutti i collaboratori che hanno lavorato con determinazione e professionalità per il raggiungimento di questo importante risultato, ancor più, in un periodo difficile come quello che ha contraddistinto lo scorso anno".

Il Clavibacter spp si trasmette attraverso semi e tuberi e l'infezione primaria deriva principalmente da materiale di moltiplicazione infetto. Una volta presente nella pianta si diffonde fra le giovani plantule attraverso il loro contatto. Inoltre il batterio può veicolarsi attraverso l'acqua d'irrigazione, la pioggia, i macchinari usati per le attività di campagna, il personale d'azienda, gli attrezzi, eccetera. Mettendo così in evidenzia l'elevata capacità infettiva e di diffusione. I batteri infettano le nuove piante penetrando dalle ferite per poi diffondersi ed accrescere nei vasi della pianta. Un primo sintomo generico della malattia è l'appassimento - per ostruzione dei fasci vascolari - dei tessuti vegetali (prima da un lato poi dall'altro), riconoscibile prima dell'ingiallimento della pianta. In presenza di un ambiente caldo ed umido si possono osservare sul fusto, sui piccioli e lungo le nervature centrali delle foglie piccole ulcere aperte dalle quali può fuoriuscire della mucillaggine batterica (capace di infettare a sua volta altre piante). Queste lesioni nell'accrescere possono unirsi fra loro formando di fatto un unico corpo necrotico: nel caso della pianta porta alla morte mentre nel caso del frutto porta alla sua non commercializzazione. Anche i frutti vengono colpiti mostrando prima delle piccole vescicole che poi si allargano in vere e proprie ferite nerastre che portano alla marcescenza dei tessuti.