Il primo annuncio avvenuto il 27 marzo scorso non era bastato. In molti non avevano creduto alla riapertura della filiera florovivaistica e alla possibilità per tutti i cittadini di acquistare fiori, piante in vaso, sementi e fertilizzanti. Oggi è arrivata una nuova conferma dalla ministra Teresa Bellanova: "La vendita anche al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso e fertilizzanti è consentita su tutto il territorio nazionale, o almeno dove non prevalga una norma locale, indipendentemente dal codice Ateco".

Insomma, chiunque oggi può uscire di casa e recarsi in un vivaio, oppure in un garden center per acquistare prodotti utili ad abbellire terrazzi e balconi e, perché no, anche orti. La stagione è ormai avanzata e molti infatti vorrebbero piantare semi e trapiantare ortaggi per produrre cibo per l'autosostentamento. Da oggi è possibile, con due precisi limiti però.

Primo, alcune norme locali vietano l'apertura di questi esercizi commerciali. In Lombardia ad esempio è consentita solo la consegna a domicilio (in questo articolo elenchino tutti i divieti regione per regione). Secondo, non è consentito recarsi negli orti se questi non sono adiacenti all'abitazione. È dunque possibile comprare delle piante, ma non andare nell'orto per metterle a dimora, almeno che questo non sia nel giardino di casa o in un terreno adiacente all'abitazione.
 

Florovivaismo, da Teresa Bellanova un via libera su tutta la linea

Sono state le tante richieste di precisazione a spingere la ministra Teresa Bellanova a chiarire la situazione con un post su Facebook: "In queste richieste mi si pone il problema per cui il codice Ateco dei fiorai non è compreso nell'elenco delle attività che possono aprire contenuto nel dpcm #IoRestoaCasa. L'obiezione è comprensibile e mi rendo io stessa conto che sia tutt'altro che semplice, purtroppo, districarsi tra norme, interpretazioni autentiche (cioè fatte da chi ha emanato la norma) e soprattutto successive applicazioni da parte di funzionari regionali, comunali o, ad esempio, agenti della polizia municipale che si trovano a dover capire se un negozio di fiori possa o non possa stare aperto. Sconfiggeremo sicuramente il coronavirus, verrebbe da dire, ma la burocrazia è più dura a morire".

La ministra dà un consiglio a tutti quei negozianti che vorrebbero aprire ma che sono terrorizzati dall'idea di essere multati. Come anche ai cittadini che non osano uscire di casa per il timore di essere fermati e multati per essere andati a comprare dei fiori. "Mostrate ai funzionari del vostro comune la risposta della presidenza del Consiglio per provare a superare le naturali resistenze che dovessero sorgere, dovute anche solo ad una comprensibile prudenza. La mia insistenza deriva solo dalla necessità di assicurare quanti più canali di vendita possibili ad un settore importantissimo, quello del florovivaismo, che, al netto dei canali di commercializzazione, dà lavoro a 100mila persone e che in questi mesi fa una buona parte del suo fatturato annuale".
 

Florovivaismo, a rischio 100mila posti di lavoro

Per concludere la ministra sottolinea: "Questa crisi ci sta portando via persone care e limitando la libertà di uscire di casa, di vedere i propri amici, di portare un saluto a familiari anziani. Sta impedendo a molte persone di lavorare e contribuire al bilancio familiare. Portare fiori e piante nelle nostre case, sui nostri balconi, nei nostri giardini può essere un modo per regalarci un po' di bellezza in queste giornate passate a casa, aiutando nel contempo un settore che è realmente in crisi e che rischia di buttare al macero gran parte della produzione di questa stagione".