Siamo ormai in pieno inverno e molti agricoltori, dalla Lombardia alla Puglia, si stanno apprestando ad intervenire sugli oliveti per la potatura. Una pratica colturale necessaria per gestire la produttività delle piante, preservarne la sanità e mantenere l'impianto funzionale alla raccolta.

Se infatti non si intervenisse periodicamente alla potatura degli olivi si avrebbe una crescita incontrollata della chioma con consequente non ottimizzazione degli spazi e una difficoltà nella raccolta, sia meccanizzata che manuale. Ma l'assenza della potatura renderebbe ancora più evidente un fenomeno naturale a cui è soggetta Olea europaea, l'alternanza produttiva. Nelle piante è infatti necessario equilibrare l'accrescimento vegetativo con la fruttificazione. Quando la pianta raggiunge il massimo carico di frutti ma si ha una ridotta formazione e sviluppo dei germogli si pregiudica la produzione dell'anno successivo. Bisogna dunque potare per equilibrare aspetto vegetativo e produttivo.

In Italia abbiamo una grande varietà di cultivar e di areali di produzione e un'altrettanta ampia gamma di approcci alla gestione della potatura. Ogni oliveto richiede dunque cure particolari. Esistono però dei principi cardine che valgono in ogni regione d'Italia e che tuttavia vengono spesso sottovalutati o ignorati.

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Ecco le sette cose da sapere per una potatura corretta.

 
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Epoca di potatura

La potatura dell'olivo deve essere eseguita quando la pianta è in riposo vegetativo, quindi sul finire dell'inverno. Succhioni e polloni possono essere eliminati anche d'estate. Da evitare una potatura precoce (novembre-febbraio), perché potrebbe indurre un risveglio anticipato della pianta, e una potatura tardiva, perché deprime il potenziale produttivo dell'olivo.

 

I tagli

Come per tutti gli alberi da frutto i tagli non devono mai essere rasi ma vanno lasciati sempre un paio di centimetri dal colletto. Questo non solo per non compromettere il naturale flusso dei vasi linfatici, ma anche per non aprire una via d'accesso a funghi e batteri al cuore del ramo. Rispettare il cono di disseccamento permette alla pianta di cicatrizzare la ferita e disseccare il moncone difendendosi dai patogeni.

 

Rogna dell'olivo

Una delle malattie dell'olivo più diffusa in Italia è la rogna. Causata dal batterio Pseudomonas savastanoi. Questa malattia debilita le piante causando una riduzione delle produzioni e, nel caso di giovani esemplari, può avere un decorso letale.

Il batterio P. savastanoi penetra all'interno dell'olivo attraverso lesioni causate da grandine, vento, gelo oppure ferite da potatura. Ecco perché quando ci si approccia a questa attività bisogna prestare attenzione a ridurre al minimo le occasioni di contagio.

È sempre bene dunque proteggere le ferite con del mastice e sanificare la lama di taglio con prodotti a base di rame quando si potano piante visibilmente malate (i tumori sono facilmente individuabili). Inoltre bisogna asportare i rami potati lontano dall'impianto e bruciarli.
 

Un tumore causato dalla rogna dell'olivo
Un tumore causato dalla rogna dell'olivo
(Fonte foto: Wikipedia)

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Illuminazione

Lasciare porzioni di chioma in ombra significa avere aree non produttive (ma che drenano risorse alla pianta) e che possono essere più facilmente soggette all'attacco di malattie fungine e mosca dell'olivo.

È bene dunque che tutta la chioma sia illuminata e che i raggi del sole possano penetrare all'interno. Se la luce che interessa una branca è sotto il 30% rispetto a quella che colpisce la chioma non si ha formazione di fiori e quindi di frutti. E a lungo andare la branca tende a devitalizzarsi.

 

Prima i tagli grossi

Quando ci si approccia ad una pianta bisogna prima procedere alla potatura delle branche giudicate non più necessarie e solo successivamente eseguire tagli di rifinitura o di sfoltimento interni alla chioma. Eseguendo primariamente i tagli grossi si ha immediatamente la visuale della forma che sta assumendo la vegetazione e si può dunque intervenire in maniera più coerente.


Tipologie di rami dell'olivo
Tipologie di rami dell'olivo
(Fonte foto: Coltura&Cultura)


Cimatura

Gli olivi non vanno mai cimati completamente. La parte superiore della pianta, chiamata anche freccia, esercita una funzione di controllo sulla formazione e inclinazione dei rami, utile ad un corretto equilibrio fisiologico produttivo.

È bene ricordare che la potatura non deve quindi rispondere ad una esigenza estetica, di simmetria della chioma, ma funzionale alla produzione e alla vegetazione. La cima deve essere potata per ridurre la quantità di vegetazione a favore di una crescita nella parte centrale e una maggiore areazione e illuminazione.


Schema della branca fruttifera di un olivo adulto
Schema della branca fruttifera di un olivo adulto
(Fonte foto: Coltura&Cultura)


Succhioni sì, succhioni no

I succhioni vigorosi, soprattutto sul dorso delle branche principali, vanno asportati a meno che non siano necessari per la ricostituzione di branche malate o danneggiate.

I succhioni poco vigorosi possono essere invece lasciati in un numero limitato per garantire un più regolare accrescimento delle branche. Anche i succhioni laterali possono essere lasciati con lo scopo di costituire branche laterali utili a riempire gli spazi lasciati vuoti tra una branca primaria e un'altra.

 

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