Il cavolo cappuccio è un prodotto gustoso e dal sapore deciso. Molte le preparazioni che si possono fare: ricordiamo tra tutte i crauti,  eseguiti lasciandolo fermentare. Questa Crucifera o Brassicacea ha però subito nei decenni scorsi un trend negativo, sia dal punto di vista produttivo che di mercato, per poi riprendersi negli ultimi anni. In base ai dati Istat in Italia infatti nel 2007 gli ettari coltivati erano 4.397 e la produzione di 1.030.888 quintali mentre nel 2015 gli ettari coltivati sono stati 3.331 per una produzione di 844.961 quintali. Nel 2017 invece gli ettari coltivati sono stati 3.527 per una produzione di 897.401 quintali. Con questi numeri rimane comunque il terzo cavolo in termine d'importanza preceduto da cavolfiore e cavolo verza.

Per approfondire il tema del cavolo cappuccio abbiamo chiesto a Marco Bastoni, Area Manager di Isi Sementi, di rispondere ad alcune nostre domande sulla coltivazione del cavolo cappuccio e sulle nuove tendenze di questa pianta orticola.
 

CAVOLO CAPPUCCIO

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"Per quanto riguarda le superfici coltivate a cavolo cappuccio in Italia - spiega Bastoni - la situazione degli ultimi anni è sostanzialmente stabile. La quota di mercato destinata all'industria (crauti) si è sviluppata molto nell'ultimo decennio, principalmente per l’incremento di utilizzo nelle zuppe pronte o surgelate. Questi trasformati godono di un forte apprezzamento sia sul mercato estero che interno. Anche l'industria del fresco (IV gamma in primis) ha inserito il cavolo cappuccio sia verde che rosso nelle proprie referenze. Oggi la quota di mercato destinata all'industria supera nel complesso il 20% della superficie coltivata e viene gestita con contratti di coltivazione a prezzo fisso, mentre il prodotto destinato al mercato fresco segue le fluttuazioni di mercato.
Le regioni italiane dove si concentra il grosso della coltivazione sono il Veneto, la Puglia, il Lazio, il Piemonte, la Campania e l'Abruzzo. Queste regioni, grazie all’utilizzo delle celle di conservazione, riescono a garantire forniture di prodotto italiano sui mercati per 12 mesi all'anno. Le problematiche dal punto di vista fitosanitario che si stanno maggiormente riscontrando negli ultimi tempi, sono: il Fusarium oxysporum f. sp. conglutinans e le batteriosi Xantomonas campestris e Pseudomonas spp. Per controllare queste patologie oltre a tecniche di tipo agronomico, gli agricoltori possono avvalersi dell'utilizzo di varietà che presentano resistenza genetica a questi patogeni.
Oltre che sulle resistenze la genetica sta lavorando sulla riduzione delle pezzature e sul gusto, proponendo varietà molto dolci e ad alta digeribilità per incentivare il consumo dei cavoli cappucci a crudo. La pezzatura richiesta dai mercati è via via diminuita nel corso degli anni: oggi sono apprezzate pezzature medie che vanno dai 700 grammi fino ad un massimo di 1,2 kg"

 
Coltivazione cavolo cappuccio made in Italy
 
"Negli ultimi anni c’è stata una grossa differenziazione delle tipologie coltivate - prosegue Bastoni -: oltre al cappuccio tondo verde e bianco si sono affermate le produzioni di cavolo cappuccio tondo rosso, cavolo cappuccio appuntito (sia verde che rosso) e cavolo cappuccio piatto. La Isi Sementi presenta nella propria gamma varietale diverse varietà apprezzate dal mercato, tra le quali citiamo Ruby Perfection: questa varietà è punto di riferimento per i produttori nei trapianti estivi e nelle raccolte autunnali. E' caratterizzata da un ciclo di 90-95 giorni, una pianta molto rustica con testa rotonda di rosso intenso brillante. Ricordiamo anche Monserrate, cavolo cappuccio appuntito, che presenta un ciclo di 65-70 giorni, elevata rusticità, pezzatura della testa molto uniforme, elevata resistente alle spaccature, elevata resistenza alla sovramaturazione e resistenza al Fusarium spp.
Un mercato molto tipico per l'Emilia Romagna è quello del cavolo cappuccio piatto, dove Isi Sementi copre con la propria gamma varietale diverse epoche di trapianto grazie a Green Rich: ciclo di 75 giorni dal trapianto, pezzatura di circa 800 grammi ed è indicato anche per trapianti primaverili estivi; Velvet, storica varietà da molti anni presente sul mercato, che presenta un ciclo di 80-85 giorni, pezzatura elevata, ottimo sapore e resistenza a Fusarium spp. e Xanthomonas spp.; Green Lunar con 85 giorni di ciclo, elevata uniformità e tenuta alla sovramaturazione, elevata resistente a Fusarium spp. e Xantomonas spp.; Zanzibar con ciclo da 100-110 giorni, ottimo per raccolte invernali e ideale per essere conservato e trasformato"
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