Nell'aria si respira profumo di lavanda. No, non siamo in Provenza, siamo nelle Marche e per la precisione a Offagna in provincia di Ancona. E' proprio in questo paese sulle colline dell'entroterra marchigiano che circa dieci anni fa Donatella Manetti ha deciso di reinventarsi imprenditrice agricola lasciando il lavoro come product manager nel settore tessile-abbigliamento e dedicarsi alla coltivazione della lavanda.

"Per privilegiare gli affetti personali e stare più vicino alla mia famiglia ho lasciato il mio lavoro che molto spesso mi portava ad essere in giro per l'Italia e per il mondo. Con mio marito, che è un agronomo, abbiamo acquistato un terreno ad Offagna, ristrutturato un casale ed impostato l'azienda".

Ed è così che è nata l'azienda agricola Donatella Manetti - Podere Poggio alle Querce, un'azienda che oggi si sviluppa su una superficie di circa 5 ettari e che, accanto al lavandeto, comprende un vigneto, un oliveto e un appezzamento dedicato ai piccoli frutti, in particolare lamponi e more.
"Coltivo delle varietà che da sempre sono state coltivate in questo territorio: l'uva Rosso Conero e Leccino, Frantoio, Raggia e Mignola, tutte varietà di olivo autoctone marchigiane. Ma soprattutto ho deciso di concentrarmi sulla pianta officinale perché il promontorio del Conero è un territorio che ben si presta a questo tipo di coltivazione".
 
Il lavandeto di Donatella
Il lavandeto di Donatella
(Fonte foto: Azienda agricola Donatella Manetti)

Come spiega Donatella, il suo obiettivo era quello di creare un'attività in grado di conciliare la parte economica e quella legata alla sostenibilità, con una particolare attenzione all'ambiente, alla salute delle persone e alla cura del territorio. E sembra proprio che ci sia riuscita perché nell'azienda tutte le coltivazioni sono gestite con i principi del basso impatto ambientale e le lavorazioni e gli orari di lavoro sono organizzati seguendo le stagioni, il tempo atmosferico e gli impegni personali.

La tua è una coltivazione in regime biologico?
"Non ho la certificazione anche perché dal punto di vista burocratico è un percorso piuttosto lungo, ma da sempre seguo i principi del biologico: rispetto della natura, del ciclo della pianta e del suolo mediante l'uso di concimi organici. Inoltre per la coltivazione della lavanda non utilizzo né prodotti di sintesi né fitofarmaci".

Essendo una pianta "molto rustica", come precisa la titolare dell'azienda, non ha particolari necessità.

"Il mio lavandeto ha dodici anni - ricorda - e non ha mai avuto grossi problemi. Le uniche cose che devo fare sono un'irrigazione di soccorso nel caso in cui ci sia siccità, d'estate sfalcio le erbe infestanti e faccio due potature nel corso dell'anno, una a febbraio-marzo e l'altra nel momento della raccolta dei fiori. Quando si pota è importante non andare nella parte legnosa perché altrimenti la pianta non rigermoglia".
"La lavanda - precisa - può soffrire di ristagni d'acqua e può essere disturbata da virosi, ovvero virus trasmessi da insetti che passano di pianta in pianta. In Francia c'è una varietà, la Diva, che sembra essere resistente alle virosi. Non è però tra quelle che coltivo io perché attualmente non è facile da trovare".

Ad eccezione di quest'ultima, sono numerose le varietà presenti nel lavandeto di Donatella.

"Coltivo - spiega - la lavanda ibrida Grosso, una pianta con un diametro di un metro e venti e un'altezza di 60 centimetri senza fiori (con i fiori naturalmente l'altezza aumenta). I fiori, di colore blu-viola intermedio, sono in uno stelo di circa 50-70 centimetri e anche la spiga è di 12 centimetri. Ha odore di canfora ed è anche adatta al giardinaggio perché molto bella. Altra varietà, di cui ho circa una settantina di piante, è la lavanda ibrida Grappenhall, una pianta con un fiore piuttosto grande di colore quasi rosa che uso in particolare per le decorazioni.

E ancora, la lavanda angustifolia Maillette profumata con note più dolci e non canforate. E' una varietà più piccola, 50-80 centimetri di diametro e altezza di 40 centimetri, con fiori con corolle di color viola intenso. La lavanda angustifolia Lanata invece si riconosce perché ha una foglia vellutata, piena di peli di colore grigio chiaro ed una spiga lunga fino a 12-13 centimetri che si sgrana molto bene. E' inoltre molto delicata perché risente particolarmente dei ristagni d'acqua. Infine coltivo anche la lavanda angustifolia Hidcote Blue che si caratterizza per il fiore di colore viola intenso e per questo è molto utilizzata per le decorazioni"
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La raccolta della lavanda
La raccolta della lavanda
(Fonte foto: Azienda agricola Donatella Manetti)

E la raccolta come avviene?
"La raccolta è manuale. Recentemente in zona si stanno vedendo le prime raccolte meccaniche, ma per il momento in azienda continuiamo con quella manuale".

Donatella racconta che la raccolta è chiamata periodo balsamico e, mentre per le varietà Angustifolia, che fioriscono prima, la raccolta avviene tra metà giugno e metà luglio, per quelle Ibride, che fioriscono dopo, avviene tra fine giugno fine luglio. Per quanto riguarda l'individuazione del periodo balsamico, oltre ad un'attenta osservazione della pianta, Donatella precisa che si raggiunge quando le api non bottinano più il fiore, ovvero quando non vanno più a raccogliere il nettare perché il petalo è caduto ed è rimasta la parte del fiore dove sono gli oli essenziali.

