La potatura degli olivi è una attività colturale necessaria a mantenere in salute e produttive le piante. In un articolo precedente abbiamo analizzato gli obiettivi generali della potatura che possono essere così riassunti: favorire l'illuminazione e l'aerazione della parte centrale della chioma, stimolare l'emissione di nuova vegetazione, eliminare il legno secco o ammalorato e infine mantenere la pianta compatta e ordinata, secondo la forma di allevamento prescelta.

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In Italia la forma di allevamento più diffusa è quella a vaso e la sua variante, il vaso policonico, è quello maggiormente adottato dagli olivicoltori nostrani. Si tratta infatti di una forma di allevamento rispettosa della fisiologia della pianta e che offre una ottimale illuminazione della chioma e arieggiamento della stessa.


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L'olivo allevato a vaso policonico è caratterizzato da un tronco unico alto dal mezzo metro al metro ed oltre (nel caso di raccolta meccanica con lo scuotitore) su cui si inseriscono diverse branche primarie (da quattro a sei, in prevalenza) con una inclinazione di 45° o più. Ogni branca assume le sembianza di un cono, con una vegetazione ampia alla base e meno sviluppata verso la cima, che appare ben distinta dal resto della chioma.

Un concetto questo espresso bene dal nome: poli (molti) conico (coni). Di fatto ogni branca rappresenta una unità produttiva a sé stante e come tale deve essere gestita, evitando che un cono si sovrapponga ad un altro.
 

Un esempio di vaso policonico
Un esempio di vaso policonico
(Fonte foto: Claudio Cantini, ricercatore dell'Istituto di bioeconomia del Cnr)

 

Ecco dunque quattro consigli per effettuare una potatura corretta dell'olivo allevato a vaso policonico.

 

La cima

Nel vaso policonico si deve preservare la tendenza della pianta a sfuggire verso l'alto pur impedendole di crescere troppo in altezza. Per questo bisogna eseguire periodicamente dei tagli di ritorno sulle branche primarie. Questi tagli possono essere fatti in prossimità di un ramo orientato verso l'alto, che intercetti la vigorìa della branca e mantenga la forma a punta, tipica del vaso policonico. Oppure in certe zone si preferisce tagliare in prossimità di un ramo che cresce verso il basso e in questo caso il cono apparirà privo di cima.

"Le branche non devono avere per forza una forma appuntita nella parte terminale. Devono solo essere più strette in cima rispetto al resto della branca, rispettando un andamento decrescente dei volumi man mano che si sale", spiega Claudio Cantini, ricercatore dell'Istituto di bioeconomia del Cnr e autore, insieme a Riccardo Gucci, del volume "Potatura e forme di allevamento dell'olivo".

"L'importante è fare il taglio sempre in corrispondenza di un ramo laterale che sottragga forza alla pianta, in modo che non ci sia un eccesso di vegetazione in quel punto".
 

Un esempio di vaso policonico senza punta
Un esempio di vaso policonico senza punta
(Fonte foto: Claudio Cantini, ricercatore dell'Istituto di bioeconomia del Cnr)


La freccia

Per mantenere la forma a cono è indispensabile sfoltire la freccia (la parte terminale della branca), eliminando tutti quei rami con un angolo di inserimento stretto che crescendo andrebbero a sovrapporsi alla parte terminale del cono. Bisogna sempre tenere presente che la forma complessiva della branca deve essere a triangolo, dunque con maggiore vegetazione alla base e minore presenza di foglie in cima.

 

Sfoltimento

L'area sopra il tronco deve di fatto risultare quasi priva di vegetazione. Per questo occorre sfoltirla da tutti i rami secondari e dai succhioni che possono impedire alla luce e all'aria di raggiungere i singoli vasi. Immaginando di guardare un olivo dall'alto si deve avere l'impressione di vedere una stella, dove ogni branca punta verso l'esterno ed è ben distinta dalle altre.

 

Cadenza di potatura

La potatura dell'olivo allevato a vaso policonico deve essere eseguita ogni anno o anche ogni due anni. La potatura annuale è richiesta solo per le cultivar da mensa, oppure per quegli impianti che insistono su terreni poveri e con scarso accesso all'acqua. In questi casi il rinnovamento della chioma deve essere sostenuto con la potatura.

"Se le condizioni lo permettono la potatura biennale permette di abbattere i costi di gestione dell'impianto senza tuttavia che la produttività dell'oliveto ne risenta", sottolinea Cantini. "Se la pianta cresce senza che la chioma sia troppo ombreggiata la potatura può avvenire benissimo anche ogni due anni, purché la vigoria sia sostenuta da una concimazione accorta e dalla presenza di un impianto irriguo".

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