A disposizione ci sono venti milioni di euro messi a disposizione dal ministero per le Politiche agricole.
Serviranno a sostenere il Fondo per la competitività delle filiere agricole ritenute strategiche, con un'attenzione particolare a quelle che si adattano alla sottoscrizione di contratti fra i protagonisti della filiera stessa.

Il modello è quello già sperimentato per il grano duro, che ora viene replicato per la coltura del mais, alla quale sono destinati 11 milioni di euro (5 milioni quest'anno e 6 milioni nel 2021), ai quali si aggiungono 9 milioni per legumi e soia (da distribuire fra il 2020 e il 2021).
 

L'Accordo Quadro

Sostegni che si affiancano all'Accordo Quadro per il mais da granella del quale AgroNotizie ha anticipato i contenuti, sottolineandone l'importanza per una ripresa delle coltivazioni di mais, da tempo in contrazione per la volatilità dei prezzi.

In dieci anni la superficie dedicata a questa coltura si è quasi dimezzata, scendendo sotto i 600mila ettari.
Di conseguenza la produzione è divenuta insufficiente alla domanda interna, costringendo ad aumentare il ricorso alle importazioni.
Un problema per la bilancia dei pagamenti e per le produzioni animali a marchio di origine, dove la fonte alimentare deve avere un legame con il territorio.


Le istruzioni di Agea

Molta l'attesa degli operatori per utilizzare le risorse del Fondo per la competitività, con l'invito ad Agea (Agenzia per le erogazioni agricoltura), ad accelerare le procedure per renderlo operativo.

L'appuntamento, che purtroppo è stato mancato, era quello del 15 giugno, scadenza per presentare la “Domanda Unica 2020”.
Ora però Agea ha concluso il lavoro e ha diffuso le istruzioni operative, precisando le modalità da seguire per richiedere gli aiuti alla coltivazione di mais, legumi e soia.
 

Le regole

Per accedere agli aiuti (che per il mais è di 100 euro ad ettaro, per un massimo di 50 ettari), le imprese agricole devono sottoscrivere, se già non lo hanno fatto, un contratto di filiera di durata almeno triennale con imprese di trasformazione e/o commercializzazione.
Quando queste ultime associano direttamente le imprese agricole, il contratto può essere sostituito da un impegno di coltivazione.

Impegno di coltivazione che va sottoscritto anche qualora il contratto di filiera sia siglato da una cooperativa, da un consorzio agrario o da una Organizzazione di Produttori.

Infine le domande, che andranno presentate utilizzando un modulo precompilato messo a disposizione da Agea e contenente le informazioni presenti nel “Fascicolo aziendale”.
Le domande di aiuto potranno essere presentate dal primo di ottobre sino al 16 ottobre di quest'anno.
 

Le industrie mangimistiche

I tipi di contratto previsti dal “Fondo competitività” sono allineati a quelli favoriti nell'Accordo Quadro per il mais da granella.
Lo ricorda Assalzoo, l'associazione che riunisce le industrie mangimistiche, puntualizzando che le stesse industrie possono stipulare con i centri di stoccaggio privati o le cooperative un contratto di secondo livello per l’approvvigionamento di mais nazionale con origine certificata.
Il mais sarà utilizzato principalmente per la produzione di mangimi per animali da latte o da carne che rientrano nel circuito delle Dop.
 

In linea con le produzioni Dop

Questa tipologia di contratti consente poi il rispetto delle normative europee per le produzioni certificate, che prevedono limiti (il 50 della sostanza secca utilizzata) all'impiego di alimenti provenienti dall'esterno dell'area delimitata per la produzione a marchio di origine.
Grazie ai contratti di filiera, ricorda ancora Assalzoo, le aziende mangimistiche potranno fornire agli allevamenti una materia prima con provenienza certificata dagli areali Dop.
 

Effetto moltiplicatore

Le risorse messe a disposizione dal dicastero agricolo si aggiungono alle premialità previste dall'Accordo Quadro, con un effetto moltiplicatore dal quale si attende una ripresa dell'interesse verso la coltivazione del mais.

L'Accordo Quadro porta la firma di tutte le componenti della filiera del mais, con l'unica eccezione di Coldiretti.
Oltre ad Assalzoo, figurano: Ami, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura e Copagri per i produttori agricoli, Alleanza delle cooperative agroalimentari per il mondo cooperativo, Compag e Aires per gli stoccatori e per gli essiccatori, Assosementi per le ditte sementiere, e Origin Italia per i Consorzi di indicazioni geografiche.