Quando le api non bottinano più il fiore si è raggiunto il periodo balsamico
Quando le api non bottinano più il fiore si è raggiunto il periodo balsamico
(Fonte foto: Azienda agricola Donatella Manetti)

Ma il lavoro di Donatella non si ferma alla coltivazione, c'è tutta un'attività legata alla trasformazione per la realizzazione di svariati prodotti sia per la cura della persona che per la cura e la profumazione della casa.
Se dall'essiccazione dei fiori si realizzano sacchetti, cuscini profumati e mazzi da utilizzare per la profumazione di ambienti o anche per uso alimentare, dalla distillazione si ottengono l'olio essenziale e un'acqua profumata chiamata l'idrolato.

"La realizzazione degli oli essenziali e dell'idrolato - specifica Donatella - non avviene in azienda perché un impianto di distillazione è molto costoso. Io porto tutto al distillatore regionale della distilleria Appo".

Distillatore regionale Appo
Distillatore regionale Appo
(Fonte foto: Azienda agricola Donatella Manetti)

"La raccolta deve avvenire quando il sole non è troppo forte e nello stesso giorno in cui si realizza la distillazione. Il distillatore - spiega - non è altro che un grande pentolone in cui si mettono i fiori (non si raccoglie solo il fiore, ma anche un pezzetto di gambo). In questo pentolone, o meglio, in queste cisterne, passa una corrente di vapore che estrae gli oli essenziali. Dopodiché il vapore si condensa e diventa acqua, il cosiddetto idrolato. Tramite dei vasi fiorentini l'olio, più leggero, sale in superficie mentre l'acqua, più pesante, rimane sul fondo. Si riescono così a separare gli oli essenziali dall'idrolato.
Al termine del processo i fiori esausti li porto a casa e li spargo nel prato per usufruire dei profumi, oppure li spargo nell'oliveto e nel vigneto per il loro effetto disinfettante e perché successivamente diventano materia organica"
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Lavanda già distillata
Lavanda già distillata
(Fonte foto: Azienda agricola Donatella Manetti)

Come spiega Donatella, l'olio essenziale ha un uso alimentare ed officinale e l'idrolato è utilizzato per la pulizia del corpo e per quella delle case come disinfettante. Il fiore sgranato, la cui lavorazione avviene direttamente nel laboratorio aziendale, invece si utilizza per fare cuscini profumati da mettere nei cassetti, per fare saponi profumati, nella trasformazione alimentare per aromatizzare l'aceto e insaporire piatti dolci e salati e anche per realizzare delle decorazioni, anche perché non dimentichiamo che la titolare dell'azienda lavorava nel mondo della moda e, come assicura, il suo know-how non è andato perso. Inoltre Donatella conferisce anche i suoi prodotti ad aziende di cosmetica.

Quali sono i tuoi principali clienti?
"Principalmente i miei clienti sono persone interessate a tutto ciò che naturale, persone che per esempio utilizzano detersivi naturali o comunque prodotti naturali per la pulizia della casa e per la cura del corpo".

Già, perché i prodotti ottenuti da questa coltivazione godono di effetti di nicchia particolarmente interessanti. Nel corso del tempo sono state attribuite a tisane, infusioni e decotti di lavanda delle proprietà medicamentose e per il suo caratteristico profilo odoroso da sempre la pianta officinale è stata impiegata per profumare la biancheria e per tenere lontano le tarme. Ma non solo, la lavanda è stata ed è tuttora utilizzata anche in cucina per insaporire piatti, anche in abbinamento con altre erbe aromatiche.

"Chi ci crede" trova in questa pianta anche impieghi cosiddetti "magici": il suo profumo rilassa la mente e la purifica dai pensieri negativi, la sua spiga è considerata un amuleto protettivo se portata addosso, mentre un mazzetto delle sue spighe, fatto seccare ed appeso dietro la porta d'ingresso, protegge tutti gli abitanti della casa. Si pensa anche che sia utile per proteggersi da eventuali incantesimi amorosi, ma anche per attirare l'amore stesso e per favorire e proteggere l'amicizia.

Essiccazione della Lavanda Angustifolia Hidcote Blue
Essiccazione della Lavanda Angustifolia Hidcote Blue
(Fonte foto: Azienda agricola Donatella Manetti)

Quali sono i tuoi principali canali di vendita e qual è il rapporto costi-redditività?
"La mia è una vendita diretta in azienda anche perché non ho una coltivazione intensiva. Quando ho iniziato eravamo in pochi a coltivare la lavanda ma adesso siamo aumentati, fortunatamente però io ho il mio mercato e il mio 'giro'. Nel complesso il rapporto costi-redditività è positivo".

Qualche progetto in cantiere per il futuro?
"Nonostante non sia un momento particolarmente incoraggiante per l'agricoltura, in quanto è sempre più difficile fare reddito, sono già riuscita a realizzare un giardino da visitare con un vero e proprio percorso olfattivo in modo tale che le persone possano vedere le piante in fiore, fare delle passeggiate e sentire gli odori. Dal punto di vista didattico vorrei continuare su questa strada ed ampliare questi percorsi che creano un legame tra turismo e paesaggio, mentre dal punto di vista più agricolo vorrei dar vita ad un nuovo impianto che in parte andrebbe ad aggiungersi al lavandeto esistente ed in parte lo sostituirebbe".

In più, come ha spifferato Donatella, un altro suo sogno nel cassetto è quello di iniziare a coltivare il rosmarino.

 
Racconti, esperienze e realtà di chi, nella propria azienda agricola, ha riscoperto la tradizione unendola all'innovazione.
Leggi tutte le altre testimonianze nella rubrica AgroInnovatori: le loro storie

 


Azienda agricola Donatella Manetti - Podere Poggio alle Querce
Via Coppo n. 3
60020 Offagna (An)
Tel: 3286111674
E-mail: info@lalavandadidonatella.it

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