"Siamo di fronte a problemi produttivi molto importanti, che vanno risolti, non ci sono alternative. Si tratta di un momento molto particolare: ci sono i cambiamenti climatici che stanno modificando l'ambiente e quindi con impatti nel nostro modo di produrre, ci sono nuove avversità a volte connesse a questi mutamenti del clima, a volte meno, ma che limitano le nostre produzioni e molto probabilmente si sono diffuse tecniche agronomiche anche nel passato forse poco adatte all'evolversi dell'ambiente. Sta di fatto che bisogna ritornare a produrre, e quindi a ripensare a come farlo nella maniera più sostenibile anche per l'agricoltore, garantendo i quantitativi. Questa è la priorità al momento".

Così Elisa Macchi, direttore di Cso Italy commenta la situazione del comparto pere in Italia e sottolinea "Non è certamente delle migliori". "Dopo l'annata 2019/2020 quando la produzione aveva toccato i minimi termini, mai raggiunti in precedenza, anche nel 2020 ci troviamo con produzioni largamente sotto la norma".
 

Le stime di produzione

In attesa dei dati nazionali si possono analizzare le stime relative all'Emilia Romagna che rappresenta quasi il 70% della produzione italiana: si stimano circa 400mila tonnellate totali secondo Cso Italy, in calo del 20% a fronte dei dati 2018.
"La cultivar che risulta maggiormente penalizzata è l'Abate Fetel che con circa 185mila tonnellate prodotte in regione vede una flessione del 25% sul 2018, quindi livelli molto lontani dal potenziale raggiungibile" spiega Macchi.
 

I nemici della pericoltura: cimice asiatica, maculatura bruna e marciume calicino

Nel 2019/2020, associato alla diffusione della maculatura bruna, c'è stato un attacco molto forte della cimice asiatica che ha interessato tutte le varietà di pere, precisa Elisa Macchi: "Lo scorso anno la diffusione della cimice asiatica aveva riguardato non solo l'Emilia Romagna ma tutto il Nord Italia e non solo le pere ma diverse altre specie frutticole, il kiwi, le pesche e le nettarine, le mele, anche se in minore misura. I frutti colpiti da cimice asiatica cadevano a terra e presentavano un livello qualitativo talmente basso da non poter essere indirizzati nemmeno all'industria. Il danno economico alla produzione lo scorso anno nel Nord Italia per il solo comparto pere venne stimato da Cso Italy in 155 milioni di euro, mentre quello relativo a tutto l'indotto in euro 112 milioni".

Mentre per la campagna 2020/2021 è la maculatura bruna ad aver causato i danni maggiori. "Quest'anno le zone più colpite sono in Emilia Romagna, con una certa predominanza dell'area emiliana, e sono molto più evidenti i danni da maculatura bruna e da marciume calicino - spiega Macchi -. Non è facile distinguere l'entità del danno provocato dalle due avversità specifiche".

"Danni veramente ingenti si riscontrano su Abate, che comunque ricordiamo rappresenta quasi il 50% delle pere italiane e riguardano la maculatura bruna. In questo caso stimiamo in Emilia Romagna un danno alla produzione relativo alla sola varietà Abate di circa 60 milioni di euro a cui vanno aggiunti oltre 20 milioni di euro di danni in tutto il post raccolta e indotto".
 
Elisa Macchi, direttore Cso Italy
Elisa Macchi, direttore di Cso Italy
(Fonte foto: Cso Italy)
Quali soluzioni sarebbero necessarie e quali è possibile adottare?
"Su entrambi i temi si stanno portando avanti diverse ricerche, ma soprattutto sulla maculatura bruna ancora non sono state identificate con chiarezza le azioni necessarie. Bisognerà attendere gli esiti delle ricerche e molto probabilmente sarà una soluzione integrata fra diverse tecniche".

"Nel frattempo però è necessario aiutare gli agricoltori a superare queste due annate così disastrose, nelle quali hanno subito perdite di reddito enormi e non più sostenibili. Quindi quello che va fatto celermente è trovare una qualche forma di ristoro e aiuto immediato alle aziende"
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Il 9 settembre si è tenuto un incontro in Regione Emilia Romagna sull'emergenza Pera con i produttori, cosa è emerso?
"È stato un incontro molto importante dove la 'produzione' ha potuto esprimere le proprie preoccupazioni e portare delle proposte. Si è parlato in particolare del bisogno di aiuto immediato agli agricoltori, anche modificando gli attuali regolamenti che molto spesso rendono difficile un concreto indennizzo dei danni subiti, ma anche della necessità di intervenire sul costo di produzione e in particolare sul costo del lavoro, troppo elevato allo stato attuale per poter essere competitivi".

"L'incontro ha aperto un confronto molto importante con il tavolo regionale e il frutto di questo incontro e di quelli successivi è stato poi la stesura da parte della Regione Emilia Romagna di un documento condiviso che è stato successivamente presentato alla ministra delle Politiche agricole nell'ambito del tavolo ortofrutticolo nazionale, recante tutte le priorità e le richieste del settore".