Alcuni dati che ben rendono le prospettive di crescita del mercato del mirtillo, anche in Italia: nei prossimi sette/dieci anni i consumi mondiali di mirtillo si prevede che raddoppino rispetto ad oggi e raggiungano i 2 milioni di tonnellate; in Europa si consumano circa 160mila tonnellate annue, nello stesso lasso temporale si prevede di raggiungere le 645mila tonnellate, per soddisfare tali consumi servirebbero 20mila ettari a mirtillo in più; ad oggi il consumo medio di un americano è di 1,5 chilogrammi mentre in Europa il dato medio è di 0,18 chilogrammi a testa. Che il mirtillo piaccia lo dimostra anche in fatto che, negli ultimi dieci anni, in Gran Bretagna, si è passati da un mercato che valeva poco più di 670mila euro a un mercato che vale 1.5 milioni di euro, è quindi più che duplicato.

Queste sono solo alcune delle cifre impressionanti rese note durante un evento intitolato 'Mirtillo business day' che si è tenuto a Bologna, organizzato dalla società specializzata in ricerche e servizi per il settore ortofrutticolo, Ncx Drahorad, un convegno affollato di produttori di mirtillo italiani e che ha ospitato diversi relatori internazionali.

In Italia le superfici a mirtillo stanno aumentando a un ritmo sostenuto ma c'è ancora spazio: secondo dati Cso-Gfk si è passati da 275 ettari del 2010 ai 1.100 del 2018 arrivando a una produzione di 6mila tonnellate annue (dato 2018). I consumi sono spinti dall'ormai consolidata fama del mirtillo come superfood, ricco di benefici per la salute: aiuta a rafforzare le ossa, fa bene alla memoria, ha alto contenuto di fibre e aiuta in un regime alimentare dietetico, riduce i rischi di alta pressione nel sangue, diabete, malattie cardiache, tumori, contrasta poi l'invecchiamento della pelle.
Il mirtillo inoltre è facile da gustare, può essere consumato fuori casa ed è utilizzato in moltissime preparazioni di pasticceria, oltre che nei succhi e in altri prodotti lavorati, senza contare l'utilizzo possibile in prodotti come creme di bellezza e parafarmaci.

In Europa detiene il primato, come produttore, la Spagna con 41mila tonnellate, una quantità più che duplicata nel giro di quattro anni.
 

Quali le strategie per inserirsi in un mercato così vivace, considerando anche che, per la piena produzione, una pianta di mirtillo ha bisogno di cinque anni, che l'investimento per un ettaro è decisamente importante e che c'è grande bisogno di manodopera?

Al 'Mirtillo business day' si è parlato proprio di questo, illustrando alcune case history estere molto interessanti.
L'aggregazione innanzitutto: presente al convegno il direttore esecutivo del Chilean blueberry committee, il comitato cileno per il mirtillo che collabora con l'Asoex, l'associazione degli esportatori. Oggi il Cile, con 16mila ettari di impianti, produce 154mila tonnellate di mirtillo, ne esporta, fresco, 111mila tonnellate. L'associazione rappresenta il 74% degli esportatori, una massa critica in grado di avere un peso importante. Attraverso l'associazione, finanziata sia da fondi privati sia pubblici, i produttori si sono organizzati su diversi fronti: lavorano per aumentare la domanda di mirtilli con attività di promozione, si muovono per aprire nuovi mercati lavorando con le istituzioni estere, fanno ricerca per aumentare efficienza e produttività e soprattutto, dato che i mercati del Cile sono spesso lontani, puntano sull'aumento di qualità e shelf life, ma fanno anche formazione. Un caso su tutti, con l'allerta Drosophila suzukii, una delle più pericolose avversità per il mirtillo, il Cile ha cercato di prevenirne la diffusione informando in anticipo i produttori su come gestire l'insetto una volta che fosse arrivato sul territorio.

Come Asoex lavora in Cile, la Bsf (British summer fruits) rappresenta il 95% dei produttori di piccoli frutti in Gran Bretagna e si muove in maniera simile: campagne pubblicitarie per aumentare i consumi, gruppi di pressione e stretti contatti con le istituzioni che contano, relazioni continue con la Gdo in modo da indirizzare le politiche all'interno dei supermercati, coinvolgimento nelle campagne di persone influenti (nutrizionisti, vip, esperti) in grado di condizionare i consumi di mirtillo e, non ultimo, relazioni con i media in modo da fare uscire articoli che esaltino le qualità del piccolo frutto blu.

La platea del Mirtillo business day
La platea del Mirtillo business day
(Fonte foto: Ufficio stampa Mirtillo business day)