Il pomodoro è una delle colture simbolo del made In Italy. Un prodotto che una volta trasformato non manca sulle tavole degli italiani e viene esportato in tutto il mondo. Ma se per un lungo periodo il pomodoro da industria era esclusivamente quello lungo, negli ultimi anni sugli scaffali della grande distribuzione si sono affacciati anche i pomodorini.

"È una tendenza che si sta consolidando con la presenza sul mercato di prodotti sempre nuovi, come i pomodorini gialli. Rappresentano una diversificazione dell'offerta che arricchisce il mercato e va incontro alle mutevoli esigenze dei consumatori", fanno sapere dall'Anicav, l'Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali che sarà presente all'International Symposium on tomato genetics for mediterranean region che si terrà a Ragusa, in Sicilia, il 15 novembre e che vedrà esperti provenienti da tutto il mondo dibattere proprio sul presente e il futuro di questo prodotto.

Attualmente le regioni dove si concentra la produzione di pomodorino "da industria" sono la Puglia e la Campania, anche se pure in Emilia-Romagna si stanno facendo delle prove interessanti. E i consumatori sembrano apprezzare la novità. Basta fare un giro nei supermercati per constatare la moltitudine di referenze, con la presenza anche di prodotti particolari come il pomodorino conservato nell'acqua di mare. D'altronde anche l'occhio vuole la sua parte e il pomodorino giallo, ad esempio, è usato in molte pizzerie per dare un tocco di colore alle pietanze.

Se oggi la maggior parte delle coltivazioni di pomodorino da industria avviene in pieno campo, anche quelle in serra possono avere questa destinazione. Nel periodo estivo di saturazione del mercato, quando il pieno campo fa concorrenza alla serra, il pomodorino può infatti essere facilmente trasformato per essere valorizzato nel tempo.

Il processo di lavorazione è piuttosto agevole. Mentre il classico pomodoro lungo da industria viene pelato prima di essere inscatolato, il pomodorino non subisce questa lavorazione. Non sono dunque necessarie le macchine per la pelatura e dunque anche il costo per avviare un nuovo impianto risulta essere più contenuto.

A riprova che il settore vive un momento di fermento e che le prospettive sono favorevoli c'è il fatto che le ditte sementiere attive nel comparto, oltre ad aver riscoperto antiche varietà ormai andate in disuso, stanno sviluppando nuove cultivar idonee alla trasformazione. Le vecchie varietà ad esempio avevano la pelle poco elastica che in caso di forti piogge andava incontro a spaccatura. Le nuove varietà invece non soffrono di questo problema e hanno il peduncolo che si stacca agevolmente, come nel caso del pomodoro lungo da industria.

Per conoscere il futuro di pomodoro e pomodorino appuntamento quindi all'International Symposium on tomato genetics for mediterranean region (Comiso, Ragusa, 15 novembre). Una giornata di studi che verterà sui temi dell'innovazione tecnologica e vivaistica e della ricerca genetica, oltre che, ovviamente, sulla trasformazione del pomodorino.