Non dovremo attendere molto per vedere sul banco dei supermercati zenzero 100% italiano: il Consorzio zenzero italiano, con filiera made in Italy è praticamente pronto al debutto. Vista l'annata 2019, difficile dal punto di vista meteorologico, i produttori che già hanno aderito al consorzio non hanno ancora terminato la raccolta, il rizoma in alcuni casi può infatti ancora crescere.

Lo zenzero è sempre più amato dagli italiani e ricercato nelle cucine degli chef, a oggi però ciò che si trova in vendita è un prodotto importato dall'Estremo Oriente (soprattutto dalla Cina), dal Sud America e dai Paesi Bassi. Secondo dati Ice, nel 2018, l'Italia ha importato zenzero per un valore di circa 10 milioni 800mila euro mentre, appena otto anni prima, nel 2010 importavamo per 2 milioni e 400mila euro. La crescita d'interesse del consumatore italiano è evidente.

Noi di AgroNotizie siamo andati a visitare le serre Habitat della cooperativa Giulio Bellini (Ostellato, Fe), dove sono in produzione 5mila metri quadrati, oltre ad altri mille metri quadrati di attività vivaistica per la fornitura di piantine ai produttori. Il nuovo consorzio sta prendendo forma proprio in questi mesi: "A oggi - ci ha raccontato l'ideatore del progetto, Massimo Longo di Agritechno - contiamo dieci aziende, in diverse parti d'Italia e ciò che stiamo facendo in questo periodo è individuare coloro che saranno i produttori di domani, ci sono in corso diverse prove. Il lavoro di selezione varietale invece è cominciato tre anni fa, abbiamo valutato varietà provenienti da diverse parti del mondo, soprattutto da Estremo Oriente e Sud America. Ora siamo in fase di registrazione, dopo aver coltivato appunto in Italia lo zenzero selezionato e importato. Registreremo tre varietà nel nostro paese".

"La produzione 2019 dovrebbe essere fra le 150 e le 200 tonnellate. L'obiettivo è raddoppiare ogni anno per arrivare a valere il 30% del mercato dello zenzero in Italia. Produrremo sia zenzero convenzionale sia biologico. Ci saranno due cicli l'anno, forniremo i negozi quindi per dodici mesi. A Sud il ciclo sarà da aprile a novembre-dicembre, a Nord invece da settembre a giugno dell'anno seguente (sfruttando serre collegate a impianti per energia rinnovabile). Ciò che per noi era importante, fin dall'inizio - ha continuato Longo - era produrre zenzero di qualità. Il segmento di mercato è alto. Già in fase di selezione della varietà abbiamo fatto attenzione alle qualità organolettiche e al gusto. Volevamo un prodotto che potesse distinguersi. Ovviamente per noi era importante individuare una varietà che si adattasse bene ai nostri ambienti".
 

Ma come arrivare a produrre uno zenzero così? In questi tre anni sono state messe a punto le tecniche di coltivazione. Una volta entrati nel Consorzio zenzero italiano, i produttori aderenti saranno seguiti dal punto di vista agronomico in modo da poter ottenere il massimo possibile dalla coltura.

"I metodi di coltivazione sono diversi - ha detto ad AgroNotizie Valentino Landini, responsabile delle serre Habitat - possiamo coltivarlo a pieno campo, a terra, oppure in coltivazione protetta. In questo secondo caso, possiamo optare per la coltivazione in fitocella o sempre a terra. I costi da sostenere inizialmente sono diversi, ma in alcuni casi si possono adattare serre preesistenti o utilizzare l'acqua proveniente da impianti di biogas per scaldare le stesse. In Italia, da piantina già radicata, il ciclo di produzione dura fra i 220 e i 250 giorni. Lo zenzero richiede molta acqua, bisogna quindi averne a disposizione in abbondanza. Soffre il sole diretto, se quindi si intende lavorare a pieno campo è necessario prevedere l'ombreggiamento. Abbiamo un esperimento in Puglia, per esempio, dove è coltivato sotto pini marittimi. Non ama i picchi di calore, l'ideale sarebbe avere sempre 28 gradi, in ogni caso non bisogna superare i 35 o scendere sotto i 20. Ovviamente se lavoro in serra, tutto diventa più semplice, posso controllare temperatura e umidità".

"Un altro fattore è infatti l'umidità, ne occorre molta, mentre il terreno deve essere drenante. La nutrizione - continua - poi è importante, ha bisogno in particolare di manganese e di magnesio, oltre che di azoto. Bisogna però dire che la sostanza organica, se coltiviamo in fitocelle va solo reintegrata, non è consumata tutta in un ciclo. La buona notizia è che, per ora, non ci sono patogeni da gestire ma è perché la coltura, in Italia, è giovane, sicuramente arriveranno".

Quanto zenzero possiamo arrivare a produrre? E' una domanda che qualsiasi potenziale produttore si fa: "Tutto dipende dalla situazione - ha continuato ancora Landini - a pieno campo, se l'agricoltore lavora bene, arriviamo a 700 grammi per pianta. Se lavoriamo invece in fitocelle possiamo triplicare la quantità per pianta". Da considerare però che il Consorzio zenzero italiano ritirerà tutto il prodotto, anche quello che abbia avuto problemi. Lo zenzero raccolto sarà lavorato e confezionato nella sede di Cesena di Agrintesa (partner del progetto), per poi essere distribuito nei negozi  attraverso Valfrutta Fresco e Del Monte. L'agricoltore non avrà quindi la preoccupazione di dover piazzare il proprio prodotto.
 

I costi da sostenere in partenza si differenziano a seconda della situazione dell'azienda agricola e, soprattutto, a seconda della scelta di coltivare a pieno campo o in serra, una volta partiti però non è richiesta molta manodopera: "Il trapianto, in caso si lavori a pieno campo, si può fare a macchina - ha detto ancora Landini - sarà poi necessario rincalzare una o due volte nel corso della stagione, il primo rincalzo va fatto quando si intravede il rizoma che spunta dalla terra. Il rincalzo andrà fatto anche se stiamo lavorando in serra, con fitocelle. La raccolta per ora è a mano".

Viste le prospettive della coltura e la crisi che altre colture più classiche stanno attraversando, è possibile che diversi agricoltori con la voglia di provare nuove strade, siano tentati dallo zenzero: "In effetti - ha aggiunto ancora Longo - ci stanno contattando in tanti e ho passato l'ultimo periodo viaggiando in lungo e in largo per l'Italia per valutare le varie situazioni. E' capitato di dire dei no, per noi è importante la sostenibilità economica del progetto, se non ci sono le condizioni di partenza, è meglio non investire. Il form da compilare sul sito di Agritechno ci permette di fare già una prima scrematura: lo zenzero ha bisogno, come abbiamo detto, di una certa temperatura, una certa umidità, di tanta acqua, non ama il sole diretto, se l'azienda agricola non può garantire che queste condizioni siano soddisfatte a un costo iniziale accettabile, non ha senso partecipare al progetto", ha concluso Massimo Longo di Agritechno.

Zenzero made in Italy